Oggi Giornata Mondiale della Sepsi

Gabriele Sganga, direttore UOC Chirurgia d’Urgenza e del Trauma del Policlinico Gemelli: “Con nuove strategie di management possibile prevenzione e riduzione della sepsi”.
Ogni anno, in tutto il mondo, il 13 settembre viene celebrata la Giornata mondiale per la lotta alla sepsi “World Sepsis Day”, un'iniziativa globale volta ad accrescere la consapevolezza pubblica, in merito a una delle principali cause di morte e disabilità per milioni di persone ogni anno.
Il punto sulle infezioni correlate all’assistenza sanitaria con il professor Gabriele Sganga, direttore della UOC Chirurgia d’Urgenza e del Trauma del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, associato di Chirurgia Generale all’Università cattolica campus di Roma.
“La sepsi è la rara complicanza di un'infezione che, nei casi più gravi, può portare a una alterazione dei tessuti con compromissione degli organi fino alla Sindrome da Disfunzione o addirittura Insufficienza Multiorgano con assai elevato indice di mortalità. Per questo è importante sensibilizzare sul tema, diffondendo buone pratiche cliniche che siano in grado di prevenire le infezioni e di riconoscere molto precocemente l’eventuale insorgenza di una “sepsi”.
I reparti di Chirurgia d’Urgenza rappresentano uno dei luoghi più critici per la sfida alla prevenzione e al controllo delle infezioni. Infatti, questa tipologia di pazienti, spesso anziani, oltre a incorrere in un intervento chirurgico in emergenza/urgenza necessitano comunemente di dispositivi medici invasivi (vie venose centrali, cateteri urinari, multipli drenaggi) oltre alla necessità di passaggi in Terapia Intensiva. Tutto ciò, insieme alla patologia di base e alle molte comorbidità, li rende più vulnerabili e più esposti al rischio di contrarre infezioni associate all'assistenza sanitaria. Tra queste, le infezioni della ferita chirurgica rappresentano le più comuni infezioni ospedaliere acquisite in tutto il mondo.
Le principali organizzazioni internazionali, come l'OMS, riconoscono che l’approccio multidisciplinare è essenziale per fornire cure che siano le più adeguate possibili alle esigenze dei pazienti, migliorandone così la sopravvivenza. Tale approccio aiuta non solo a prevenire le infezioni chirurgiche, ma ne ottimizza anche la gestione: ad esempio una scelta antibiotica mirata e personalizzata per il singolo paziente, con un corretto timing, dosaggio e durata migliora la prognosi ed evita l’insorgenza di germi multi-resistenti.
Oggi ci sono diverse nuove strategie di “management”, da markers per la diagnosi precoce di infezioni batteriche e fungine (procaciltonina, 1-3-beta D-glucano), ai programmi di Antimicrobial Stewardship in Chirurgia, di sicura utilità per ridurre eventi avversi connessi all’uso degli antibiotici o ancora l’ERAS (Enhanced Recovery After Surgery), programma innovativo e multidisciplinare per il miglior recupero dopo intervento chirurgico.
Inoltre, anche in urgenza, con lo scopo di ridurre le infezioni post-operatorie, sempre più spazio è dato alla chirurgia laparoscopica e mini-invasiva e in caso di infezioni conclamate cutanee ma anche intra-addominali, ai dispositivi di medicazioni a pressione negativa (Vacuum Assisted Closure Therapy, conosciuta meglio come VAC Therapy - Terapia Topica Negativa) atti a migliore le procedure di source control”.