L’Hospice Perinatale: terapia del corpo, della mente e dell’anima
Venerdì 1 marzo il Corso di Formazione organizzato da Fondazione il Cuore in una Goccia Onlus con il patrocinio di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica e Pontificia Accademia per la Vita. La partecipazione è gratuita.
“Hospice Perinatale: terapia del corpo, della mente e dell’anima”. È questo il titolo del Corso di Formazione gratuito che si svolgerà venerdì 1 marzo, alle ore 9.00, presso l’Aula Brasca del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Il Corso è organizzato da Fondazione il Cuore in una Goccia Onlus con il patrocinio di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica e Pontificia Accademia per la Vita. L’esperienza dell’Hospice Perinatale del Policlinico Gemelli sarà al centro del Corso di Formazione rivolto a operatori della sanità (medici, psicologi, psicoterapeuti infermieri, ostetriche, bioeticisti) studenti di medicina e delle professioni sanitarie, operatori del sociale, sacerdoti e operatori dei centri pastorali. Divenuto oggi Percorso clinico-assistenziale, centro di riferimento per la cura e l’accompagnamento delle gravidanze con patologie prenatali, l’Hospice perinatale al Gemelli ha messo chiaramente in luce, negli anni, quanto la rete relazionale costruita attorno al nucleo familiare che si appresta ad affrontare una condizione patologica prenatale occupi un ruolo centrale lungo l’intero tracciato di cura. Quest’ultimo, all’interno dell’Hospice Perinatale, viene pertanto declinato sia in termini clinici, che di affiancamento familiare, psicologico e spirituale. “Nell’esperienza del Gemelli – spiega il professor Giuseppe Noia, Direttore Hospice Perinatale del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Presidente Fondazione il Cuore in una Goccia Onlus - l’Hospice Perinatale è pensato più che come luogo medico, come modalità assistenziale e relazionale, trovando il vissuto terapeutico di queste gravidanze ‘speciali’, fondamento proprio nella relazione (medico-paziente, tra famiglie, in ambito sociale). Un modello di cura in cui la terapia è sì medica ma fluisce in quella che viene definita ‘medicina condivisa e integrata’. Gli effetti benefici di questo nuovo approccio alle fragilità prenatali – continua il professor Noia - si esprimono non solo in direzione delle famiglie prese in carico ma, anche, come verrà illustrato dai relatori, nei confronti degli stessi curanti”. Alla luce di queste constatazioni, che rappresentano ormai un dato clinico-esperienziale acquisito, il Corso di Formazione vuole condurre gli operatori sanitari e tutti coloro che si interfacciano con gravidanze patologiche a intraprendere percorsi formativi centrati anche sulla cura degli aspetti psicologici, spirituali, relazionali e familiari; sono infatti questi gli elementi che fanno dell’Hospice Perinatale, in considerazione anche dei diversi esiti che si associano alla condizione patologica prenatale, un luogo di guarigione del corpo, della mente e dell’anima. Obbiettivo del Corso è dunque quello di esaminare e approfondire le dinamiche psico-sociali, etiche e spirituali legate alla diagnosi prenatale patologica per acquisire nuove metodologie di intervento e sviluppare modelli assistenziali e di cura “integrati e finalizzati al potenziamento e alla personalizzazione delle cure. I lavori, moderati dal dottor Piero Damosso giornalista Tg1, curatore rubrica Tg1 Dialogo, saranno aperti da Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale Università Cattolica del Sacro Cuore, dal professor Giovanni Scambia, Direttore Scientifico Fondazione Gemelli IRCCS, Direttore UOC Ginecologia Oncologica e Ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica, e dal professor Antonio Lanzone, Direttore UOC Ostetricia e Patologia Ostetricia Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia Università Cattolica. In chiusura dei lavori l’intervento di S.E.R. Mons. Vincenzo Paglia Presidente Pontificia Accademia per la Vita dal titolo “L’accoglienza dalla fragilità prenatale come sollievo della sofferenza per le famiglie”.