Giornata Mondiale della Sepsi, oggi al Gemelli meeting sulle infezioni correlate all’assistenza sanitaria
In occasione del meeting scientifico promosso dal Master “Sepsi in Chirurgia” dell’Università Cattolica presentati gli elaborati del progetto ‘Comunicazione e Design’ dedicati alla sepsi degli allievi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
Un meeting scientifico per fare il punto sulle infezioni correlate all’assistenza sanitaria avrà luogo oggi, venerdì 13 settembre (ore 9.00-13,30), nell’Aula Brasca del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS a Roma in occasione della settima edizione della Giornata Mondiale della Sepsi (World Sepsis Day). Il convegno è promosso dal Master “Sepsi in Chirurgia” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Unità Operativa Complessa di Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, diretti dal professor Gabriele Sganga.
I lavori si apriranno con la lettura magistrale sul ‘ruolo dei crescenti batteri multiresistenti e della contemporanea carenza di nuovi antibiotici’ tenuta dal professor Mario Venditti, del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
“In Italia sono 250mila i casi di sepsi l’anno, ma la consapevolezza del problema è ancora scarsa – afferma il professor Sganga – (Dati Ministero della Salute). La sepsi ogni anno colpisce 26 milioni di persone nel mondo e uccide 5 volte più dell’ictus cerebrale e 10 volte più dell’infarto. Rappresenta la causa più comune di morte nel mondo: 377 casi per 100.000/abitanti in Europa e USA, contro i 331 per i tumori del polmone/mammella/prostata messi insieme, 223 per ictus, 208 per malattie cardiache, 23 per AIDS (https://www.worldsepsisday.org).
. Dal 2000 al 2010 l’incidenza di sepsi è aumentata del 108% – prosegue Sganga -. La sepsi spesso è sconosciuta o sottovalutata dall’opinione pubblica. Segue sempre una infezione e la sua massima gravità è rappresentata dallo shock settico”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato numerosi obiettivi da raggiungere entro il 2020 tra cui al primo posto la promozione di pratiche di buona igiene generale, il lavaggio delle mani, i miglioramenti dei servizi igienico-sanitari, la nutrizione e la fornitura di acqua pulita e programmi di vaccinazione per i pazienti a rischio in popolazioni in zone povere di risorse. C’è bassa consapevolezza del problema da parte della popolazione e la sepsi è la condizione il cui trattamento risulta più costoso per le strutture ospedaliere.
Proprio per questo difetto di consapevolezza il Master “Sepsi in Chirurgia” dell’ Università Cattolica ha chiesto al professor Francesco Damato del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e ai suoi allievi di elaborare dei progetti di comunicazione e design che verranno presentati in anteprima dagli stessi studenti autori in occasione dell’incontro celebrativo della Giornata Mondiale della Sepsi che si tiene oggi al Policlinico Gemelli.
La comunità scientifica sta vincendo molte battaglie, ma sono necessarie nuove strategie per sconfiggere la sepsi. “Entro il 2020 “SEPSI” dovrà diventare una parola familiare e sinonimo di necessità di intervento emergente – conclude Sganga -. La popolazione comprenderà molto meglio quali sono i segni premonitori di sepsi. Le aspettative delle famiglie riguardo la prestazione delle cure aumenteranno. La comunicazione resta una funzione di primaria importanza per il raggiungimento di questi obiettivi.
Il World Sepsis Day www.world-sepsis-day.org
Era il 13 settembre 2012 quando alcuni clinici e studiosi di vari Nazioni, guidati da Konrad Reinhart, Professore di Anestesia all’Università di Jena – Germania, hanno chiamato all’appello il mondo intero istituendo il “World Sepsis Day”. Il successo è stato strepitoso: da allora ogni anno aderiscono scienziati, studiosi e ricercatori di tutto il mondo e sono stati realizzati incontri e meeting, con la partecipazione di numerosi esperti sull’argomento, ma anche con la partecipazione attiva delle istituzioni politiche e governative di sempre più crescenti Paesi con l’intento di sensibilizzare e accrescere la consapevolezza e l’informazione a livello mondiale sull’argomento e con l’obiettivo di ridurre la mortalità per sepsi di almeno il 20% entro il 2020.