COVID-19 sopravvive fino a 3 ore nell’aria e fino a 2-3 giorni su plastica e acciaio
I consigli degli esperti su come evitare il contagio.
‘Lavati spesso le mani con acqua e sapone o con gel a base alcolica’. E’ il primo punto del decalogo anti-coronavirus (COVID-19) messo a punto da Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità e al quale fa da corollario il terzo punto ‘Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani’.
Le mani sono dunque un’importante veicolo di contagio da non sottovalutare, anche perché il coronavirus che causa la malattia da COVID-19 può sopravvivere per ore o giorni negli aerosol (quindi nell’aria che respiriamo, per questo sono così importanti le misure di isolamento sociale e perché è così importante evitare di ammassarsi su mezzi pubblici e al supermercato) e su oggetti e superfici. Anche dentro casa. Lo dimostra un nuovo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine a firma dei National Institutes of Health e dei CDC americani, insieme alle università di Princeton e della California (UCLA, Los Angeles).
Secondo i dati appena pubblicati, il coronavirus-2, causa della grave sindrome respiratoria acuta (SARS-CoV-2) è ancora rintracciabile negli aerosol (quelli generati da colpi di tosse o starnuti) per almeno tre ore e sulle superfici per diverse ore a seconda del materiale interessato: fino a 4 ore su superfici di rame, fino a 24 ore sul cartone, e fino a 2-3 giorni su plastica e acciaio inossidabile .
Il contagio insomma può avvenire sia venendo a contatto con il virus nell’aria (dopo che una persona contagiata ha tossito o starnuto), sia toccando oggetti contaminati (nei luoghi pubblici, in ospedale ma anche in casa) e portando in seguito le mani agli occhi, al naso o alla bocca. Per questo gli esperti consigliano dunque di disinfettare frequentemente con alcol o amuchina gli oggetti toccati frequentemente in casa (interruttori della luce, lavello o fuochi della cucina in acciaio inossidabile, tavoli, cellulari, auricolari, ecc.) e di lavare subito le mani, una volta rientrati in casa.
“È assolutamente possibile che le goccioline di saliva, cadendo su alcune superfici dei nostri ambienti familiari, piuttosto che lavorativi - ha dichiarato il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, durante la conferenza stampa in Protezione civile del 17 marzo, come si legge in una nota del Ministero della Salute - per un po’ di tempo possano avere al loro interno delle cellule che albergano il virus. È per questo che abbiamo chiaramente raccomandato nel decalogo del ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_443_allegato.pdf) l’importanza di lavarsi frequentemente le mani e usare soluzioni detergenti adeguate per rimuovere questa possibile sorgente di infezione”. Non introdurre in casa abiti o scarpe utilizzate all’esterno è invece ritenuta dal professor Locatelli una ‘posizione estrema’, che al momento non viene raccomandata.
Il SARS-CoV-2 sopravvive dunque anche fuori dal corpo e si comporta da questo punto di vista esattamente come il suo ‘predecessore’, il SARS-CoV-1 che nel 2002-2003 contagiò 8 mila persone in Cina e fu eradicato (nessun nuovo caso è stato registrato dopo il 2004) grazie ad uno sforzo importante di tracciamento dei contatti e a misure di isolamento sociale. Il SARS-CoV-2 però secondo gli esperti è molto più insidioso e sta generando un maggior numero di contagi perché le persone contagiate diffondono il virus senza rendersene conto (nella maggior parte dei casi l’infezione decorre in modo asintomatico o come se fosse un comune ‘raffreddore’) o le diffondono già prima dell’emergenza dei sintomi, nel periodo cioè di incubazione.
Maria Rita Montebelli
Fonte: https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMc2004973
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