Nuovo Pca, Percorso clinico assistenziale: al Gemelli si combatte l’intossicazione acuta
Un Percorso clinico assistenziale (Pca) dedicato al paziente con intossicazione acuta è stato presentato lo scorso 9 ottobre, nella Hall della Fondazione Gemelli IRCCS. Il nuovo Pca, il primo in Italia con queste caratteristiche, è stato illustrato da Antonio Giulio de Belvis, Direttore Uoc Percorsi e Valutazione Outcome Clinici, Alessandro Barelli, Responsabile Uos Centro Antiveleni (Cav) e Paolo Maurizio Soave, Dirigente Medico Uoc Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e Tossicologia Clinica della Fondazione Gemelli IRCCS. All’evento sono intervenuti inoltre esperti del Centro nazionale sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore presso ’Istituto Superiore di Sanità, Rosa Draisci (Direttore) e Ludovica Malaguti Aliberti. Tra i relatori Antonio Tedeschi, Vice Prefetto - Dirigente sportello unico per l’immigrazione del Ministero dell’Interno. Hanno concluso i lavori Andrea Cambieri, Direttore Sanitario, Massimo Antonelli, Direttore Dipartimento Scienze dell’Emergenza, Anestesiologiche e della Rianimazione, e Giorgio Conti, Direttore Area Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e Terapia del Dolore della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Il Centro Antiveleni del Gemelli, coordinato dal professor Barelli, nell’ultimo anno ha effettuato 4400 consulenze tossicologiche su tutto il territorio nazionale riguardanti sia pazienti adulti che pediatrici; di queste 4153 sono state le consulenze offerte a persone esposte a sostanze tossiche, ad esempio intossicazioni stagionali come l’avvelenamento da funghi. “Il nuovo Pca nato dalla consolidata esperienza del nostro Cav è dedicato a tutti i casi in cui l’esposizione ad una sostanza estranea all’organismo – ha spiegato Barelli -, può interferire negativamente con le funzioni vitali e arrecare danni e lesioni a volte pericolose per la salute. Il percorso è tempo- dipendente perché nelle intossicazioni acute le manifestazioni cliniche si sviluppano in maniera rapida e improvvisa e si inserisce in una tradizione di presa in carico della popolazione con questi bisogni, da anni fornita dal Gemelli”.
“Come negli altri Pca del Policlinico – ha continuato de Belvis – definiamo e ci impegniamo a realizzare la sequenza più appropriata di attività diagnostiche, terapeutiche e assistenziali, attraverso momenti di valutazione e interventi multidisciplinari e multiprofessionali. L’integrazione è anche con gli altri attori assistenziali: a seconda della gravità del quadro clinico e della tipologia di intossicazione, saranno applicate secondo logiche evidence based le tecnologie e le soluzioni organizzative della Fondazione Gemelli IRCCS e della rete territoriale di supporto”. Al Pca afferiscono i professionisti del Dipartimento dell’Emergenza e molte altre specialità come quella della Chirurgia, Endoscopia Digestiva, Terapia Intensiva. Alcuni esempi della multidisciplinarietà di percorso: in caso di paziente in gravidanza con sospetta o accertata intossicazione si allerta il ginecologo; si attiva la consulenza psichiatrica qualora l’intossicazione sia conseguenza di atti autolesionistici; in caso di pazienti trapiantati a seconda delle natura dell’intossicazione e dei suoi effetti si può rendere necessario indirizzare il paziente verso il trapianto d’organo. Ruolo centrale nel Pca è svolto dal Centro antiveleni del Gemelli, punto di accesso e centro di informazioni, ascolto e indirizzo delle persone, dei loro familiari e degli operatori sanitari. Il Cav è attivo dal 1971: fornisce consulenze tossicologiche su tutto il territorio nazionale, garantendo un accesso diretto h24 alla consulenza telefonica per l’utenza (06-3054343). È un servizio fornito dall’Unità Operativa Complessa di Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e Tossicologia Clinica, diretta dal Prof. Massimo Antonelli e dal 1995 rappresenta un polo di riferimento regionale e specialistico per l’emergenza. Le richieste maggiori provengono sia dalla popolazione (nel 52% dei casi), che dal personale sanitario nell’esercizio della loro professione. La maggior parte delle esposizioni segnalate sono avvenute in modo involontario o per errore terapeutico, ma il 13% sono causate da esposizione volontaria.
Funghi killer: un vademecum che salva la vita
In Italia il 90% dei casi di intossicazione da funghi si verifica nel trimestre Settembre- Ottobre-Novembre nei mesi cioè in cui la raccolta di questi prodotti del bosco è più frequente. Alessandro Barelli e Maurizio Soave del Centro antiveleni della Fondazione Gemelli IRCCS hanno ritenuto utile ribadire le regole che devono essere applicate se si consumano funghi raccolti. Lo hanno fatto rispondendo ad alcune frequenti domande sul tema.
È possibile consumare funghi raccolti?
Si, ma solo se i funghi vengono riconosciuti come non tossici da un micologo. Gli Ispettorati micologici sono disponibili per questo e un elenco esaustivo di quelli esistenti in Italia è disponibile nel sito del ministero della Salute.
Esistono funghi mortali?
Si. L’Amanita Phalloides, ad esempio, contiene una potente sostanza in grado di danneggiare in modo irreversibile fegato e reni. Nelle situazioni più gravi l’unica possibilità di sopravvivenza è legata al trapianto di fegato.
L’Amanita Phalloides può essere scambiata per altri funghi non tossici?
Si. Solo un micologo è in grado di distinguere le diverse specie e spesso solo attraverso analisi sofisticate.
La cottura disattiva le tossine dei funghi?
Solo in alcuni casi. Ad esempio le tossine epato-tossiche dell’Amanita Phalloides resistono alle alte temperature e quindi la cottura non protegge dall’intossicazione.
Come si manifesta l’intossicazione da funghi?
Nella quasi totalità dei casi i primi sintomi sono gastroenterici come nausea, vomito, dolori addominali, diarrea profusa.
Dopo quanto tempo dall’ingestione si manifestano i sintomi?
L’intervallo di tempo tra ingestione e comparsa dei sintomi è variabile e dipende dalla specie. Latenze superiori alle 6-8 ore sono particolarmente sospette e allarmanti.
Cosa fare in caso di intossicazione?
Chiamare il Centro antiveleni, riferire nei dettagli cosa è accaduto e seguire accuratamente le indicazioni che vengono date.
I bambini e le donne in gravidanza possono consumare funghi?
Si, adottando le precauzioni igieniche comuni a tutti gli alimenti. Considerata la scarsa digeribilità, è buona norma non eccedere sia in quantità che in frequenza.