Noduli, ascessi e dolore: quando la diagnosi del dermatologo è idrosadenite suppurativa
L’idrosadenite suppurativa, conosciuta anche come acne inversa o malattia di Verneuil, è una malattia infiammatoria cronica cutanea. Si tratta di una patologia multifattoriale, ricorrente e debilitante che colpisce le ghiandole apocrine sudoripare e le unità pilo-sebacee. La prevalenza di idrosadenite suppurativa in Italia è stimata intorno all’1%, tuttavia si ritiene che tale dato sia sottostimato da una parte perchè il complesso quadro clinico richiede un’attenta e scrupolosa diagnosi differenziale in grado di escludere patologie con simili manifestazioni (follicolite, acne severa o cisti ricorrenti); dall’altra, perchè molte persone si rivolgono allo specialista dermatologo molti anni dopo l’insorgenza della malattia, spesso per imbarazzo o disagio. In letteratura numerosi studi riportano infatti un ritardo nella diagnosi in media di 7 anni. L’idrosadenite suppurativa insorge generalmente dopo la pubertà e si manifesta con la comparsa di noduli rossi e dolenti, punti neri raggruppati, macrocomedoni, cisti, papule e pustole, ascessi e fistole. Le regioni corporee maggiormente colpite sono le pieghe ascellari, inguinali, la regione ano-genitale, sotto-mammaria e sternale, ricche di ghiandole apocrine. Le manifestazioni cliniche, che sono spesso maleodoranti e accompagnate dalla fuoriuscita di materiale siero-purulento, sangue e pus, tendono ad avere un andamento cronico-recidivante difficilmente prevedibile. Inoltre, la presenza di questo quadro clinico è spesso responsabile di gravi ripercussioni psicologiche, sociali e professionali, che compromettono fortemente la qualità di vita dei pazienti. Le persone affette da idrosadenite suppurativa, infatti, riferiscono spesso dolore, limitazione dei movimenti delle zone coinvolte e impatto negativo nei rapporti sociali.
L’idrosadenite suppurativa è in realtà una patologia multifattoriale la cui causa, ancora non del tutto conosciuta, coinvolge sia fattori genetici che ambientali nel senso che si determina uno sbilanciamento del sistema immunitario in soggetti geneticamente predisposti, nei quali la storia naturale e il decorso sono influenzati da fattori esogeni che possono fungere da fattori aggravanti quali in particolare il fumo di sigaretta e l’obesità. Proprio l’associazione con l’obesità, la sindrome metabolica e il diabete sembrano suggerire le presenza di uno stato di infiammazione sistemico cronico come già riportato per un’altra malattia dermatologica quale la psoriasi. L’idrosadenite suppurativa è dunque sempre più considerata una patologia sistemica in cui l’associazione con altre malattie sarebbe legata proprio a fattori genetici e ambientali in comune, oltre ad un processo infiammatorio condiviso.
Un’adeguata classificazione della gravità della patologia ed una diagnosi precoce del dermatologo sono fondamentali poi per guidare la scelta terapeutica più opportuna. L’Istituto di Dermatologia del Policlinico Gemelli, diretto dalla prof. ssa Ketty Peris, (Assistenti: prof. ssa Clara De Simone, dott. Simone Garcovich, dott. ssa Giulia Giovanardi) si adopera per la cura e la ricerca scientifica di questa malattia complessa e debilitante.