La Vaccinazione contro l’influenza è un diritto e un dovere per la Sanità pubblica
L'influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale associate a elevata mortalità nelle persone più vulnerabili: il Centro Europeo per il controllo delle Malattie stima che in media circa 40.000 persone muoiano prematuramente ogni anno a causa dell’influenza in Europa.
Durante la stagione passata l’influenza ha colpito l’8% degli italiani con circa 4.900.000 casi, 89 casi gravi e 32 decessi, e di questi meno del 10% era vaccinato, con stime più elevate per quest’anno.
“I vaccini sono una delle misure più efficaci per proteggere le popolazioni dalle malattie infettive, con enormi benefici termini di salute pubblica, sicurezza e risparmi di costi legati alla cura delle patologie - spiega Patrizia Laurenti, professore associato presso l’Istituto di Sanità pubblica e Direttore dell’UOC Servizio di Igiene Ospedaliera dell’Università Cattolica, Fondazione Policlinico A. Gemelli -. Vaccinarsi e vaccinare e propri figli e/o congiunti vulnerabili è un’assunzione di responsabilità personale e sociale verso cui le istituzioni sanitarie debbono costituire il punto di riferimento formativo e informativo per evitare il pericoloso dilagare di una diffidenza immotivata e contraria a qualsiasi evidenza scientifica”.
Ciò vale anche per la vaccinazione antinfluenzale, in grado di proteggere da gravi complicanze quali polmoniti e broncopolmoniti potenzialmente letali le persone più vulnerabili tra cui gli ultra sessantacinquenni, i diabetici, i cardiopatici, gli immunodepressi, le persone con malattie respiratorie croniche, i malati oncologici e le donne al 2 e 3 trimestre di gravidanza. Per loro e per gli operatori sanitari (per i quali il vaccino è non solo un diritto ma soprattutto un dovere per proteggere gli assistiti più a rischio) e per coloro che svolgono un lavoro a forte valenza sociale (polizia, vigili del fuoco) il vaccino è gratuito presso il Medico di Famiglia o la struttura Sanitaria in cui si lavora.
“E’ preoccupante notare - prosegue la prof.ssa Laurenti - che tra gli anziani la percentuale di coloro che si vaccinano è scesa a meno del 50% negli ultimi anni: ai medici di famiglia e a tutti gli operatori sanitari la responsabilità di rafforzare la consapevolezza dei vantaggi diretti (per chi si vaccina) e indiretti (per chi non può vaccinarsi ma va comunque protetto) di questa e di tutte le altre vaccinazioni raccomandate, il cui calo ha indotto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a richiamare il nostro Paese sui potenziali rischi; a loro il diritto-dovere di una comunicazione ed educazione chiare e corrette basate sulla fiducia che deriva dalla conoscenza, quale quella dei pericolosi movimenti antivaccinisti dilaganti anche in rete, di fatto non è”.
Ma qual è il periodo più indicato per procedere con la vaccinazione??La somministrazione del vaccino antinfluenzale va eseguita da metà ottobre fino a fine dicembre. La protezione inizia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per circa sei-otto mesi. Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente. Le uniche vere controindicazioni sono l’età inferiore ai 6 mesi, oppure la reazione allergica grave a precedenti somministrazioni. Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.
E’ opportuno fare chiarezza sulla disinformazione che spesso accompagna l’argomento vaccinazioni:?fenomeni come l’allergia alle proteine dell’uovo, malattie acute di lieve entità, allattamento, infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite sono false controindicazioni, perché il vaccino è inattivato e quindi non contiene particelle virali attive.