Il pluripremiato regista Matteo Garrone racconta “Io Capitano” ai pazienti del Gemelli durante la rassegna MediCinema

In una sala unica nel panorama nazionale, il regista romano Matteo Garrone non è voluto mancare ieri alla presentazione del suo film “Io Capitano” nella Sala MediCinema del Policlinico Gemelli dedicata ai pazienti ricoverati e al personale medico sanitario che li assiste. Arrivato direttamente da Los Angeles, dove è andato per accompagnare la première americana del suo pluripremiato film, Garrone si è intrattenuto a lungo con i malati e i loro familiari dopo la proiezione raccontando l’esperienza umana vissuta durante le riprese, la semplicità dei rapporti con gli attori in un film aperto alla speranza e alla rinascita. Lontano dal red carpet, il cineasta, ha ringraziato il pubblico del Gemelli per la calorosa accoglienza, e ci ha tenuto a raccontare personalmente la storia dei due ragazzi che dal Senegal cercano di arrivare in Italia offendo uno spunto di riflessione universale.
“In questo film sono stato regista e spettatore allo stesso tempo - racconta Garrone. “Il loro viaggio è una metafora anche per i malati che affrontano il viaggio nella malattia- prosegue- fatto di cadute e di riprese, di accompagnamento e di cura. L’ultima volta che ero stato qui al Gemelli avevo presentato il mio film Pinocchio, che anche se non sembra ha a mio avviso molto in comune con Io Capitano. Sono entrambi romanzi di formazione e raccontano un viaggio di due ragazzi innocenti ma ricchi di umanità: da un lato Seydou il protagonista di io Capitano che scappa dalla madre per raggiungere l’Italia, come Pinocchio scappa di nascosto da Geppetto. Anche qui abbiamo un “Lucignolo”, che con la promessa di firmare autografi ai bianchi, lo attrae nel paese dei balocchi che è l’Occidente. Questi ragazzi come tutti i giovani, cercano di combattere contro un sistema ingiusto che gli impedisce di viaggiare e di realizzare i loro sogni. E pur di farlo mettono a repentaglio la loro vita a differenza dei nostri figli che possono prendere un aereo e viaggiare comodamente” conclude il regista.
Il film, già premiato con il Leone d’argento per la regia alla Mostra del cinema di Venezia dove ha ricevuto anche il Premio Mastroianni per il protagonista Seydou Sarr come Migliore attore emergente è designato dall’Italia come miglior film internazionale agli Oscar 2024. E’ di ieri anche la notizia anche della candidatura per ben due premi, film e regia, agli European Film Awards che verranno assegnati a Berlino il prossimo 9 dicembre.
Hanno assistito alla proiezione del film Nicola Claudio, presidente Rai Cinema, Marco Elefanti direttore generale del Policlinico Gemelli, Antonio Gasbarrini preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e Marina Morra di MediCinema che ha introdotto l’incontro.
Per MediCinema Italia ETS,la visione filmica può essere utilizzata come strumento di cura e assistenza complementare alle terapie mediche.
Oltre all’abituale programmazione bisettimanale, che normalmente viene offerta in sala cinema, sono stati condotti interventi di cineterapia mirati al sostegno psico-fisico di pazienti affetti da specifiche patologie, per fornire loro un valido supporto nel recupero psicologico e per influire positivamente nel percorso di cure mediche. La cineterapia è una nuova frontiera terapeutica complementare in grado di influire positivamente negli stati di ansia e stress dei degenti adulti e pediatrici, nel miglioramento globale dello stato psichico e fisico dei pazienti nonché nel supporto per le cure riabilitative.




