Day hospital post-Covid al Gemelli, monitorati i primi 70 pazienti
Landi, “Obiettivo valutare l'impatto dell'infezione grazie a visite e controlli multidisciplinari”.
Una volta guariti da Covid-19 cosa succede ai pazienti e in che modo il virus ha avuto un impatto sul loro organismo? Proprio per assicurare le giuste risposte e un monitoraggio multidisciplinare ai guariti è partito Roma presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS un servizio inedito: il Day hospital post-Covid. "Un servizio clinico che contribuirà anche alla ricerca su questa nuova malattia e che, ad oggi, ha coinvolto 70 pazienti guariti da Covid e seguiti nelle strutture del Gemelli o in isolamento a casa". A darne notizia all'Adnkronos Salute è Francesco Landi, direttore UOC di Riabilitazione e Medicina Fisica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, docente di Medicina interna e geriatria all'Università Cattolica e fra i responsabili del nuovo Day hospital post-Covid messo a punto dalla struttura capitolina.
"Quando abbiamo visto uscire i nostri pazienti dalla fase acuta - racconta Landi - ci siamo resi conto che questa è una malattia infettiva che primariamente colpisce i polmoni, ma ha un potenziale impatto su numerosi altri organi. Ecco perché abbiamo pensato a un approccio multi specialistico". Ma come funziona? "Il servizio è rivolto ai pazienti guariti, con doppio tampone negativo da almeno 15 giorni: vengono chiamati per una serie di accessi. Nel primo - precisa Landi - ogni soggetto ripete il tampone e fa una serie di visite specialistiche: dall'otorino all'infettivologo, viene sottoposto ad un elettrocardiogramma e ad esami ematici allargati per valutare le condizioni di fegato e reni. Dopo due giorni segue una visita pneumologica, l'emogas analisi e la spirometria per valutare la funzione dei polmoni, con una visita otorinolaringoiatrica per esaminare gusto e olfatto, una gastroenterologica e una oculistica. Fra gli esami si esegue anche una capillaroscopia per valutare la salute vascolare". Al terzo accesso "c'è poi la valutazione angiologica, psichiatrica e neurologica: alcuni pazienti guariti sperimentano una sorta di disordine da stress post-traumatico e non dobbiamo sottovalutare l'impatto psicologico della permanenza in ospedale o a casa in isolamento. C'è poi una valutazione dello stato nutrizionale: abbiamo rilevato - aggiunge Landi - che spesso la vitamina D è quasi azzerata in questi soggetti. Seguono una visita internistica e una geriatrica, con le indicazioni finali per il paziente (che in caso di compromissioni polmonari sarà sottoposto anche a Tac del torace)".
Ma come hanno reagito i primi assistiti coinvolti in questo nuovo servizio? "Molto bene, devo dire: possono avere una risposta multidisciplinare e non vengono lasciati soli dopo la guarigione. Un elemento importantissimo - conclude Landi - per un reale ritorno alla vita dopo la malattia".
(Fonte Adnkronos Salute)