Determinati a vincere il virus
A Roma aperto Columbus Covid 2 Hospital del Gemelli.
«Un ringraziamento particolare, oltre a chi ha avuto ruoli di responsabilità nella gestione del progetto sia sul fronte clinico-assistenziale, sia tecnico-amministrativo, va a tutto il personale sanitario che ha lavorato e sta lavorando senza sosta per rendere possibile questo straordinario risultato a beneficio di tutta la comunità». Con queste parole colme di soddisfazione il presidente della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, Giovanni Raimondi, ha illustrato l’apertura a Roma del Covid 2 Hospital, presso il presidio Columbus, realizzato per supportare l’hub regionale, l’ospedale Spallanzani della capitale, nella lotta contro l’infezione da coronavirus. Importante anche la partnership di Eni Spa, ha sottolineato Raimondi, «che con un contributo straordinario ha sostenuto tutti gli investimenti necessari per il Columbus Covid 2 Hospital».
Da ieri mattina, 16 marzo, sono stati trasferiti nell’area di degenza i primi 32 pazienti affetti da coronavirus e altri 15 nell’area di terapia intensiva mentre il 30 marzo saranno attivi tutti gli 80 posti letto di degenza e i 59 di terapia intensiva. L’arrivo dei primi pazienti è stato accompagnato dalla benedizione dei reparti da parte del vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università cattolica del Sacro Cuore, che ha sottolineato l’importanza di contribuire nel migliore dei modi a fronteggiare «questo momento di frenetica attività organizzativa».
Il responsabile del progetto e coordinatore della task force di attivazione, Rocco Bellantone, preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università cattolica del Sacro Cuore e direttore del governo clinico della Fpg Irccs, ha sottolineato come la Fondazione «abbia accolto questa richiesta, di grande preveggenza da parte del governo della Regione Lazio, con senso di responsabilità, data l’attuale situazione, mettendo a disposizione del Servizio sanitario nazionale le proprie competenze cliniche». Aggiungendo anche un particolare ringraziamento «ai medici, agli infermieri e al personale tecnico sanitario, fin dal principio in prima linea con assoluta abnegazione nel fronteggiare l’epocale emergenza sanitaria».
Novità anche per quanto riguarda la dotazione del personale: «Per ora ci sarà una rotazione — precisa Raimondi — ma i posti letto a disposizione pretendono un’assistenza specialistica. Prevediamo quindi l’assunzione di sessanta nuove risorse fra medici e infermieri».
Un contributo prezioso e decisivo, quello della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università cattolica, riconosciuto anche dal rettore dell’ateneo, Franco Anelli che, in una lettera indirizzata al personale della sede di Roma, evidenzia l’importanza, «in questa dura temperie» dell’apporto «di conoscenze, competenze e diffusione di corrette informazioni che tanti dei nostri docenti stanno dando ogni giorno», ulteriore dimostrazione «dell’unicità del valore e del ruolo della nostra scuola medica cattolica. Siete motivo di orgoglio per tutti noi».
Il Covid 2 è quindi pronto a un periodo di grande impegno «in cui saranno messe a dura prova le nostre capacità, le nostre conoscenze, le nostre convinzioni e le nostre emozioni», ha dichiarato il direttore generale della Fondazione, Marco Elefanti. «Se lavoreremo con lo spirito che ha caratterizzato queste ultime settimane, ne usciremo più forti di prima, sia sul piano personale sia su quello professionale».
Fonte L'Osservatore Romano 17 marzo 2020
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