Sangue, Zini (Gemelli): “In estate i donatori calano, un trend che bisogna invertire”

Come ogni anno purtroppo, con l’arrivo della stagione estiva bisogna fare i conti con un consistente e preoccupante calo delle donazioni di sangue. Un fenomeno che ovviamente non solo complica le attività di decine di presidi ospedalieri, ma spesso può arrivare a mettere a rischio la vita di tanti malati. Non sorprende allora che la professoressa Gina Zini, Direttore del Uoc Emotrasfusione della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS nonché direttore della Banca del sangue cordonale Unicatt, abbia deciso di lanciare quello che è diventato ormai quasi un consueto appello estivo ad incrementare le donazioni, spiegando anche le ragioni di questo calo stagionale e le difficoltà in cui si trova ad operare il Policlinico Gemelli.
Professoressa Zini, cominciamo allora con il chiarire perche durante l’estate le donazioni di sangue diminuiscono?
Innanzitutto in questo periodo, per ovvie ragioni vacanziere, molti donatori abituali si allontano dalle città, e questo è certamente un primo fattore che causa un calo del sangue disponibile. Poi d’estate, con le temperature molto alte, le persone si sentono meno predisposte a donare, perché per cedere il proprio sangue bisogna sentirsi bene, e il caldo in questo senso di certo non aiuta. Purtroppo anche quest’anno questi fattori stanno incidendo in modo negativo, e nella Regione Lazio e a Roma in particolare, stiamo registrando appunto quello che potremmo ormai definire una classica diminuzione di donazioni.
Cosa fare allora per reagire a questa condizione?
Innanzitutto noi, come Policlinico Gemelli, lanciamo il nostro appello di sensibilizzazione affinché più persone possibile possano, anche in estate, e in particolare in questa particolarmente torrida, trovare tempo e modo per donare il proprio sangue. Poi ci sono organismi istituzionali il cui compito preciso sarebbe proprio quello di sollecitare le donazioni. Mi riferisco al Centro regionale sangue che con le associazioni di volontariato sono impegnate quotidianamente a contattare e stimolare i potenziali donatori.
Ecco, come Policlinico Gemelli voi materialmente cosa potete fare?
Noi come centro trasfusionale siamo sempre pronti a mettere a disposizione il nostro personale specializzato ogni qualvolta si programma una raccolta di sangue. Periodicamente infatti si stabiliscono degli appuntamenti in determinate zone e in date ben precise, e ci si reca in questi luoghi con le autoemoteche della Regione attrezzate per raccogliere le donazioni. Ecco, noi come Gemelli più che lanciare appelli alla donazione e mettere a disposizione nostro personale specializzato ogni volta ce ne sia bisogno non possiamo fare. Purtroppo però questo spesso ancora risulta insufficiente.
Ma a questo proposito, qual e il panorama complessivo delle donazioni in Italia e in particolare nella Regione Lazio dove opera il Policlinico Gemelli?
Secondo il Report 2018 del centro nazionale sangue l’anno scorso sono state trasfuse circa 3 milioni di unità di emocomponenti. In questo senso la buona notizia è che dopo anni di cali, c’è stata un’inversione di tendenza. I donatori sono infatti aumentati dello 0,2%. Un valore che può apparire minimo, ma che potrebbe essere il segno di una tendenza che speriamo continui in futuro.
Altri segnali che potremmo definire incoraggianti?
In Italia si può donare tra i 18 e i 65 anni: ebbene, nella fascia tra i 36 e i 55 anni è concentrato circa il 54% di tutti i donatori. Questo significa che a cedere il proprio sangue sono soprattutto gli adulti. I giovani tra i 18 e i 25 anni sono fermi invece al 12% del totale. Un dato questo che sorprende in negativo, perché dai ragazzi ci si aspetterebbe forse uno slancio emotivo maggiore. Ora, l’aumento di donatori, seppur minimo, ci fa pensare che siano stati proprio i giovani a divenire più sensibili, perché di solito tra gli adulti, chi non ha mai donato è difficile che decida di farlo andando avanti con gli anni. Dunque l’ulteriore messaggio incoraggiante potrebbe essere quello di nuove generazioni che diventano più sensibili al tema della donazione del sangue.
Cosa bisognerebbe fare in questo senso per incentivare ulteriormente questo trend ancora minimamente positivo?
Un appuntamento fondamentale potrebbe essere quello della prossima Giornata mondiale dei donatori. Dopo quella che si è svolta lo scorso 14 giugno infatti, l’Italia si è aggiudicata l’organizzazione di quella del prossimo anno, quella del 2020. Sarà questa un’occasione per la quale diventa fondamentale farsi trovare preparati, soprattutto con una campagna di sensibilizzazione ancora più spinta e mirata appunto in particolare verso i giovani.
In questo contesto la situazione del Lazio qual e?
Purtroppo il Lazio continua a non essere autosufficiente per il sangue a fronte di un Paese come l’Italia che invece nella sua interezza lo è. Non è un caso infatti che proprio il Lazio debba fare affidamento sulle Regioni già autosufficienti, soprattutto quelle del Nord, ma non solo, per rifornirsi del sangue mancante.
E al Gemelli invece quali sono gli ultimi dati sulla gestione del sangue?
Nel nostro Policlinico, a fronte dell’aumento di interventi chirurgici complessi, che richiedono cioè grandi quantità di sangue, la risposta non è ancora sufficiente. Tra gennaio e aprile di quest’anno, per dare i numeri più aggiornati, come Unità Emotrasfusionale abbiamo registrato l’8,5% di richieste in più di sangue, a fronte purtroppo di una quantità raccolta che invece è calata, nello stesso periodo, dell’8,9%, ragion per cui abbiamo dovuto ricorrere a unità di sangue dall’esterno. Una ragione in più questa allora per rinnovare il nostro appello iniziale a donare il proprio sangue al Gemelli.