Protonterapia contro i tumori: il Gemelli con ENEA e IRE nel polo lanciato dalla Regione
La Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli è protagonista, insieme con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) del progetto Proton4Life per la creazione del primo polo per la cura dei tumori grazie alla protonterapia. Il Centro Proton4Life, promosso e sostenuto dalla Regione Lazio, è inserito nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale fornisce, gratuitamente o dietro pagamento di ticket, a tutti i cittadini) di cui potranno beneficiare non solo i pazienti del Lazio, ma anche del Centro e Sud Italia ed è destinato a diventare punto di riferimento per la cura dei tumori in tutto il bacino del Mediterraneo. L’unione di tre eccellenze italiane in ambito scientifico e sanitario alla base del progetto è un primo esempio di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato:?è la strada intrapresa dalla nuova sanità della Regione Lazio, che coniuga alta qualità assistenziale, innovazione tecnologica, ricerca clinica e appropriatezza delle prestazioni.
Il progetto Proton4Life prevede l’affiancamento di nuovi macchinari all’apparecchiatura clinica già in fase di allestimento, che richiederà la realizzazione di 4 bunker (sale di trattamento) da realizzare in quattro anni, l’installazione di macchinari di ultima generazione per i trattamenti tumorali con protoni, sessanta milioni di investimento privato e 54 milioni di investimento pubblico, per la cura e il trattamento di un potenziale di circa 2.300 pazienti per anno a regime e il coinvolgimento di personale specializzato pari ad almeno 120 unità.
La Regione Lazio, attraverso questo progetto, risponde prontamente alla effettiva richiesta di protonterapia, sottolineata anche dall’inserimento da parte del Ministero della Salute della protonterapia nei LEA: promuovendo le soluzioni altamente tecnologiche e le collaborazioni tra pubblico e privato, va a consolidarsi un modello di servizio sanitario territoriale fra i più virtuosi e all’avanguardia in Italia e all’estero.
Il programma, definito in accordo con le parti interessate per la nascita di Proton4life e lo studio di fattibilità sono partiti nel gennaio 2018. Prevedono innanzitutto la discussione e condivisione di linee guida per i trattamenti con i protoni, dei protocolli di ricerca clinica e per la ricerca e sviluppo. La prima realizzazione riguarderà il Gemelli, dove saranno costruiti i bunker per il funzionamento delle attrezzature (due sale di trattamento, i cosiddetti Gantry), che accoglierà anche l’apparecchiatura del progetto TOP IMPLART.
Nato per la realizzazione di un prototipo di acceleratore lineare di protoni per la cura dei tumori e finanziato dalla Regione Lazio, TOP IMPLART è frutto della collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità, Enea e gli Istituti IFO Regina Elena. L’acceleratore così prodotto (già in avanzata fase prototipale ma bisognoso di una sede adeguata per la sperimentazione in vivo) verrebbe ad affiancarsi all’apparecchiatura clinica scelta, in un primo tempo per essere sottoposto alle prove sperimentali necessarie per la definitiva certificazione di operatività tecnica, per poi diventare pienamente operativo al termine della fase di certificazione.
Nel corso del 2020 andrà in funzione il primo Gantry al Gemelli e il TOP IMPLART: da qui partiranno i primi trattamenti.
Successivamente ai primi mesi di attività clinica e durante l'installazione del secondo Gantry al Gemelli, è previsto uno studio epidemiologico ed una valutazione clinico/organizzativa, e l’avvio delle opere per altri due Gantry all’IRE che si concluderanno entro la fine del 2024. Il funzionamento e consolidamento degli impianti realizzati dalla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli porteranno non soltanto all’estensione progressiva dei trattamenti ad un sempre maggiore numero di pazienti ma anche alla formazione del personale dell’IRE. Nel 2025 Proton4life sarà completamente realizzato e operativo con una equipe integrata di specialisti. La dislocazione delle due strutture del Gemelli e dell’IRE, rispettivamente nelle zone nord e sud di Roma consentirà anche una omogenea presenza nella città.
Una tecnica oncologica radioterapica di precisione che permette ai pazienti di vivere più a lungo
La protonterapia è una tecnica oncologica radioterapica di precisione che consente di effettuare trattamenti più efficaci e meno tossici sui tumori complessi, impossibili, fino ad oggi, da trattare con le tecnologie convenzionali. Grazie alle proprietà fisiche dei protoni, la protonterapia permette, rispetto alla radioterapia convenzionale con fotoni, di rilasciare di dosi con estrema precisione, quindi più elevate, sul tessuto tumorale, riducendo l’esposizione e i danni radio indotti sui tessuti normali, ottenendo una più elevata percentuale di sopravvivenza nel lungo periodo per i pazienti. Il trattamento radiante è utilizzato contro diverse patologie, in particolare è fortemente indicato per il trattamento dei tumori situati vicino ad organi vitali o in aree particolarmente sensibili alla tossicità dei raggi fotonici, come quelli del cervello o della spina dorsale, oppure tumori a geometria complessa, come quelli del distretto testa-collo, o ancora tutti i tumori che sviluppano radioresistenza, cioè non rispondono più alla radioterapia, ma soprattutto nelle neoplasie pediatriche. Tutti casi che non hanno attualmente altre opzioni di cura. Nella protonterapia i protoni, particelle molto più pesanti dei fotoni, vengono accelerati tramite un’apparecchiatura chiamata Ciclotrone, fino ad una velocità pari a circa metà della velocità della luce. Quindi vengono concentrati in fasci, trasportati e rilasciati con estrema precisione sulla sede del tumore da una testata isocentrica rotante (chiamato Gantry). I protoni raggiungono così un’energia di 230 MeV (Mega Electron Volts), rispetto ai 30 MeV della fotonterapia, che permette di colpire dall’esterno i tessuti tumorali che si trovano fino a 30 cm di profondità all’interno del corpo.