L’unione fa la forza: anche contro il fuoco di Sant’Antonio

Al via un innovativo progetto di collaborazione tra ASL Roma 1 e Fondazione Policlinico Gemelli per vaccinare direttamente nei reparti e negli ambulatori i pazienti immunodepressi a rischio di Herpes Zoster. È la prima volta nel Lazio. Un progetto di vaccinazione ‘diffusa’ all’interno dell’ospedale (coinvolti infettivologi, ematologi, nefrologi, trapiantologi, reumatologi, geriatri, sotto la supervisione degli igienisti) che utilizzerà il nuovo vaccino anti-zoster (ricombinante adiuvato), fornito gratuitamente dalla Asl.
È un virtuoso esempio di collaborazione territorio-ospedale quello realizzato tra la Asl Roma 1 e la Fondazione Policlinico Gemelli, andato in porto grazie all’iniziativa della dottoressa Antonietta Spadea, direttore UOC Vaccinazioni ASL Roma 1 e della professoressa Patrizia Laurenti, direttore UOC di Igiene Ospedaliera della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, e professore associato di Igiene all’Università Cattolica. Obiettivo: offrire gratuitamente la vaccinazione anti-varicella-zoster ai pazienti più fragili, che si trovino già in ospedale (reparti, Day-Hospital, ambulatori) per altri motivi. Per questo progetto la ASL Roma1 ha messo a disposizione gratuitamente del Gemelli una prima fornitura di 200 vaccini anti-zoster, mentre i medici di varie unità operative della FPG provvederanno a vaccinare direttamente i loro assistiti. Questo modello di interazione ospedale-territorio è in assoluto il primo implementato nel Lazio.
“Si tratta di un modello organizzativo di vaccinazione virtuale o ‘diffuso’ -spiega la professoressa Laurenti - La vaccinazione cioè non viene effettuata in un hub vaccinale, ma direttamente in reparto o in DH, dove il medico vaccina i pazienti in occasione del loro accesso in ospedale per vari motivi di salute; tutto, sotto la supervisione organizzativa di noi igienisti. È un progetto pilota, ‘apripista’, che ha coinvolto i clinici più sensibili al tema delle vaccinazioni (infettivologi, ematologi, nefrologi, trapiantologi, reumatologi, geriatri) e che nasce dalla volontà di proteggere i più fragili, valorizzando al contempo la collaborazione tra il territorio, in particolare tra la ASL Roma1 e la Fondazione Policlinico Gemelli. Tra queste due realtà abbiamo formalizzato una convenzione che crea una rete tra ospedale e territorio sul tema vaccinale; la ASL mette a disposizione i vaccini necessari a specifiche campagne vaccinali e supporta la formazione tramite approfondimenti su indicazioni ministeriali e regionali, schede tecniche dei vaccini, appropriatezza del loro utilizzo e procedure per la registrazione. L’ospedale si mette a disposizione come setting di vaccinazione per pazienti fragili che, trovandosi in ospedale per altro motivi, potrebbero beneficiare dell’offerta vaccinale attiva senza dover prenotare la seduta vaccinale sul territorio di competenza, col rischio che non lo facciano e falliscano dunque la opportunità di vaccinazione”.
L’herpes zoster, o ‘fuoco di Sant’Antonio’, colpisce circa 157 mila italiani ogni anno. La malattia si sviluppa a seguito della riattivazione del virus varicella-zoster (VZV) che, dopo un episodio di varicella, rimane nascosto a vita nei gangli paravertebrali. Questo virus ‘dormiente’, si può riattivare in soggetti predisposti, a seguito di un forte stress o di una condizione di immunodepressione legata all’età, ad altre malattie o a terapie. La malattia si manifesta con una dolorosa eruzione cutanea, una ‘striscia’ di vescicole, simili a quella della varicella, che compare a livello di una sola metà del corpo (più spesso, una parte del torace o dell’addome), accompagnata da dolore urente. Le complicanze più temibili sono la cheratite erpetica (il danneggiamento della cornea, fino alla cecità, in caso di zoster oculare), l’encefalite e la nevralgia post-erpetica, un dolore bruciante persistente, che compromette pesantemente la qualità della vita e può durare da qualche mese a tutta la vita. La vaccinazione anti-VZV è in grado di prevenire tutto questo.
Per questo progetto verrà utilizzato il nuovo vaccino anti-varicella zoster (VZV) di tipo ricombinante adiuvato. Questa formulazione, a differenza del precedente vaccino anti-VZV, di tipo vivo attenuato e contenente un alto titolo di virus varicella-zoster, è adatta anche a pazienti immunodepressi (contiene un antigene del virus, una proteina strutturale di superficie e non il virus stesso); il suo sistema adiuvante inoltre, lo rende più efficace anche in caso di immunosenescenza, cioè di declino dell’immunità cellulo-mediata, spesso associato all’età. La durata della protezione conferita da questo vaccino è di almeno sette anni. Può essere somministrato anche in chi ha già avuto un episodio di zoster (aspettando 2 mesi- un anno) e in associazione ad altre vaccinazioni (es. anti-pneumococcica o antinfluenzale). Se ne somministrano due dosi a distanza di due mesi-1 anno una dall’altra.
“Il nuovo vaccino – afferma la dottoressa Spadea - ha dimostrato di avere un’efficacia maggiore del vaccino a virus vivi attenuati in tutte le fasce di età (97% nei 50enni, 91% negli ultra-70enni, 68% negli adulti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe, 87% nei soggetti con neoplasie ematologiche), di ridurre in modo significativo i ricoveri ospedalieri correlati a zoster e di prevenire la nevralgia post-erpetica (70% negli ultra 80enni e 100% nei cinquantenni). Lo scorso novembre, la Regione Lazio ha acquistato 20.000 dosi di vaccino (pari a 10.000 cicli completi), invitando tutte le Asl a prendere contatti con le strutture ospedaliere e i centri specialistici, per proteggere i pazienti over-18 con immunodepressione primaria o acquisita. La ASL Roma1 ha richiesto subito i vaccini e lavorato per stipulare convenzioni con gli ospedali presenti sul proprio territorio, il primo dei quali è stato il Policlinico Gemelli. Questo vaccino – prosegue la dottoressa Spadea - non utilizza virus vivi; se ne possono avvantaggiare dunque soprattutto i pazienti immunocompromessi. È un vaccino altamente costo-efficace.
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 (siamo in attesa della pubblicazione del nuovo PNPV) prevedeva già la vaccinazione anti-VZV per tutti gli over 65enni e per i soggetti di età ≥ 50 anni con diabete, patologie cardiovascolari, BPCO o destinati a terapia immunosoppressiva con il vaccino a virus vivi attenuati, ma l’obiettivo di vaccinare il 50% della popolazione target non è stato raggiunto in quanto era sconsigliato ai pazienti immunocompromessi.
Si spera dunque che la possibilità di utilizzare i due vaccini, ognuno per il proprio target, e la collaborazione territorio-ospedale, come quella già strutturata tra ASL Roma1 e Fondazione Policlinico Gemelli, aiutino a centrare questo obiettivo di copertura vaccinale.
Maria Rita Montebelli
Tavola rotonda
Nella foto in alto a sinistra la professoressa Patrizia Laurenti, direttore UOC di Igiene Ospedaliera del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e a destra la dottoressa Antonietta Spadea, direttore UOC vaccinazioni Asl Roma 1