La “Madonna Litta” di Leonardo al Gemelli: un murales di Ravo sul rapporto medico-paziente

Da Amboise nella Loira al Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS per celebrare Leonardo Da Vinci nel cinquecentesimo anniversario della sua morte. È il percorso artistico di Andrea Ravo Mattoni, che dal 6 all’11 maggio è stato impegnato nella realizzazione di uno dei suoi notissimi murales raffigurante, in questo caso, il capolavoro leonardesco della “Madonna Litta” su una delle pareti esterne di un edificio della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS a Roma. L’artista era ritornato infatti da Amboise nella Loira, dove è sepolto Leonardo, e dove aveva da poco realizzato cinque grandi tele ispirandosi al quadro del pittore francese François-Guillaume Ménageot che rappresenta la morte del genio.

Creazioni che hanno avuto un particolare apprezzamento suggellato il 2 maggio scorso dalla visita e dall’incontro con i Presidenti della Repubblica italiana e francese Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron. Per iniziativa della Presidenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS l’artista Ravo è stato dunque nuovamente invitato a dipingere una parete del Gemelli dopo la realizzazione nel 2017 di “Le sette opere della Misericordia” di Caravaggio presso la Residenza Sanitaria di Ospitalità Protetta del Policlinico. Ricordiamo che la “Madonna Litta” è un capolavoro assoluto di Leonardo. In dotazione permanente al Museo Ermitage di San Pietroburgo, che ne diviene proprietario nella seconda metà dell’Ottocento, quando il duca italiano Antonio Litta lo vendette nel 1865 allo zar Alessandro II, il dipinto raffigura un dialogo universale e intimo, nel contempo: quello di una Madre, la Madre per eccellenza, che colma di tenerezza e di amore il suo Piccolo, il Figlio dell’Uomo, richiamando alla mente il dolcissimo legame che li unisce oltre il tempo e lo spazio.

In questo senso non è affatto casuale la scelta del Gemelli di affidare all’artista varesino la realizzazione di questa nuova opera. “L’ospedale è un luogo dove si intrecciano le vite di pazienti, familiari, medici e operatori sanitari che li hanno in cura, ognuno con la propria storia e le proprie emozioni – ha affermato infatti il Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS Giovanni Raimondi -. L’arte può aiutare tutte queste persone a vivere l’ospedale in modo diverso, integrandosi positivamente con le terapie che quotidianamente vengono somministrate dai medici e ricevute dai pazienti nel percorso di cura”. Secondo lo stesso Andrea Ravo Mattoni l’arte è un potente linguaggio espressivo della rappresentazione del rapporto medico-paziente, un rapporto che coinvolge due persone, che condividono emozioni, sensazioni e pensieri.