Ipnosi per interventi chirurgici e terapie mediche, una opportunità ancora poco sfruttata

Nell’ambito delle dinamiche di relazione medico-paziente, l’ipnosi occupa oggi un posto ancora poco conosciuto. Utilizzata quasi esclusivamente in ambito psicologico nel primo Novecento, l’ipnosi ritrova la sua dignità grazie allo statunitense Milton Erickson (1901-1980), che grazie alle sue intuizioni elaborò metodiche di approccio ai pazienti, considerate ancora oggi pietre miliari. Il padre dell’ipnosi in Italia è invece senza dubbio il Prof. Franco Granone (1911-2000), colui che ne comprese la potenza come efficace strumento di indagine e di terapia.
Rilassamento muscolare, ansiolisi, analgesia perfino anestesia: sono alcune delle opportunità terapeutiche realizzabili grazie all’ipnosi. Non tutti i soggetti sono in grado però di raggiungere questi stati: si stima che il 10-15% della popolazione sia altamente ipnotizzabile, il 20% completamente resistente all’ipnosi, il resto mediamente ipnotizzabile.
“Da alcuni anni svolgo l’attività di anestesista e ho iniziato a praticare l’ipnosi su pazienti che ne fanno esplicita richiesta” racconta la Dott.ssa Cristina Modesti della UOC Anestesia delle Chirurgie Generali e dei Trapianti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. La dottoressa, che si occupa prevalentemente di chirurgia endocrino-metabolica, opera presso il Dipartimento di Scienze dell’emergenza, anestesiologiche e della rianimazione del Policlinico Gemelli diretto dal Prof. Massimo Antonelli e lavora sotto la direzione della Prof.ssa Liliana Sollazzi direttore UOC Anestesia delle Chirurgie Generali e dei Trapianti.
“Tra le altre cose – prosegue la dottoressa Modesti -, nel 2017 insieme ad altri colleghi, abbiamo eseguito un intervento di loboistmectomia in ipnosi e blocco del plesso cervicale in una paziente gravida. Successivamente altri pazienti hanno eseguito in ipnosi interventi dermatologici, mobilizzazioni e cure dolorose, interventi odontoiatrici”.
“Ma le opportunità di impiego dell’ipnosi e della comunicazione ipnotica – nota ancora la dottoressa Modesti - non si esauriscono in ambito chirurgico. Vanno ricordate infatti altre possibilità come la sedazione per interventi endoscopici, e la gestione dell’ansia e del dolore in campo oncologico, nell’espletamento del parto e nella gestione di alcuni riflessi e di alterazioni funzionali”.