Incontinenza urinaria maschile: al Gemelli un approccio “chirurgico” minimamente invasivo


L’incontinenza urinaria è una patologia invalidante che può seriamente compromettere la vita quotidiana, con impatti pesantissimi sui rapporti di coppia, il lavoro, la mobilità, le relazioni sociali. Sebbene l’incontinenza colpisca più frequentemente il sesso femminile, almeno un milione e mezzo di maschi italiani ne soffre. Clinicamente, l’incontinenza consiste nella perdita involontaria di urina, con alterazione del normale processo di conservazione ed eliminazione dell’urina stessa. A fronte di un problema di tali dimensioni, la patologia risulta ancora sottovalutata. Le soluzioni più adottate prevedono, tuttora, la fornitura di assorbenti esterni (i “pannoloni”) e i trattamenti fisioterapici e farmacologici. Emerge, in un contesto così problematico, l’attività della “Clinica Urologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, oggi Centro di riferimento nazionale per queste disfunzioni. Ogni anno infatti, al Gemelli vengono eseguiti decine di interventi. Per affrontare l’incontinenza di minore gravità sono utilizzati gli sling sottouretrali, mentre in presenza di incontinenza urinaria grave si può fare ricorso a dispositivi quali gli sfinteri urinari protesici. A fianco dell’attività di cura e assistenza medicochirurgica, la Clinica Urologica del Gemelli, diretta dal Professor Pierfrancesco Bassi, svolge però anche un’intensa attività di formazione specialistica. È al via, tra l’altro, il nuovo “Corso di Perfezionamento Universitario in Diagnostica e Terapia dell’Incontinenza Urinaria Maschile” diretto dal dottor Emilio Sacco.
“La competenza che abbiamo maturato in questo settore – ha commentato lo stesso Sacco - ci consente di affrontare questa patologia, diffusa e invalidante, con un approccio globale. Per questo siamo estremamente esigenti anche sulla Formazione specialistica dei giovani chirurghi” ha concluso