Il Gemelli festeggia il Natale con quattro alberi ‘parlanti’, che raccontano la speranza nel futuro che verrà dopo Covid-19

Non sarà un Natale scintillante quest’anno. Non avrebbe senso in mezzo a una pandemia, con la sua minaccia tuttora incombente. Ma sarà pur sempre Natale, di certo più puro, autentico e meno consumistico, come auspica Papa Francesco. E il Gemelli, in assoluta armonia con questo sentire, apre le festività inaugurando degli alberi di Natale speciali, decorati di un grazie speciale al personale, dei sogni dei bambini, della speranza sorridente degli occhi dei medici e degli infermieri del Gemelli, ma anche del ricordo indelebile dei mesi passati, raccontato da chi continua ogni giorno a lavorare per i pazienti, a tutti i livelli della ‘macchina’ Fondazione.
“Avvicinandoci a queste festività diverse dal solito – ha esordito l’Avvocato Carlo Fratta Pasini, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - abbiamo pensato che il senso da dare a questo Natale fosse di estendere la nostra gratitudine alla nostra grande famiglia, a tutti i medici, gli infermieri, gli operatori di questa grande comunità sanitaria che è il Policlinico Gemelli. E non lo facciamo con senso di autoreferenzialità, ma perché riteniamo giusto riconoscere quell’impegno straordinario, fatto di operosità quotidiana, di disponibilità, di rischio che tutti ci prendiamo, giorno dopo giorno, nel continuare a fare il nostro lavoro. E dunque ecco il nostro ringraziamento a tutto il personale, un termine che contiene la parola ‘persona’, che noi vogliamo recuperare nel suo significato più profondo, perché quando si è in tanti le relazioni tendono a diventare ‘impersonali’, a massificarsi e noi siamo in cinquemila. Per questo abbiamo pensato di mettere sull’albero di Natale tutti i nostri nomi, i nomi delle persone che hanno condiviso questa missione e questo sforzo e che continueranno a farlo nei mesi e negli anni a venire”.
Una gratitudine concretizzata attraverso un dono simbolico, una stella di Natale per ciascuna delle persone del Policlinico Gemelli, offerta con grande generosità da Confagricoltura. Una magnifica e sterminata distesa di oltre cinquemila stelle di Natale per dire grazie, grazie di cuore, a tutto il personale della Fondazione. E un momento di profonda commozione ha accolto la consegna di una stella di Natale alla vedova di Valter Agostinelli, il tecnico di radiologia del Gemelli recentemente scomparso a causa di Covid-19. “Abbiamo scelto questo fiore rosso bellissimo – ha spiegato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura - per trasmettere, dal profondo del cuore, un messaggio di vicinanza a chi sta in prima linea contro il coronavirus. Non riuscivamo a farlo dappertutto e, insieme all’associazione dei nostri pensionati, abbiamo scelto di farlo al Policlinico Gemelli, uno dei più importanti ospedali del Lazio e d’Italia impegnati fin dall’inizio nella lotta contro la pandemia”.
“Il presepe e l’albero – ha detto SE Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica - si contendono il primato dentro le case e questi due segni del Natale coabitano anche in piazza San Pietro. Quello più eloquente è il Presepe, che richiama la Natività, ma a fianco al presepe c’è anche l’albero, che richiama simbolicamente alcuni aspetti del presepe, esaltandoli ed evidenziandoli. È l’albero della vita e la nostra storia, che è storia di salvezza, è contrassegnata dall’albero: dall’albero del bene e del male, all’albero della Croce sul quale il Signore ha dato la sua vita, che è l’albero della nostra salvezza. Per noi oggi questo segno si arricchisce di una pienezza di vita che è data dalla testimonianza di tutti coloro che operano in questa grande realtà, un luogo dove tutti sono a servizio gli uni degli altri, dando visibilità all’amore per la vita. Accompagnare la vita dell’uomo in tutti i momenti della sua esistenza, da quelli più gioiosi a quelli più difficili e complessi, è un grande compito, una grande missione. E lo vogliamo ricordare qui, davanti al presepe e a questo albero, che simboleggia l’albero della vita, delle nostre vite. Tutti insieme diamo corpo, senso e valore a questa grande impresa. Che è un’impresa di ‘cura’, un termine che a noi parla in modo speciale e ci riporta al messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale della Pace, che ha come titolo proprio ‘La cultura della cura come percorso di pace’. Perché la pace si costruisce attraverso la cura reciproca e tutti noi siamo invitati ogni giorno a costruire la cultura della cura. E se c’è chi vive ogni giorno e può promuovere questa cultura da protagonista è proprio la grande comunità del Gemelli”.
“Tutta la grande squadra del Gemelli, composta da oltre cinquemila persone – ha sottolineato il professor Marco Elefanti, Direttore Generale del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS - in questi mesi ha dimostrato una grande coesione nell’affrontare questa grandissima prova, lavorando fianco a fianco, condividendo idee e decisioni. E anche in questa circostanza il Policlinico Gemelli e le sue persone hanno fatto davvero la differenza. Spero che questa dura prova sia un’opportunità per crescere e per legarci ulteriormente”.
Gli alberi ‘parlanti’ della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS
Albero Dipendenti (accanto al Presepe, nella hall)
Cinquemila nomi vergati in corsivo, ognuno dei quali indica un dipendente della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, sono gli ‘addobbi’ scelti per decorare questo abete natalizio stilizzato, posizionato nel cuore della hall centrale, accanto al presepe. Un gesto simbolico e di grande impatto emotivo, per avvolgere tutti in un grande abbraccio virtuale e ringraziare tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, il personale amministrativo e di supporto della comunità del Gemelli, che si sono profusi in un impegno senza precedenti, per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Albero ‘Beyond the Eyes’ (entrata della palazzina CEMI)
E’ un ‘albero’ costruito intorno a un progetto fotografico. L’idea è quella di restituire un ‘volto’ a tutti quei medici, infermieri e operatori sanitari del Policlinico Gemelli, attraverso i loro occhi sorridenti e rassicuranti, che emergono dalla mascherina. Riconoscersi e trasmettere coraggio con la sola forza dello sguardo è la prassi quotidiana ai tempi del COVID. Questi occhi raccontano il presente e interpretano la speranza di tutti per un futuro migliore. L’idea del progetto e le foto sono di Danilo Buonsenso; l’editing è stato curato da Benedetta Mariotti.
Albero ‘Piccoli pensieri dei bambini’ (di fronte all’accettazione dei ricoveri solventi)
L’addobbo di questo terzo albero sarà costituito da tante ‘palline’ speciali, ambasciatrici dei pensieri di Natale dei piccoli ricoverati nei reparti pediatrici durante le festività natalizie. Addobbi preziosi e ineffabili come i sogni e i desideri dei piccoli pazienti, affidati a un cartoncino a forma di pallina natalizia. Un commovente inno alla speranza per il nuovo anno, che possa essere pieno di pace, serenità e salute per tutti.
Albero EmozZOOM (all’ingresso del Columbus Covid Hospital)
È un ‘albero’ decorato con i 300 scatti realizzati da pazienti, familiari e operatori sanitari che hanno preso parte al progetto fotografico ’EmozZOOM: metti a fuoco le emozioni’. L’iniziativa, curata dall’Unità Operativa Semplice di Psicologia Clinica del Policlinico Gemelli, si inserisce nel filone delle attività #NonSeiSolo, per il supporto psicologico durante l’emergenza COVID-19. Le foto raccontano esempi di tenacia e di positività, che hanno permesso di superare con successo questi mesi e interpretano l’augurio e la speranza che questo terribile periodo possa essere presto archiviato per sempre.
Un ringraziamento particolare va a Serenissima, che ha supportato l’allestimento degli ‘alberi’ e la stampa delle fotografie.
Maria Rita Montebelli