Giornata Internazionale degli Infermieri. È la professione sanitaria del futuro. Necessari però interventi di valorizzazione

È un ruolo vitale quello che rivestono le professioni infermieristiche all’interno dei sistemi sanitari, che spesso però non viene adeguatamente riconosciuto e anzi rischia di essere sottovalutato. Ecco perché, lo scorso anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione della Giornata internazionale degli infermieri, che si celebra il 12 maggio (per ricordare il compleanno di Florence Nightingale), è stata invitata a ridefinire la percezione relativa a questa professione sanitaria, perché investire nell’infermieristica potrebbe portare a considerevoli benefici non solo per la società, ma anche economici. In Occasione della Giornata Mondiale degli Infermieri 2025 abbiamo intervistato la dottoressa Carmen Nuzzo, direttrice del SITRA (Servizio infermieristico Tecnico e Riabilitativo Aziendale) della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Il SITRA di Fondazione Policlinico Gemelli è una struttura complessa che comprende circa 3.400 dipendenti, dei quali 2.200 infermieri. Gli infermieri rappresentano una colonna portante della struttura senza i quali il Policlinico Gemelli non potrebbe svolgere alcuna attività sanitaria. Qual è la situazione attuale?
“Il Policlinico Gemelli sta affrontando una serie di problemi inerenti alla professione infermieristica, analogamente a quanto accade in tutta Italia. Il problema principale è quello della carenza degli infermieri. A livello nazionale ne mancano circa 65 mila e forte è il richiamo verso il Nord (dove ci sono facilitazioni di welfare, dall’alloggio ai mezzi pubblici, grazie ad una maggior capienza dei DRG) e verso altri Paesi (dove viene offerta una retribuzione superiore). A determinare questo esodo continuo è un inadeguato riconoscimento economico e sociale, che non rende più attrattiva questa Professione”.
La demografia degli infermieri al Gemelli sta cambiando negli ultimi anni?
“Ad oggi prevale il genere femminile (65-70% di donne, contro il 30-35% degli uomini). L’età media si sta abbassando (oggi è intorno ai 40-45 anni) per l’alto turn over generato dagli esodi. Ma la Fondazione Policlinico Gemelli continua a dare prova di grande inclusività, come dimostra il fatto che siano tantissimi i Paesi d’origine delle persone che lavorano nella nostra struttura, oltre 140. E questo è un arricchimento, che ha generato anche un importante progetto di solidarietà e di risposta assistenziale compente, il progetto ‘Ohana’, che, in lingua hawaiana, significa ‘famiglia’”.
Come sta cambiando la professione infermieristica?
Al Gemelli, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo attivato moltissimi scenari e creato delle figure trasversali, come quella degli infermieri consulenti, che si occupano della gestione dei pazienti portatori di stomie così come di quelli con esiti di ferite difficili, o degli infermieri impiantatori del PICC team per il posizionamento dei cateteri venosi, solo per fare alcuni esempi. Stiamo crescendo anche nel settore accademico, con quattro Ricercatori di diverse Professioni Sanitarie, ed un Infermiere Ricercatore abilitato all’associatura accademica. Fondazione Policlinico Gemelli è anche un IRCCS e forte è la vocazione alla ricerca anche nel nostro settore, con i nostri infermieri di ricerca, incardinati nelle tante attività in corso presso il ‘campus Gemelli’. Abbiamo già realizzato degli importanti studi predittivi sui pazienti ospedalizzati, basati sulle diagnosi predittive applicate dai nostri infermieri attraverso strumenti come il Pai (Professional Assessment Instrument) e il modello del Primary Nursing. Queste ricerche, pubblicate su riviste indicizzate, continuano a dimostrare che la produzione scientifica infermieristica ha dei risvolti, che diventano significati nella narrazione di una Sanità, che tenga conto di tutti gli aspetti legati alla salute e al benessere dei cittadini e che, se adeguatamente considerati, potrebbero incidere come valore aggiunto nel contesto economico e sociale del nostro Paese.
Quali sono le prospettive che vede per questa professione?
“Lo sviluppo di percorsi accademici con le lauree magistrali ad indirizzo clinico, che abbiamo una visione finalizzata ad alcuni ambiti specifici, quali le Cure Primarie e di Sanità pubblica, le Cure Pediatriche e Neonatali e le Cure Intensive e nell’Emergenza, che possano entrare in una pianificazione nazionale per dare risposte, sia ai bisogni acuti e urgenti, in contesto ospedaliero, che ai bisogni legati alla cronicizzazione che devono, necessariamente, essere agganciati al territorio, sperimentando modelli organizzativi nuovi tra ospedale e territorio. È questo l’obiettivo principale della continuità assistenziale, uno dei nostri cavalli di battaglia: accompagnare il cittadino nel suo iter dall’ospedale al territorio nelle sue varie declinazioni (RSA, assistenza domiciliare, hospice, ecc.) per non creargli disagi, ma anche per evitare l’effetto boomerang sui pronto soccorso e sulle liste d’attesa, soprattutto nel caso dei pazienti cronici”.
Cosa manca ancora?
“Il passo avanti da fare è quello dell’integrazione completa dell’infermiere all’interno del team della Salute, dai percorsi assistenziali a quelli della ricerca a quelli accademici. Il concetto di interdisciplinarietà deve essere rappresentato da un team di ‘pari opportunità’ perché lavoriamo tutti per uno stesso obiettivo: il benessere delle persone. Lavorare in team non significa correre per arrivare primi, ma camminare in una ‘marcia della salute’ da fare tutti insieme”.
Un premio alle eccellenze del Gemelli
In occasione della Giornata Internazionale degli Infermieri, la Consociazione Nazionale della Associazioni Infermiere/i (CNAI) in partnership con Nursing Now Italy, Federsanità ANCI e il Network delle organizzazioni Infermieristiche italiane organizza un evento celebrativo nel corso del quale verranno assegnati i Nursing Now Italy Awards e i Daisy Foundation Awards per celebrare l’eccellenza infermieristica a 360 gradi. I premi vengono assegnati sulla base di candidature suggerite da colleghi, pazienti e loro familiari ai quali è stato chiesto di segnalare un professionista che aveva fatto qualcosa di speciale, che aveva gettato il cuore oltre l’ostacolo.
Fondazione Policlinico Gemelli ha partecipato, ricevendo tre premi, assegnati a Cristina Pistacchio - Coordinatrice Sitra Dipartimento Scienze Cardiovascolari e Sale Operatorie, Maria Letizia Serra - Coordinatrice Continuità Assistenziale e Marco Cioce Coordinatore Sitra per i programmi di Risk Management e Qualità.
Un evento al Gemelli per la Giornata Internazionale degli Infermieri
Il 14 maggio si svolgerà invece presso la Hall del Gemelli un evento, sempre dedicato alla Giornata Internazionale degli Infermieri, nel corso del quale si terrà un talk show sulle aspettative relative alla professione infermieristica espresse da un infermiere junior, un ‘intermediate’ e un senior, per poi proseguire con una tavola rotonda con i docenti dei Master delle Discipline specifiche.
Maria Rita Montebelli



