Al Gemelli il Percorso Clinico Assistenziale dedicato alla donna con Tumore Maligno della Vulva

Il carcinoma invasivo della vulva rappresenta circa il 5% delle neoplasie del tratto genitale femminile. L’incidenza annuale è di 1-2/100.000 donne. Viene diagnosticato più frequentemente nelle donne con età compresa fra i 65 ed i 74 anni e globalmente rappresenta <1% dei tumori che colpiscono il genere femminile.
L’istotipo più frequente è il carcinoma squamocellulare, che costituisce da solo l’85-90% dei tumori maligni della vulva. Seguono il melanoma maligno (2.4-5%), il carcinoma della Ghiandola di Bartolini (1-3%), il Paget invasivo o intraepiteliale, il sarcoma ed il carcinoma basocellulare.
Al momento della diagnosi, circa il 60% dei tumori vulvari viene identificato quando è ancora confinato alla regione vulvare. Ne consegue che il trattamento standard consiste nella chirurgia vulvare che può essere associata a stadiazione linfonodale inguinale. “Attualmente presso la nostra struttura – spiega la dottoressa Simona Maria Fragomeni, dell’UOC di Ginecologia Oncologica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - è possibile accedere a tecniche di chirurgia mininvasiva come la biopsia del linfonodo sentinella, metodica efficace nel ridurre possibili complicanze chirurgiche senza impatto negativo sulla sopravvivenza”.

Tutt’ora però circa il 40% dei casi viene diagnosticato in fase avanzata di malattia quando la chirurgia potrà richiedere anche la resezione parziale di organi funzionalmente importanti come uretra, vagina, ano fino all’eviscerazione pelvica nei casi più complessi. Gli interventi chirurgici più estesi possono essere associati a tassi di morbilità più elevati, scarsa qualità di vita e severe complicanze post-operatorie, in assenza di un percorso assistenziale dedicato. Pertanto negli anni, l'integrazione con altre discipline, come la radio-chemioterapia o la brachiterapia, ha permesso di migliorare i risultati clinici.
Attualmente infatti, i casi giudicati non operabili perché diffusi localmente o a distanza vengono trattati con radioterapia mirata e chemioterapia associata.
In relazione alla rarità della patologia e alla complessità intrinseca del trattamento, che richiede il coinvolgimento di diverse specialità, è emerso il bisogno di criteri condivisi per la gestione complessiva delle pazienti da parte di un team specializzato.
“L’attivazione del PCA dedicato alla donna con Tumore Maligno della Vulva presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – continua la dottoressa Fragomeni - nasce dall’esigenza di garantire un preciso inquadramento della paziente al fine di proporle il migliore trattamento, sulla base delle linee guida e raccomandazioni internazionali con applicazione delle più recenti evoluzioni tecnologiche a disposizione”.
La gestione in team multidisciplinare (ginecologo, oncologo, radioterapista, radiologo, medico nucleare, anatomo patologo, dermatologo, terapista del dolore, chirurgo plastico, chirurgo generale, proctologo, nutrizionista, psicologo, fisioterapista) durante tutta la filiera assistenziale, unita a una maggiore facilità di accesso della paziente mediante lo Sportello Gemelli-Cancro permetterà: l’identificazione precoce delle donne che necessitano di accedere al percorso, un counseling adeguato e tempestivo, una gestione terapeutica personalizzata, un adeguato e costante follow-up oltre che l’opportunità di accedere alle cure sperimentali.
È di fondamentale importanza infatti, per una patologia così rara, poter garantire non solo le migliori cure ma anche il potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo.
Nel 2021 presso la UOC di Ginecologia Oncologica della Fondazione, sono state trattate circa 100 pazienti con diagnosi di tumore maligno. Nello stesso periodo sono stati gestiti in corso di tumor board multidisciplinare oltre 260 casi in diversi stadi di malattia.
Alla presentazione del Percorso, che si è svolta il 27 aprile scorso, hanno partecipato diversi specialisti del Policlinico Gemelli e dell’Università Cattolica.
L’incontro è stato introdotto dal professor Giovanni Scambia, Direttore UOC Ginecologia Oncologica, Ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica e coordinatore del PCA dedicato alla donna con Tumore Maligno della Vulva.
Ha moderato il professor Antonio Giulio de Belvis, Direttore UOC Percorsi e Valutazione Outcome Clinici del Policlinico Gemelli, che ha presentato il “modello di gestione per Percorsi Clinico Assistenziali” della Fondazione, ponendo particolare attenzione agli aspetti organizzativi del Percorso Clinico Assistenziale dedicato alla donna con Tumore maligno della vulva, sottolineando l’importanza dell’approccio multidisciplinare e multi professionale nella gestione di tali pazienti.
Alla tavola rotonda sono intervenuti i coordinatori del percorso: dottoressa Simona Maria Fragomeni, professoressa Giorgia Garganese, Responsabile UOC Ginecologia e Senologia Mater Olbia Hospital e ricercatrice di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica, professor Luca Tagliaferri, responsabile UOS Radioterapia interventistica Policlinico Gemelli e docente di Oncologia medica e Radioterapia all’Università Cattolica, e la dottoressa Linda Stella Guajardo Rios, Care manager del PCA.
Come contattarci
È possibile contattare il team di percorso al seguente indirizzo: patologiavulvare@policlinicogemelli.it
Oppure, in caso di diagnosi accertata, è possibile accedere al percorso contattando lo Sportello Gemelli-Cancro
Tel.: 06 3015.7080 (dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00)
E-mail: sportello.cancro@policlinicogemelli.it
