La vitamina C protegge dall’infezione da COVID-19? Mancano prove scientifiche certe

L’assunzione di supplementi di vitamina C o le spremute di arance, limoni, kiwi, non proteggono dal COVID-19. Il parere degli esperti su questo punto è unanime. Eppure, quest’ultima ‘bufala’ diventata virale, dopo le esternazioni di alcuni influencer sui social e un messaggio audio che gira nelle chat di WhatsApp (da non diffondere assolutamente), ha portato molti a svaligiare farmacie e parafarmacie per accaparrarsi i supplementi di vitamina C. Peccato che non serva a nulla contro il COVID-19; e anche un’alimentazione sana, ricca di frutta e verdura, purtroppo non può far molto contro questa infezione.
Le fake news però, come tutte le bufale che si rispettino, nascono da un fondamento di verità: nel mese di febbraio è stato annunciato in Cina l’avvio di tre piccoli studi clinici indipendenti sull’impiego di vitamina C ad altissime dosi (in alcuni casi addirittura 24 grammi al giorno) per via endovenosa. Gli studi sull’argomento sono coordinati da un team scientifico internazionale (International Intravenous Vitamin C China Epidemic Medical Support Team) del quale fanno parteRichard Z. Cheng (un esperto in medicina anti-aging),Hong Zhang, Qi Chen(Università del Kansas, Usa),Thomas E. Levy (un cardiologo americano autore del libro‘Primal Panacea’, sulla vitamina C) e Atsuo Yanagisawa (KyorinUniversity, Tokyo).
Il primo studio (https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04264533), partito l’11 febbraio 2020 presso l’Ospedale Zhongnan dell’Università di Wuhan,utilizza dosaggi altissimi di vitamina C (dai 12 ai 24 grammi al giorno)per via endovenosa su pazienti con grave polmonite da COVID-19.
Il razionale dell’impiego di vitamina C è così spiegato dagli autori: “la vitamina C è un antiossidante. Quando compare la sepsi, il sistema immunitario produce grandi quantità di citochine, nei polmoni si accumulano i neutrofili e questo porta a distruzione i capillari alveolari. Studi clinici condotti in passato suggeriscono che la vitamina C potrebbe prevenire in maniera efficace questo processo. Allo stesso tempo la vitamina C può aiutare ad eliminare i fluidi che si accumulano negli alveoli, prevenendo l’attivazione e l’accumulo di neutrofili e riducendo il danno a carico delle acquaporine (i canali dell’acqua) alveolari. La vitamina Cpuò prevenire la formazione delle trappole extracellulari di neutrofili (NET), un evento biologico di danno vascolare, causato dall’attivazione dei neutrofili”.
Nel secondo studio, annunciato il 13 febbraio, i dosaggi impiegati (sempre endovena) vanno dai 6 ai 12 grammi al giorno nei pazienti con forme moderato-gravi. Il 21 febbraio infine è stato annunciato l’avvio di un terzo studio, sempre sull’impiego per via endovenosa della vitamina C.
Per il momento, nessuno studio sui pazienti COVID-19 sta utilizzando la vitamina C per via orale, anche se questa via di somministrazione, in caso di comprovata efficacia (ancora tutta da dimostrare) consentirebbe di trattare un maggior numero di persone, anche a casa. E’ bene comunque ribadire che al momento non esiste alcuna evidenza clinica dell’efficacia della vitamina C contro il SARS-CoV-2 il virus responsabile della COVID-19.
Dove nasce il mito della vitamina C
La vitamina C (o acido ascorbico) è un potente anti-ossidante; il suo primo paladino è stato il premio Nobel Linus Pauling che asseriva che la vitamina C fosse in grado non solo di proteggere dal raffreddore comune ma anche di aiutare a combattere tumori e malattie cardiovascolari. Sono affermazioni scritte nei suoi libri, negli anni ’70 che non sono state mai confermate e supportate in realtà da solide evidenze scientifiche. L’unico dato a parziale supporto è una reviewCochrane del 2013* che analizzando diversi studi sulla vitamina C concludeva che il suo impiego può un po’ abbreviare la durata del raffreddore (dell’8% negli adulti e del 14% nei bambini), in pratica di un giorno circa. Un possibile vantaggio, assai modesto peraltro, per il raffreddore comune. Ma al momento, nessuna prova di un beneficio della vitamina C contro il COVID-19. Negli ultimi giorni è stata addirittura la Dompé, l’azienda produttrice del Cebion a prendere ledistanze dalla fake della vitamina C anti-COVID.
Maria Rita Montebelli
*Vitamin C for preventing and treating the common cold https://doi.org/10.1002/14651858.CD000980.pub4
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