Giornata per la Ricerca: al centro la medicina personalizzata, cure su misura per il singolo paziente
La medicina personalizzata è stata al centro della VI Giornata per la ricerca 2017, promossa dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica e dalla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, mettendo assieme, il 25 maggio scorso, giovani ricercatori ed esperti, insieme a due personalità di primo piano del mondo scientifico, due premi Nobel in campi distinti, ma accomunati dall'impegno e dai risultati ottenuti sul fronte scientifico: Robert Huber, vincitore del riconoscimento per la Chimica nel 1988, e Amartya Sen, insignito del Nobel per l'Economia nel 1998.Una giornata densa di interventi di alto profilo, grazie, soprattutto, al prestigio dei relatori, ricca di spunti di riflessione, considerato l’ampio spettro di personalità coinvolte, e partecipata, visto l’interesse per le ricerche inedite e premiate. Ad aprire i lavori, il Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, prof. Franco Anelli, e il prof. Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
“Le cure personalizzate sono un traguardo importantissimo della medicina - ha affermato il Rettore Anelli -. Tuttavia richiedono scelte etiche ed economiche e sui campi da studiare. Bisogna prestare attenzione a dove proiettare lo sguardo e in quale direzione andare, sapendo che risultati ci si attende. Ma soprattutto bisogna trovare il modo di distribuire a tutti l'accesso all'assistenza”.
Per il preside Bellantone, che ha sottolineato la cospicua presenza di giovani ricercatori, “con la scoperta del genoma umano si è compreso che la stessa malattia non è uguale per tutti i pazienti e lo stesso farmaco non ha identici effetti su tutti i malati. Puntare alla personalizzazione delle cure significa tendere al massimo dell’efficacia. Ciò che invece rimane costante è il rapporto e l’attenzione per la persona che soffre”.
Per raggiungere importanti obiettivi clinici e di ricerca, ha affermato Enrico Zampedri, direttore generale della Fondazione Gemelli, “c'è bisogno che medici, operatori e ricercatori vengano affiancati e sostenuti da un’organizzazione ospedaliera che deve funzionare come un orologio di precisione. I nostri medici e ricercatori possono attingere a una riserva unica di dati su cui basare le proprie ricerche che poi potranno avere ricadute dirette sulla vita dei pazienti”.
Di ampio respiro le parole di monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, improntate sul significato della “Testimonianza Evangelica e Ricerca Scientifica”: nella giornata dedicata alla medicina personalizzata, la centralità dell’individuo non puó che essere motore per indagare il creato.
La ricerca di base si mostra aperta e attenta alle realtà industriali come validi interlocutori e partner credibili ed indispensabili:?in quest’ottica s’inserisce il premio ‘Giovanni Paolo II’ alla Danone Spa, per l’attenzione ai progetti scientifici di monitoraggio della salute degli individui e per le iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica ai corretti stili di vita e ai programmi di educazione sanitaria. Il riconoscimento è stato consegnato al presidente e amministratore delegato, Marc Gosselin, dall’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica, Monsignor Claudio Giuliodori.
Com’era prevedibile, i due Nobel hanno catalizzato l’attenzione di tutti i presenti. La relazione del prof. Robert Huber, attuale Direttore Emerito Max Planck Institute of Biochemistry, si è segnalata per l’approfondito grado di scientificità, in senso stretto, collocando la propria esperienza inerente alla cristallografia proteica, tra le più importanti per lo studio della composizione genomica e, dunque, condizione essenziale per la disegnare la terapia a misura del singolo paziente. L’approccio sempre più marcato alla personalizzazione delle terapie, come dimostrano i grandi passi in avanti presentati nel corso della giornata, vanno a inserirsi nell’ambito di un sistema sanitario come quello italiano che il prof. Amartya Sen ha definito “tra i migliori al mondo”. Il sistema sanitario italiano, ha detto lo studioso premio Nobel, "fornisce infatti servizi sanitari a tutti i cittadini e questo lo rende migliore, ad esempio, rispetto a quello Usa, che non garantisce terapie a molti cittadini. I raffronti a livello mondiale hanno dimostrato che una sanità per tutti e un’istruzione per tutti permettono di ottenere molto di più che con la privatizzazione”
“La salute è uno degli aspetti prioritari della vita umana, ma nel mondo è grande la diseguaglianza nell’accesso alle cure - ha concluso Sen -. Se si garantisce l’assistenza sanitaria universale, si migliora la qualità della forza lavoro e dunque tutta l’economia ne avrà benefici”.
Giornata per la Ricerca:?dai tumori all’infarto tutti gli studi firmati Cattolica e Gemelli
321 nuovi progetti di ricerca no profit che ogni anno portano a oltre 1500 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali, oltre 16,4 milioni di euro di ricerca finanziata nel corso del 2016, 17 brevetti attivi e depositati, 71 progetti finanziati a livello europeo e internazionale avviati negli ultimi 5 anni, 175 sperimentazioni cliniche avviate e oltre 380 collaborazioni e assegni di ricerca attivati ogni anno grazie a finanziamenti alla ricerca. Sono i numeri della ricerca biomedica che viene svolta presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli. Oltre 850 i ricercatori quotidianamente impegnati nei laboratori e nei reparti della Cattolica, sia nel settore della ricerca di base che della ricerca clinica. La VI Giornata per la Ricerca 2017 ha offerto l’occasione per presentare i risultati degli studi firmati Università Cattolica e Policlinico Gemelli sul fronte della medicina personalizzata, dai tumori all’infarto, tutti con un ampio potenziale applicativo. Quest'anno le ricerche hanno abbracciato tre macro-aree: oncoematologia e immunologia dei tumori, in particolare genetica molecolare ai fini della diagnostica; microbiota e antibiotico-resistenza; sindromi coronariche e diabete, con la personalizzazione della diagnosi di diabete e lo studio di meccanismi specifici dell'infarto.
Oncoematologia e immunologia dei tumori: l’identikit molecolare del cancro per terapie su misura
Come massimizzare le chance di cura attraverso i farmaci ‘intelligenti’ che agiscono selettivamente sulle caratteristiche molecolari di ogni tumore. Nella ricerca ‘InSight’, pubblicata di recente su ‘Nature Genetics’, i ricercatori dell’Istituto di Medicina genomica hanno?classificato più di 2.000 varianti di sequenza del Dna (mutazioni) in tumori al colon-retto, con lo scopo di allargare i possibili bersagli terapeutici e analizzato alcune regioni genomiche normalmente soggette?a regolazione epigenetica. Lo studio ha dimostrato una disregolazione?nel 90% dei tumori analizzati e anche in un sottogruppo di campioni di?tessuto sani adiacenti al tumore. Da qui il suggerimento - spiegano i?ricercatori - che alterazioni della regolazione dei geni potrebbero?essere già presenti nella mucosa sana del tratto digerente prima che?si sviluppi il tumore e potrebbero rappresentare una lesione?molecolare precancerosa, una base per nuovi test di diagnosi precoce.
Un altro studio, pubblicato su ‘Journal of Clinical Oncology’,?attraverso la collaborazione tra l‘Anatomia patologica, l'Oncologia e la Chirurgia è stata identificata in pochissimi pazienti la presenza nei tumori gastrointestinali di due sostanze in genere presenti solo separatamente: i fattori Kit e Pdgfra (Platelet-derived growth factor receptor A). E' necessaria quindi, secondo i ricercatori, un’analisi molecolare di più fattori per evitare che sfuggano elementi condizionanti una corretta terapia.
Infarto: alla ricerca delle cause scatenanti per sviluppare terapie su misura
Le origini dell’infarto possono derivare da meccanismi diversi che si traducono in prognosi diverse da paziente a paziente. E’ quanto emerge dalle ricerche condotte dagli specialisti dell'Istituto di Cardiologia della Cattolica e dal Polo di Scienze cardiovascolari e toraciche del Gemelli, impegnati in alcuni studi sulle cause della patologia con l'obiettivo di arrivare a perfezionare terapie mirate per ogni tipo di arresto cardiaco.
Ad esempio, una ricerca pubblicata sul ‘Journal of the American College of Cardiology’ si sta focalizzando sullo studio del sistema immunitario come causa di infarto in un sottogruppo di pazienti in cui la placca aterosclerotica sulle pareti dei vasi che ossigenano il cuore (le coronarie) va incontro a rottura e successiva formazione del trombo, con meccanismi che coinvolgono uno squilibrio nelle cellule del sistema immunitario.
Fra le possibili cause d’infarto ci sono poi le erosioni di placca (vale a dire minime alterazioni a livello di cellule che rivestono i vasi sanguigni, da cui può innescarsi il trombo, senza la rottura di una placca aterosclerotica), che sono oggetto di un’altra ricerca pubblicata sull’European Hearth Journal.
Un’altra causa d’infarto, infine, deriva dall’eccessiva costrizione delle coronarie iperattive: questa linea di ricerca è stata di recente discussa in dettaglio sulla rivista Circulation.
Il microbiota, arma contro molte malattie e strumento per cure sempre più personalizzate
La flora intestinale (microbiota, ovvero l’insieme dei batteri, virus, funghi, parassiti e altri microbi presenti all’interno del nostro intestino) si è di recente rivelata un’arma potenzialmente preziosa contro molte malattie non solo del tratto digerente: ogni individuo ha un suo personale microbiota che può esporlo o, al contrario, proteggerlo da varie malattie. Diversi fattori ne influenzano la composizione, incluso l’età, l’alimentazione, il tipo di parto e di nutrizione in età neonatale, il luogo di residenza, e i farmaci. Tra essi, gli antibiotici possono avere un impatto dannoso sul microbiota intestinale.
Gli studi, condotti e in corso, presso l’Area Gastroenterologia del Gemelli stanno contribuendo allo sviluppo di nuove terapie mirate che sfruttino il microbiota per la risoluzione di molte patologie, non solo del tratto digerente, aiutando ad aggirare per esempio le resistenze agli antibiotici.
La modificazione controllata del microbiota può rappresentare infatti un vero e proprio target terapeutico, tramite diversi approcci, correzioni dietetiche, somministrazione di prebiotici (sostanze che favoriscono la crescita di microbi benefici), probiotici (microbi benefici) e simbiotici (l’unione dei primi due), oppure ancora con il trapianto di microbiota da un donatore sano. Procedura che, evidenziano i ricercatori, ha dimostrato chiara efficacia nel trattamento, per esempio, dell’infezione da Clostridium difficile.
Il trapianto di microbiota mostra dati promettenti in diverse altre patologie (ad esempio le malattie infiammatorie croniche intestinali o la sindrome metabolica);?recenti evidenze su modelli animali dimostrano come la modulazione del microbiota intestinale possa migliorare la risposta terapeutica ad alcune terapie antineoplastiche, per esempio gli anticorpi monoclonali ipilimumab e nivolumab. Se i dati di studio saranno confermati, il trapianto di microbiota diventerà un approccio di terapia personalizzata contro numerose patologie. I ricercatori stanno inoltre valutando con tecniche avanzate di analisi del microbiota, come la metagenomica, l’eventuale influenza della flora intestinale su sclerosi multipla ed esofago di Barrett (trasformazione della mucosa esofagea in mucosa intestinale che può portare a cancro dell’esofago).
La medicina di precisione va a caccia di meccanismi protettivi naturali per scoprire nuove terapie contro il diabete
In Italia, circa 5 milioni di persone soffrono di diabete:?la sfida è disegnare un trattamento individualizzato per ciascun paziente, sulla base di diversi fattori e di eventuali predisposizioni genetiche. A questo lavora l’Istituto di Patologia Speciale Medica e Semeiotica Medica, attraverso il network di competenze specifiche e con metodiche sofisticate come genetica, epigenetica, metabolomica, proteomica e metabolic imaging. Una delle ricerche in corso studia campioni pancreatici da pazienti con altre problematiche: da questi si osserva che, in soggetti non diabetici, alterazioni della sensibilità all’ormone insulina determina alterazioni della morfologia delle isole di Langherans che presiedono alla produzione dell’ormone stesso.
Dati recentemente pubblicati su Diabetes e Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, confermano che non tutte le persone con insulino-resistenza, anche grave, sviluppano diabete:?la ricerca punta a individuare i meccanismi di compensazione che prevengono l’iperglicemia in questi soggetti, di fatto proteggendoli dalla malattia. Attraverso analisi di proteomica e del Dna, si punta a identificarli per poterli utilizzare anche sulle persone a rischio o già malate perché prive di questa naturale protezione.
La terapia personalizzata in diabetologia, in collaborazione con l’Istituto di Medicina Nucleare, arriva a misurare, con tecniche di imaging metabolico, l’ossigeno e il glucosio che entrano nel cuore e studiare su pazienti diabetici la vitalità del cuore e le sue modifiche in risposta a diverse terapie farmacologiche, per scegliere la terapia efficace per la riduzione della glicemia, migliorando anche la vitalità miocardica. Inoltre, il Centro per le Malattie Endocrine e Metaboliche del Gemelli è tra i 40 centri italiani coinvolti per la creazione di un Registro Nazionale delle Dislipidemie Familiari che permetterà di determinare il numero delle forme rare di dislipidemie genetiche e l’identificazione di eventuali cluster e/o sottopopolazioni a rischio. Studi permettono di valutare portatori di mutazioni specifiche che necessitano di terapie individualizzate.
I premi per le migliori pubblicazioni scientifiche
Anche in questa edizione, come da tradizione, la Giornata per la Ricerca si è conclusa con la premiazione dei giovani autori delle migliori pubblicazioni dell’anno 2016 e del miglior dottore di ricerca della Facoltà di Medicina e chirurgia,Il premio di miglior Dottore di Ricerca 2016, è stato assegnato al dott. Rocco Vergallo dell’istituto di Cardiologia. Vergallo, laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 2011 all’Università Cattolica del Sacro Cuore, vanta fra l’altro esperienze presso la Harvard Medical School ed il Massachusetts General Hospital di Boston, ed è autore di oltre 50 pubblicazioni su riviste indicizzate nazionali ed internazionali, tra cui “Circulation”, “Journal of the American College of Cardiology”, “European Heart Journal” e “The Lancet”. Quattro i premi attributi alle migliori pubblicazioni nel 2016 (2 di area
Il secondo riconoscimento è stato attribuito al dott. Salvatore Fusco, attualmente ricercatore dell’Istituto di Fisiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per la pubblicazione “CREB-Sirt1-Hes1 Circuitry Mediates Neural Stem Cell Response to Glucose Availability” del febbraio 2016 sulla rivista “Cell Reports”.
I due premi per la Migliore Pubblicazione in area clinica sono stati conferiti al dott. Stefano Alivernini, primo firmatario del lavoro “MicroRNA-155 influences B-cell function through PU.1 in rheumatoid arthritis”, pubblicato sulla rivista “Nature Communication” a settembre 2016. Alivernini attualmente è ricercatore presso l’Istituto di Reumatologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il secondo dei due riconoscimenti è andato al dott. Giorgio Tasca, dirigente medico presso l’UOC di Neurologia del Policlinico Gemelli, per la pubblicazione “Magnetic Resonance Imaging in a large cohort of facioscapulohumeral muscular dystrophy patients: pattern refinement and implications for clinical trials” sulla rivista “Annals of Neurology”, a marzo 2016.