Il premio ‘Harold Gunson’ ad un giovane specializzando in Ematologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Il riconoscimento internazionale è stato assegnato a Claudio Pellegrino nel corso dell’ultimo congresso della Società Internazionale di Medicina Trasfusionale per una relazione sulle trasfusioni di sangue da cordone ombelicale, un filone di ricerca portato avanti da anni dalla professoressa Luciana Teofili, direttore del Servizio Trasfusionale di Fondazione Policlinico Gemelli.
Claudio Pellegrino ha appena 29 anni, è al terzo anno di specializzazione in ematologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (campus di Roma) ed è appena stato insignito del premio ‘Harold Gunson’, riservato agli under 40, dalla Società Internazionale di Medicina Trasfusionale (ISBT, International Society of Blood Transfusion), nel corso della33° edizione del congresso della società scientifica, tenutosi quest’anno a Göteborg (Svezia). Il premio è intitolato al padre della medicina trasfusionale inglese che aveva iniziato la sua carriera nell’ambito della trasfusione neonatale. E la ricerca che ha valso al giovane dottore questo riconoscimento internazionale verte proprio – ma è solo un caso – sul tema delle trasfusioni da sangue di cordone ombelicale nei prematuri, lo stesso al quale Claudio aveva dedicato la sua tesi di laurea tre anni fa. È questo un filone di ricerca di frontiera, che vede i ricercatori di Fondazione Policlinico Gemelli/Università Cattolica del Sacro Cuore ai primi posti nel mondo.
“Il sangue di cordone ombelicale – ricorda la professoressa Luciana Teofili, direttore del Servizio di Emotrasfusione di Fondazione Policlinico Gemelli, docente di Ematologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e tutor del giovane premiato - viene abitualmente raccolto nelle banche pubbliche dedicate, per assicurare il trapianto di cellule staminali ematopoietiche a pazienti che non hanno un donatore compatibile in famiglia. Purtroppo, tra le unità raccolte, solo alcune soddisfano i requisiti specifici di concentrazione cellulare per risultare idonee al trapianto. Nel nostro Policlinico, le unità non idonee possono vivere tuttavia una seconda vita, venendo utilizzate per la trasfusione dei neonati pretermine.”
Il razionale delle trasfusioni da sangue di cordone ombelicale. Quelle da sangue di cordone ombelicale sono delle trasfusioni molto particolari e preziose per i piccoli nati pretermine, ad alto rischio di retinopatia e altre malattie associate alla prematurità. “Il nostro gruppo di ricerca – spiega il dottor Pellegrino - da qualche anno sta portando avanti l’ipotesi che le trasfusioni di concentrati di globuli rossi da sangue cordonale, nei neonati pretermine, possano portare un beneficio aggiuntivo, rispetto ai concentrati tradizionali ottenuti da donatori di sangue adulti. Questo perché il sangue cordonale è ricco in emoglobina fetale, che è espressa dal neonato e manca invece nel donatore adulto. Con la nostra strategia innovativa di trasfusioni da sangue cordonale, siamo in grado di garantire livelli fisiologici di emoglobina fetale. E per dimostrare che non si tratti di mera teoria, stiamo conducendo uno studio randomizzato per valutare le ricadute cliniche di questa tipologia di trasfusione, soprattutto in termini di riduzione di sviluppo di retinopatia del prematuro”.
“In collaborazione con il gruppo della Neonatologia del professor Giovanni Vento, direttore della Terapia Intensiva Neonatale e professore associato di pediatria generale e specialistica e della dottoressa Patrizia Papacci, neonatologa e docente di pediatria generale e specialistica – prosegue la professoressa Teofili - abbiamo già dimostrato che trasfondendo nei neonati prematuri globuli rossi ottenuti dalle donazioni sangue ombelicale, anziché da donatori adulti, possiamo prevenire il progressivo declino dei livelli di emoglobina fetale. E per valutare se questo sia associato ad una riduzione di severità della retinopatia o di altre malattie associate alla prematurità, stiamo conducendo lo studio Italiano multicentrico BORN (A randomized trial to assess the impact of cord RBC transfusions on ROP severity). Lo studio premiato a Göteborg evidenziava appunto che i due tipi di trasfusione (da donatore adulto o da sangue ombelicale), hanno un impatto diverso sulla ossigenazione cerebrale del neonato trasfuso”.
Chi è Claudio Pellegrino. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Claudio Pellegrino è arrivato quarto assoluto nella graduatoria nazionale di tutte le scuole di specializzazione nel 2020. Attualmente è al terzo anno di specializzazione in Ematologia. Claudio si è appassionato al tema della trasfusione neonatale già durante gli studi per la sua tesi di laurea e, una volta entrato in specializzazione, ha scelto di continuare a portare avanti queste ricerche presso l’Università Cattolica. Grintoso con gentilezza, appassionato delle sue ricerche e dei numerosi pazienti che ha avuto modo di seguire in Ematologia, Claudio mostra solo un attimo di incertezza quando gli chiediamo “che hobby hai?”. Ma un attimo dopo arriva la risposta, con un sorriso che gli illumina il volto: “Viaggiare!.”
Maria Rita Montebelli