Giornata Mondiale della Sepsi: un’emergenza sanitaria globale

Il Gemelli eccellenza tra ricerca internazionale e cura dei pazienti.
Una febbre alta che peggiora in poche ore, brividi intensi, respiro affannoso. Sintomi che possono sembrare un’influenza stagionale, ma che in realtà nascondono una delle emergenze sanitarie più gravi: la sepsi. Ogni anno colpisce circa 49 milioni di persone e provoca oltre 11 milioni di decessi nel mondo, secondo i dati 2024 della Global Sepsis Alliance. Una cifra che la colloca tra le principali cause di morte prevenibile, ma ancora poco conosciuta dall’opinione pubblica.
In occasione della Giornata Mondiale della Sepsi, che si celebra il 13 settembre, Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS rilancia il proprio impegno internazionale come protagonista della Surviving Sepsis Campaign (SSC), il più ampio panel globale promosso dalla European Society of Intensive Care Medicine e dalla Society of Critical Care Medicine. Oltre 70 esperti di tutto il mondo stanno lavorando alle nuove linee guida sulla gestione della sepsi e il contributo del Gemelli è parte centrale di questo percorso. Le raccomandazioni, frutto di un’analisi rigorosa delle evidenze scientifiche secondo il sistema GRADE, confluiranno nelle linee guida SSC 2025, che saranno pubblicate nel 2026 su Intensive Care Medicine e Critical Care Medicine.
“Il Gemelli non si limita ad applicare linee guida: contribuisce a scriverle” sottolinea il professor Massimo Antonelli, Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Dipartimento di Scienze dell’emergenza, anestesiologiche e della rianimazione della Fondazione Gemelli IRCCS. “Portare la nostra esperienza clinica nei documenti internazionali significa incidere direttamente sulla sopravvivenza di milioni di pazienti.”
La sepsi insorge quando l’organismo reagisce in modo eccessivo e fuori controllo a un’infezione, innescando una cascata infiammatoria capace di compromettere rapidamente gli organi vitali fino a evolvere in shock settico. I campanelli d’allarme da non sottovalutare sono febbre elevata o brividi improvvisi, aumento della frequenza cardiaca, respiro accelerato, stato confusionale e importante calo della pressione arteriosa. Si tratta di una patologia tempo-dipendente: ogni ora di ritardo nella diagnosi e nell’inizio della terapia antibiotica adeguata incrementa in maniera significativa il rischio di mortalità.
“La sepsi rappresenta una delle grandi sfide della medicina contemporanea, perché attraversa trasversalmente tutte le specialità cliniche, dalla terapia intensiva alle malattie infettive, dall’oncologia alla chirurgia” dichiara il professor Antonio Gasbarrini, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Ordinario di Medicina Interna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Direttore della UOC Medicina Interna e Gastroenterologia e del Centro Malattie dell’Apparato Digerente (CEMAD). “Il nostro compito come IRCCS è trasformare la ricerca più avanzata in terapie concrete, capaci di salvare vite e migliorare la qualità della sopravvivenza.”
Al Gemelli la lotta contro la sepsi si combatte ogni giorno: nei reparti, con protocolli rapidi e multidisciplinari; con la ricerca, attraverso studi multicentrici e contributi ai panel internazionali; con la formazione, con percorsi di eccellenza. “Solo integrando scienza, clinica e prevenzione possiamo ridurre la mortalità e migliorare la qualità della sopravvivenza” conclude Antonelli.










