“Dalla Violenza alla Malattia”: convegno scientifico per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Ridefinire la violenza di genere non solo come crimine sociale, ma come fattore di rischio e vera e propria patologia silente che richiede un approccio sanitario specialistico è stato il tema del convegno scientifico organizzato dalla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, lunedì 24 novembre, alla vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi martedì 25 novembre.
L’evento, promosso dal Comitato Ri.Vi.Ge. (Risposta alla Violenza di Genere) in collaborazione con Assolei APS e Wind Tre, dal titolo “Dalla violenza alla malattia: perché la lotta alla violenza di genere è una questione di sanità pubblica” ha voluto dedicare una giornata di studio e confronto sul legame diretto tra la violenza di genere e la salute pubblica.
L’approccio scientifico del dibattito è stato multidisciplinare, con interventi focalizzati sull’impatto della violenza sui diversi sistemi organici e ha analizzato le conseguenze a lungo termine che il trauma imprime sul corpo e sulla psiche delle vittime.
L’evento è stato moderato da Daniela Romualdi, Docente di ginecologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Ginecologa presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia ginecologica del Policlinico Gemelli e membro del Comitato Ri.Vi.Ge.
Il convegno è stato introdotto dalla Keynote di Simona Gaudi dell’Istituto Superiore della Sanità sul tema “Dalla violenza al DNA: le cicatrici invisibili della violenza di genere“.
Sono seguiti gli interventi scientifici di diversi specialisti del Policlinico Gemelli che hanno affrontato l’impatto del trauma sulle donne.
Quando il secondo cervello ci parla: il corpo che grida dopo il trauma a cura della dottoressa Lucrezia Laterza medico UOC Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli.
“Eventi violenti o comunque vissuti come traumatici, in particolare se avvenuti in età precoce, sono in grado di alterare profondamente la barriera intestinale e il microbiota. Questo disequilibrio, che coinvolge l’asse intestino-cervello, può predisporre a sviluppare in futuro patologie croniche, come la sindrome dell’intestino irritabile”
Intimità violata: il prezzo nascosto delle relazioni abusive: impatto sulla salute mentale e l’autostima a cura di Tullio Ghi, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore della UOC di Ostetricia e Patologia Ostetrica del Policlinico Gemelli.
“L’intimità violata non lascia solo lividi visibili, ma fratture profonde nell’autostima e nella percezione di sé. Il prezzo nascosto delle relazioni abusive è la lenta normalizzazione del controllo, della paura e del silenzio. Parlarne significa riconoscere che l’amore non è possesso, ma libertà e rispetto reciproco. La prevenzione passa dall’ascolto, dall’educazione emotiva e dal coraggio di chiedere aiuto. Solo insieme possiamo trasformare il dolore in consapevolezza e costruire una cultura che protegga, non che ferisca”
“Cuore sotto assedio: quando la paura diventa battito mancato a cura del professor Francesco Burzotta, Ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Cattolica e Direttore della Cardiologia del Policlinico Gemelli.
Sempre maggiori sono le evidenze che supportano il concetto che, anche in assenza di traumi fisici, lo stato di stress emotivo può determinare danni cardiaci significativi nelle donne, che hanno una fragilità intrinseca. Lo stress psicologico può causare cardiopatie organiche gravi, come la Sindrome di Tako-Tsubo (danno miocardico da stress) o aumentare il rischio di dissezioni coronariche spontanee. Infine, lo stato di stress psicofisico può determinare una condizione di disagio che spesso finisce per facilitare condotte di vita (fumo, disturbi alimentari, scarsa cura della persona, sottovalutazione sintomi) che costituiscono noti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. “
Ombre interiori: dalla crisi invisibile alla speranza a cura del professor Gabriele Sani ordinario di Psichiatria all’Università Cattolica e Direttore UOC Psichiatria Clinica e d’Urgenza del Policlinico Gemelli.
“La violenza lascia ‘cicatrici invisibili’ che spesso si manifestano come disturbi depressivi, ansiosi e post-traumatici non immediatamente riconosciuti. Come professionisti della salute, abbiamo il dovere di evitare ogni forma di stigma, specialmente verso le pazienti con una storia psichiatrica. La loro vulnerabilità non deve mai diventare un ostacolo alla credibilità, all’ascolto e, soprattutto, all’accesso alle cure. È fondamentale implementare percorsi diagnostici tempestivi e una rete multidisciplinare capace di intercettare e sostenere la sofferenza prima che si cronicizzi”.
Corpi che sopportano: fragilità e resilienza oltre il dolore a cura delprofessor Giulio Maccauro, Ordinario di Ortopedia all’Università Cattolica e Direttore della UOC di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli, con il contributo della relazione affidata alla dottoressa Carla Conti della UOC di Ortopedia e Traumatologia.
“La violenza di genere arriva in Pronto Soccorso spesso nascosta dietro fratture, contusioni e dinamiche poco convincenti. Come ortopedici siamo chiamati a riconoscere questi segnali con attenzione tecnica, ma anche con uno sguardo capace di accogliere paura, vergogna e silenzi. Documentare con precisione le lesioni e porre domande delicate ma pertinenti significa dare valore alla storia della paziente e offrirle un possibile percorso di protezione.”
Dati e Impegno in Rete: Il Ruolo del Gemelli e di Assolei
L’incontro ha fornito anche dati aggiornati sull’impegno del Centro Anti Violenza (CAV) Assolei, attivo in collaborazione con il Gemelli. I numeri di intervento, aggiornati a novembre 2025, mostrano un incremento costante:
- Chiamate al Telefono Dedicato (Wind Tre): Sono state registrate 380 chiamate, superando le 377 del 2024 e le 360 del 2023.
- Percorsi di Uscita dalla Violenza: Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2025, ben 79 donne hanno avviato il loro percorso di presa in carico nella sede del CAV al Gemelli, rispetto alle 60 del 2023.
- Accesso Istituzionale: Quasi l’80% degli accessi nel 2025 è pervenuto dal personale sanitario ospedaliero, dimostrando la crescente consapevolezza che un luogo istituzionale può offrire tutela e sostegno per le ferite sia fisiche che psicologiche.
Si registra, inoltre, un preoccupante aumento delle richieste da parte di ragazze nella fascia d’età 20-29 anni e un sorpasso nel numero di donne di nazionalità italiana rispetto a quelle provenienti da altri paesi, che in precedenza erano in maggioranza.










