Un viaggio nella storia del volo per i pazienti dell’Oncologia Pediatrica del Gemelli
Un giorno al museo tra aerei e piloti dell’Aeronautica Militare. E’ la visita speciale che lo scorso 29 ottobre hanno fatto alcuni pazienti dell’U.O. di Oncologia Pediatrica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS al polo museale di Vigna di Valle.
Accolti in questo viaggio nella storia del volo dal Colonnello Giuseppe Lauriola, Comandante del Centro Storiografico e Sportivo Vigna di Valle, e dal Tenente Colonnello Adelio Roviti, Direttore del Museo, i piccoli pazienti sono stati accompagnati dai genitori, dalla dottoressa Antonella Guido, psicologa e psicoterapeuta dell’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli, e dalla dottoressa Daniela De Bianchi insieme ai volontari dell’AGOP Onlus (Associazione Genitori Oncologia Pediatrica).
Al progetto psico-educativo promosso dall’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal Professor Antonio Ruggiero, hanno collaborato gli psicologi del Servizio di Psicologia Ospedaliera operanti nell’U.O., gli insegnanti della Scuola in Ospedale del Gemelli e l’AGOP Onlus.
Occhi interessati e sognanti si sono posati sui velivoli esposti, ma ancor di più sul personale dell’Aeroporto che li ha accompagnati in una mattinata davvero ricca di contenuti e emozioni da entrambe le parti.
I bambini e ragazzi presenti sono tutti inseriti in un percorso scolastico vero e proprio che consente, a chi è costretto spesso per lunghi periodi in ospedale per affrontare le cura, di proseguire il percorso scolastico.
A impreziosire la visita, l’incontro con il pilota della Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) Tenente Colonnello Rudy Barassi, che ha raccontato peculiarità, aspetti tecnici e soprattutto estro e motivazione che contraddistinguono il lavoro dei piloti dell’Aeronautica Militare, in particolare quelli del volo acrobatico; le sue spiegazioni hanno interessato i ragazzi che hanno tenuto gli occhi fissi sul velivolo MB 339 PAN, mentre scorrevano immagini legate alle esibizioni dei piloti dell’aeroporto militare di Rivolto in occasione di alcuni recenti voli acrobatici.
Particolarmente apprezzati anche i colleghi che hanno indossato uniformi d’epoca, le cosiddette Marus, indossate dagli equipaggi di volo durante il secondo conflitto mondiale; scatti fotografici e sorrisi per i divertiti partecipanti.
“La visita al museo di Vigna di Valle – ha spiegato il professor Ruggiero - può essere considerata l’inizio di un auspicabile percorso di collaborazione tra la Forza Armata e il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. E’ infatti allo studio un protocollo che consentirà di creare veri e propri laboratori didattici, momenti ludici, esposizioni e mostre, il tutto finalizzato a creare momenti di interesse culturale e svago per i pazienti provati da esperienze emotive e fisiche così dure che, assieme ai genitori, famigliari e al personale del Policlinico Gemelli, tentano di superare”.
Fra sogni e tante domande i partecipanti hanno percorso un viaggio emozionante terminato con la salita a bordo di uno dei velivoli dell’Aeronautica Militare. Un’esperienza speciale, che a breve termine sarà replicata, ha spiegato il Tenente Colonnello Lauriola, “proprio presso il Policlinico Gemelli, dove andremo a trovare anche coloro che non hanno avuto la possibilità di essere presenti oggi a Vigna di Valle”.
“Questa iniziativa – ha continua la dottoressa Guido - segue la visita organizzata mesi fa presso il 31° Stormo di Ciampino e rientra nel progetto di promuovere, in collaborazione con la Scuola in Ospedale del Policlinico Gemelli, uscite didattiche con l’obiettivo di rompere l’isolamento spesso indotto dal trattamento terapeutico e favorire iniziative finalizzate a restituire un percorso scolastico caratterizzato anche da proposte esterne al contesto ospedaliero. D’altronde – ha concluso la psicologa - un protocollo terapeutico non può prescindere dal considerare il momento riabilitativo finalizzato a garantire al paziente una migliore qualità di cura, utilizzando le diverse professionalità sanitarie e non sanitarie più indicate al bisogno espresso. L’ottica dell’assistenza globale deve sempre fornire ai pazienti nuove opportunità di crescita e sviluppo, promuovendo le loro parti sane e le loro risorse”.