Malnutrizione in oncologia, la malattia nascosta da combattere

Se ne è parlato al convegno ‘Malnutrition in Oncology’ organizzato al Policlinico Gemelli in occasione della settimana internazionale della Consapevolezza della Malnutrizione, dalla professoressa Maria Cristina Mele e dal dottor Marco Cintoni. Una giornata di lavori dedicata a questo tema che ha bisogno di essere diffuso e implementato. Tra i contribuiti, le letture magistrali di Antonella Lezo, Presidente SINPE (Società Italiana Nutrizione Artificiale e Metabolismo), di Maurizio Muscaritoli, Presidente SINUC (Società Italiana Nutrizione Clinica) e di Eugenio Di Brino di ALTEMS (Health Economics and HTA) Università Cattolica del Sacro Cuore.
Tra le varie prove che una persona con tumore deve affrontare (dalla malattia stessa, ai trattamenti) ce n’è una ancora poco nota ai più, ma fondamentale per il buon esito delle cure. È la malnutrizione, un problema tanto comune tra i pazienti oncologici (in particolare nei tumori di pancreas, stomaco, testa collo, polmone e colon retto), quanto sottovalutato che può arrivare a coinvolgere 8 persone su 10 nel corso dei trattamenti e che nel 20% circa dei pazienti è presente in forma grave.
Il tumore e i suoi trattamenti possono rendere difficile mangiare e assimilare i nutrienti dal cibo, perché si perde l’appetito e possono subentrare nausea, alterazioni del gusto, difficoltà a deglutire. Ma cambia anche il modo in cui il corpo utilizza energia e sostanze nutritive. Tutto confluisce verso la perdita di peso (non voluta) e in particolare di muscolo, condizioni che gli esperti chiamano sarcopenia e cachessia. Un problema nel problema perché entrambe sono correlate a ridotta aspettativa di vita e maggior fragilità.
È necessario far luce su questi aspetti e l’occasione viene dalla Malnutrition Awareness Week 2025 (settimana di consapevolezza della malnutrizione) alla quale Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS/Università Cattolica del Sacro Cuore hanno dato il loro contributo con il convegno ‘Malnutrition in oncology’, organizzato dalla professoressa Maria Cristina Mele (Direttore della UOC di Nutrizione Clinica di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e Professore Aggregato di Scienze tecniche dietetiche applicate, Università Cattolica del Sacro Cuore) e dal dottor Marco Cintoni (specialista in Scienze dell’Alimentazione presso la UOC di Nutrizione Clinica di Fondazione Policlinico Gemelli, docente a contratto in Scienza dell’Alimentazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore nazionale del gruppo SINPE for Young della Società Italiana di Nutrizione artificiale e metabolismo).
“Siamo molto impegnati con il nostro Servizio di Nutrizione Clincia al fianco dei colleghi oncologi per il supporto nutrizionale dei pazienti seguiti al Gemelli – ricorda la professoressa Maria Cristina Mele-. Grazie al supporto datoci in tutti questi anni dal professor Antonio Gasbarrini, oggi disponiamo di uno dei più grandi organici di Nutrizione Clinica di tutto il Paese (5 medici, 10 dietisti e un coordinatore); e più andiamo avanti, più aumentano le evidenze dell’importanza della nutrizione clinica in modo trasversale a tutte le patologie. La nostra attività in questo momento è concentrata soprattutto all’assistenza dei pazienti con patologia oncologica, anche se questa è solo la punta dell’iceberg”.
“La conoscenza viene prima di tutto ed è fondamentale per affrontare i problemi – commenta Edy Palazzi, Consigliere Regionale, Regione Lazio -. In questo momento la Regione Lazio è molto impegnata sulla rete oncologica, anche a livello territoriale (visto che entro il 2026 dovremo aprire 131 Case della Comunità); questo consentirà di alleggerire molto il lavoro degli ospedali, che in questo momento sono un po’ travolti dalle richieste. La malnutrizione a livello oncologico è un problema profondo e impattante; attraverso la nutrizione dobbiamo riusciamo a rendere queste persone più forti per affrontare la battaglia che hanno davanti; dando loro il supporto nutrizionale necessario, saranno in grado di affrontare in modo diverso il loro percorso di cura.”
“Questo convegno – ricorda la professoressa Maria Antonietta Gambacorta Vice-preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Ordinario di Radioterapia oncologica e direttrice del dipartimento Diagnostica per Immagini e Radioterapia Oncologica di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – rappresenta la modellizzazione di qualcosa alla quale stiamo lavorando da tempo; abbiamo la fortuna di operare all’interno di un grande Policlinico Universitario e dunque di disporre di tante competenze da mettere al servizio dei pazienti. Il ‘modello Gemelli’ potrà essere esportato anche all’esterno, come esempio di buona pratica. Ed è un tema, quello dell’integrazione multidisciplinare, che ben si sposa anche con la transizione della didattica, da quella cosiddetta ‘a silos’, a quella innovativa, che sta prendendo forma qui nella facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica; la medicina non è solo specialistica, ma è fatta anche di aree trasversali, che investono i diversi aspetti della salute dei nostri pazienti. E la salute parte dalle abitudini di vita e, in primis, da quello che mangiamo.”
“Di nutrizione se ne continua a parlare troppo poco – conclude il professor Antonio Gasbarrini, Ordinario di Medicina Interna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Direttore Scientifico di Fondazione Policlinico Gemelli, IRCCS -. Andrebbe introdotta come materia di insegnamento già all’asilo e nella scuola primaria; ma forse, ancora più importante, è riconoscere e correggere la malnutrizione all’interno degli ospedali. Perché la nutrizione è una terapia vera e propria; in presenza di malnutrizione, il sistema immunitario non funziona bene e anche la risposta a trattamenti cardine come l’immunoterapia risulta deficitaria, mentre gli effetti indesiderati diventano preminenti. Metà dei costi ospedalieri è generato da variabili epigenetiche legate alla metainfiammazione e l’alimentazione sbagliata è il primo driver di infiammazione sistemica. L’alimentazione a chilometro zero è un vanto del nostro Paese; abbiamo i prodotti e agenzie di settore, come Coldiretti e Confagricoltura, che ci seguono in queste battaglie. I nostri professionisti conoscono bene l’importanza della nutrizione, ma noi dobbiamo dar loro le armi per combatterla. Idealmente dovrebbe esserci un nutrizionista in ognuno dei grandi ambulatori oncologici e non bisognerebbe iniziare la terapia oncologica, senza aver prima effettuato uno screening nutrizionale. Dobbiamo supportare la ricerca della nutrizione clinica e al Gemelli siamo fortunati: i nostri ricercatori pubblicano moltissimo e vincono prestigiosi bandi internazionali”.
Maria Rita Montebelli















