Draghi intervistato da Crea: “Per i giovani bisogna investire in istruzione e formazione”
“La maggior parte del debito pubblico non sarà ripagata da me o da lei, ma dovrà essere ripagata da persone che oggi sono molto giovani. Saranno loro a dover affrontare l’enorme sfida di trovare le risorse. Dal mio punto di vista, quindi, la prima cosa che dovremmo fare è investire nella loro istruzione e nella loro formazione”. È uno dei passaggi più significativi della conversazione fra Mario Draghi, già presidente della Banca centrale europea, e Filippo Crea, docente di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Cattolica e Editor in Chief dello “European Heart Journal”. L’intervista, centrata sui temi più attuali della gestione della crisi economica ed educativa derivata dall’emergenza sanitaria e della sanità pubblica, è stata registrata nella giornata conclusiva del Congresso della Società Europea di Cardiologia “Escardio 2020”.
Dopo il recente intervento al Meeting di Rimini, Mario Draghi è tornato dunque a parlare dei giovani, chiamando in causa le responsabilità soprattutto degli educatori, “per essere certi che i nostri ragazzi saranno preparati per la società che li aspetta e non saranno costretti a sacrificare altri valori importanti a causa del debito da ripagare. In un certo senso quello che abbiamo davanti è un obbligo morale. L’educazione è, quindi, un esempio di uso produttivo e efficace del debito creato”.
“Dovremmo spendere molto di più per la salute - ha proseguito Draghi rispondendo a Crea invece sul tema delle soluzioni di politica sanitaria -. La pandemia ha evidenziato infatti l’importanza di avere buone strutture di assistenza e un sistema robusto. Per rilanciare l'economia finché non sarà trovato un vaccino, servono test di massa e poi il tracciamento può essere fatto in seguito a tutti questi test”.
Infine, sulla correttezza e praticabilità delle scelte di budget adottate dall’Unione europea in questi ultimi mesi, secondo Draghi, “i governi hanno dato la giusta risposta con l'aumento del debito e del deficit per ammorbidire l'impatto del Covid, ma solo la scoperta del vaccino - ha concluso l’ex numero uno della Banca centrale europea - eliminerà tante incertezze che ci sono al momento”.