8 ottobre: Giornata Mondiale della Vista
L'oculista Stanislao Rizzo (Cattolica e Gemelli) per tutelarla tre gli appuntamenti da non mancare nei controlli: alla nascita, in età prescolare, intorno ai 50 anni.
“Speranza in vista” (#HopeInSight) è lo slogan e l’hashtag della Giornata Mondiale della Vista 2020 (GMV) che, in Italia si celebra oggi sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Si tratta di un’importante occasione di awareness, coordinata della International Agency for the Prevention of Blindness (IAPB), che mira ad attirare l’attenzione sul fatto che almeno 3 casi di alterazioni della vista su 4 sono evitabili.
Per celebrare la GMV, l’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB Italia onlus, presieduta da Giuseppe Castronovo, ha organizzato per l’8 ottobre, a partire dalle 14,30, una ‘maratona’ in diretta Facebook (www.facebook.com/iapbitalia), alla quale prenderà parte anche il professor Stanislao Rizzo, ordinario di Oftalmologia all’Università Cattolica, campus di Roma e Direttore della UOC Oculistica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Anche nel caso delle malattie della vista, la diagnosi precoce può condizionare in maniera importante l’esito del trattamento. “I controlli periodici della vista – sottolinea il professor Stanislao Rizzo – sono assolutamente fondamentali e sono tre gli appuntamenti importanti da non mancare. Il primo è alla nascita, quando bisogna controllare che nel neonato sia presente il cosiddetto ‘riflesso rosso’ nel fondo dell’occhio. La sua assenza infatti può essere spia di patologie rare, quali la cataratta congenita. Alcune Regioni virtuose, come il Lazio, prevedono uno screening ad hoc ma la situazione nel resto d’Italia è a macchia di leopardo. Il secondo appuntamento con la salute degli occhi è in epoca prescolare quando la visita oculistica consente di individuare la presenza di ambliopie che possono portare al cosiddetto ‘occhio pigro’. Individuare precocemente la presenza di alterazioni della vista e correggerle tempestivamente consente di evitare che un occhio resti per tutta la vita ipovedente. Basterebbe andare in giro per le scuole con un camper per fare uno screening di questo tipo. Il terzo fondamentale appuntamento con l’oculista è intorno ai 50 anni, in epoca di presbiopia. Questo è il momento di fare un check-up oculistico completo perché tutte le patologie importanti, dal glaucoma, alla maculopatia, alla retinopatia diabetica esordiscono in genere a questa età”.
A questi tre momenti fondamentali, validi per tutti e purtroppo troppo spesso trascurati, si aggiungono i controlli che i pazienti affetti da alcune patologie devono fare in maniera attenta e periodica. “E’ innanzitutto il caso – ricorda il professor Rizzo - delle persone con diabete, di quelle affette da glaucoma (l’aumento della pressione oculare che provoca, se non trattata, un danno del campo visivo) e di quelle affette da maculopatie senili, che colpiscono la parte più nobile della retina, quella attraverso la quale leggiamo e vediamo il viso dei nostri cari. Queste ultime, con l’invecchiamento progressivo della popolazione, rappresentano ormai un vero e proprio problema sociale.”
Le malattie che rubano la vista
Sono oltre 2,2 miliardi le persone che soffrono di qualche patologia della vista nel mondo. Altri 2,6 miliardi di persone sono miopi e tra queste 312 milioni i ragazzi under 19. Al crescere dell’età, aumenta anche il rischio delle malattie che impattano sulla vista.
Questioni di salute, ma anche economiche, sono alla base di questi problemi: spesso mancano i soldi per comprare un paio di occhiali o per affrontare un intervento di cataratta.
A livello mondiale, le patologie più spesso coinvolte nella perdita della vista sono la degenerazione maculare legata all’età (196 milioni di persone), la retinopatia diabetica (146 milioni di persone), il glaucoma (76 milioni di persone), la trichiasi tracomatosa (2,5 milioni di persone). A queste si aggiunge la miopia (277 milioni di persone).
E tra le prime cinque cause di alterazione della vista o cecità spicca in assoluto la cataratta (39%), seguita dai difetti refrattivi (18%), dalla maculopatia legata all’età (17%), dal glaucoma (10%) e dalla degenerazione maculare (7%).
Di recente la World Health Assembly ha siglato una risoluzione per la salute degli occhi, che dovrebbe diventare parte integrante della Universal Health Coverage (UHC). La speranza è quella di poter garantire a tutti l’accesso a trattamenti mirati alla salvaguardia della vista. Un messaggio racchiuso nell’hashtag della Giornata Mondiale 2020: #HopeInSight.
Maria Rita Montebelli