Intervista a Marco Elefanti «Ora piano di rilancio, così il Gemelli cresce»
Fonte: Il Messaggero Cronaca di Roma, 9 novembre 2019
Marco Elefanti, direttore generale del Policlinico Gemelli. Cosa cambia al presidio Columbus? «Con la soluzione a cui siamo giunti, non senza difficoltà e tensioni, gestiremo l'azienda fino al 30 giugno prossimo. Sottolineo il senso di responsabilità dimostrato da lavoratori, organizzazioni sindacali e management della Fondazione. Il percorso di vendita della curatela fallimentare non andrà oltre quella data. Il Policlinico Gemelli continua a mantenere l'interesse all'acquisto, ma a condizioni meno onerose di quelle indicate nei due bandi andati deserti. Resta l'obiettivo finale di acquistare un ospedale che è da anni parte integrante del Gemelli». Il vostro interesse è sul ramo aziendale, non sull'immobile. «Abbiamo un progetto di ampliamento del nostro complesso sanitario che ci dovrebbe consentire anche di concentrare qui tutte le attività che oggi sono al Columbus. In questi quattro anni di affitto del Columbus siamo riusciti a salvaguardare i livelli occupazionali. Speriamo di acquistare il presidio, cosa che ci permetterà di sfruttare tutte le sinergie con il Gemelli che non abbiamo avuto l'opportunità di mettere a valore». Lei ora è a tempo pieno direttore generale del Gemelli. «Sì, dopo otto anni alla guida della direzione amministrativa dell'Università Cattolica e due anni contemporaneamente a capo anche del Policlinico è venuto il momento di concentrarmi esclusivamente sul Gemelli; il nuovo direttore amministrativo dell'Ateneo sarà Paolo Nusiner, attuale direttore generale di Avvenire. Una scelta di continuità dato che già siede nel CdA della Cattolica». Presto presenterà il nuovo piano industriale 2020-2024 del Gemelli? «Contiamo di portarlo all'approvazione nel CdA a dicembre. Dopo i primi cinque anni di vita della Fondazione, il Gemelli si accinge ad affrontare nuove sfide con importanti investimenti tecnologici che ci consentano di offrire a tutti sempre le migliori cure. Dobbiamo essere sempre pronti a cercare nuovi spazi e opportunità che ci vengono chiesti sia dal servizio sanitario nazionale, sia dai pazienti che scelgono il Gemelli nella sua attività privata. Non da ultimo, stiamo lavorando alacremente per superare i vincoli che ci derivano dai tetti di produzione per ricoveri e day hospital oltre i quali il sistema, per contenere la spesa pubblica, non ci riconosce i giusti corrispettivi. Siamo fiduciosi perché con la Regione abbiamo un dialogo aperto e ci viene riconosciuto il nostro importante valore nella sanità regionale. Il nostro ruolo nel sistema è quello di struttura privata accreditata, ma la missione del Gemelli è dalla sua origine quella di ospedale pubblico che non fa selezioni di pazienti su basi opportunistiche e che è aperto a tutti i malati senza distinzioni».