Donare? Ce l’ho nel sangue La parola a un donatore-testimonial
In occasione della Giornata Mondiale del Donatore di sangue, il 14 giugno, data di nascita di Karl Landsteiner, lo scopritore dei gruppi sanguigni, è partita la seconda fase della campagna di sensibilizzazione alla donazione promossa dall’Associazione Gruppo Donatori “F. Olgiati” e dal Policlinico Gemelli.
La partecipazione da parte del personale interno al Gemelli e dei donatori (interni e esterni) continua con grande generosità. Abbiamo intervistato Jacopo Romagnoli, uno dei medici che si sono prestati a fare da testimonial.
Come ti chiami, di cosa ti occupi, da quanto tempo lavori per il Policlinico Gemelli?
Jacopo Romagnoli, chirurgo dei Trapianti di Rene, al Gemelli dal 2001.
Cosa ti ha spinto a donare il sangue, la prima volta?
Sentivo semplicemente il bisogno di fare qualcosa di concreto per aiutare gli altri, mio padre era donatore da tanti anni, ho semplicemente seguito il suo esempio.
Perché continui a farlo?
Perché non donare il sangue è come rifiutare un bicchiere d’acqua a chi ha sete.
In due parole, cosa diresti a un non donatore per convincerlo a donare?
Con un pizzicotto sul braccio puoi far stare meglio due persone: te stesso e chi riceve il tuo dono.