Anziani, vaccinatevi e continuate a fare prevenzione. I consigli degli esperti della SIGG
Il campus della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha ospitato dal 1 al 4 dicembre a Roma i lavori del 66° Congresso nazionale della Società di Gerontologia e Geriatria, presieduta dal professor Francesco Landi.
“La SIGG – ricorda il professor Francesco Landi, Direttore UOC Medicina Interna Geriatrica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Docente di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica, campus di Roma – è la principale società scientifica di geriatria in Italia ed è la casa di tutti i geriatri in ambito accademico. In questo mio primo anno di presidenza, connotato fortemente dalla pandemia Covid, ho voluto con forza organizzare un congresso in presenza, che è stato un vero successo, di numeri e di contenuti”. Il congresso della SIGG, ospitato presso l’Università Cattolica, ha rappresentato un vero e proprio momento di rinascita dal Covid, offendo agli specialisti, giunti da tutta Italia, la possibilità di parlare di tutti gli argomenti importanti per la cura, l’assistenza e la ricerca per le persone anziane. “Ho fortemente voluto in presenza questa congresso, anche come segno di reazione al ‘distanziamento’ imposto dalla pandemia al mondo della scienza; non a caso abbiamo scelto come titolo ‘Geriatria e Rinascita’. Abbiamo avuto oltre mille partecipanti e già questo è un successo per una società con duemila iscritti”. le aule e gli spazi comuni del Polo didattico Giovanni XXII della sede romana della Cattolica hanno ospitato le varie sessioni del congresso, consentendo una preziosa attività di networking, anche nella hall trasformata in una agorà congressuale, dove sono stati esposti i tanti poster accettati al congresso e dove hanno trovato posto una trentina stand degli sponsor che hanno sostenuto il congresso.
Tanti gli hot topic trattati durante questo importante evento scientifico. Tra questi, come prevedibile, il Covid-19 nell’anziano e, le attività del primo DH post-Covid realizzato circa un anno e mezzo dalla Fondazione Policlinico Gemelli; grande spazio è stato dato anche al long Covid. Legato a questo argomento, anche quello dei vaccini e della prevenzione attraverso la vaccinazione e non solo anti-Covid. “Fondamentale nell’anziano- afferma il professor Landi - è anche la vaccinazione antinfluenzale, anti-pneumococcica e anti-herpes zoster. Il take home message è che la vaccinazione è una strategia preventiva unica”. Confermata inoltre l’importanza della vaccinazione antinfluenzale che, in era Covid, determina tra l’altro un’immunità di traino (la cosiddetta trained immunity), potenziando l’immunità soprattutto nei soggetti anziani che vanno incontro all’immunosenescenza, quindi a una ridotta capacità di rispondere con le difese immunitarie alle malattie infettive. “Al congresso – prosegue Landi - abbiamo portato evidenze scientifiche che la vaccinazione antinfluenzale e quella anti-Covid presentano un grande vantaggio, potenziandosi. Una metanalisi internazionale pubblicata su Vaccines suggerisce infatti che la vaccinazione antinfluenzale riduce del 14% il rischio di infezione da SARS CoV-2”. Importanti anche le evidenze di efficacia per il vaccino anti-herpes zoster, malattia meno frequente ma che affligge molti anziani, con importanti conseguenze negative sulla loro salute e qualità di vita (uno su 5 sviluppa la dolorosissima nevralgia post-erpetica). “Spostandoci su altri aspetti della prevenzione nell’anziano – spiega il professor Landi - grande spazio è stato dato agli aspetti nutrizionali, alla prevenzione dell’ictus e alla neurogeriatria. Sull’aspetto nutrizionale c’è stata un’importante lettura su un approccio di tipo nutraceutico nell’anziano, cioè la possibilità di utilizzare la supplementazione proteica e con gli aminoacidi; ma anche di prodotti antinfiammatori (succo di barbabietola, estratto di ananas) per potenziare la risposta antinfiammatoria nell’anziano. Per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale è stata ribadita l’importanza di utilizzare anche nell’anziano i nuovi anticoagulanti orali (i NAO), in grado di proteggere dalla comparsa di eventi ischemici cerebrali in corso da fibrillazione atriale. L’anziano rappresenta un target ideale di questa forma di prevenzione”. In ambito neurogeriatrico, le speranze sono appuntate sui nuovi anticorpi monoclonali per il trattamento della malattia di Alzheimer in fase molto precoce. Il primo di questi anticorpi (aducanumab) è stato già approvato dall’Fda americana, ma non è ancora stato approvato in Europa. “Per noi geriatri, che affrontiamo quotidianamente questo tipo di problemi –sottolinea il professor Landi - le nuove terapie contro l’Alzheimer rappresentano un elemento di grandissimo interesse”.
Maria Rita Montebelli