Al Gemelli tecnica d’avanguardia per curare la rottura del legamento crociato
Il Legamento Crociato Anteriore (LCA) è parte di una rete complessa di legamenti che contribuiscono a stabilizzare e supportare il ginocchio. In particolare, il LCA impedisce alla tibia di muoversi troppo in avanti rispetto all’osso della coscia (femore) e mantiene il ginocchio stabile. E’ particolare per le sue strutture nervose (propriocettori) che stimolano la mente a controllare la sua integrità anche mediante una rapida contrazione (attività) dei muscoli del ginocchio. “Ecco il motivo per cui non è utopistico pensare a una prevenzione della sua rottura - spiega il prof. Giuliano Cerulli, Direttore dell’Istituto di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli -, come dimostrato da oltre venti anni da me ed il mio gruppo di ricerca”.
Purtroppo però, una volta “rotto”, non guarisce da solo. Se non è ricostruito, il ginocchio rimane instabile e va rapidamente verso l’artrosi, soprattutto se si pretende di continuare a fare sport. Ecco perché, quando c’è bisogno, va operato anche se si verifica nell'adolescenza.
Persone di ogni età e di qualsiasi livello sportivo, possono rompersi questo legamento, tuttavia si verifica più frequentemente in sport come il calcio, la pallavolo, il basket e lo sci. Solitamente la lesione avviene quando l’atleta si ferma improvvisamente o cambia direzione, durante l’esecuzione della gestualità sport specifica. La lesione del Legamento Crociato Anteriore, può verificarsi anche in combinazione con altre lesioni al ginocchio, come ad esempio i menischi e/o la cartilagine articolare. “In circa trenta anni - aggiunge il prof. Cerulli - ho eseguito oltre 10.800 interventi di ricostruzione del LCA, mettendo a punto agli inizi del 2000 la tecnica ‘Original All-Inside’, rivoluzionaria perché garantisce una migliore e più rapida guarigione consentendo nella stragrande maggioranza dei casi, il ritorno allo sport e/o al lavoro come prima del trauma”.
Il crociato anteriore rotto si evidenzia con una visita medica ortopedica accurata utilizzando test specifici, che consente la diagnosi nel 100% di casi. E' ovvio che si può successivamente ricorrere alla radiografia ed alla RMN. è invece estremamente importante fare un esame biomeccanico che attraverso un'analisi computerizzata studia le modifiche articolari, muscolari e neuromuscolari permettendo di mettere a confronto il ginocchio infortunato prima e dopo il trattamento, così facendo si può meglio garantire la ripresa delle attività sportive in sicurezza.
Dagli inizi degli anni ‘80 il trattamento chirurgico del ginocchio è eseguito in artroscopia. Uno dei tendini più utilizzati come sostituto è il semitendinoso, il tendine rotuleo è stato usato quasi sempre fino a 15 anni fa, oggi molto meno anche negli sportivi agonisti, perché nel tempo può favorire l’insorgenza dell’artrosi.
Dopo l’intervento è fondamentale un periodo di riabilitazione continua e prevalentemente attiva, con esercizi di rinforzo muscolare e recupero dell’articolarità e del sistema neuromuscolare. In circa sei mesi, la maggior parte delle persone può partecipare attivamente di nuovo allo sport, compresi gli sport di contatto come il calcio.