6 marzo 2018, Giornata Mondiale sul Linfedema
Il linfedema, patologia che provoca il rigonfiamento degli arti a causa di una mancanza del drenaggio della linfa sotto la pelle, provoca anche dolore e difficoltà a vestirsi e muoversi liberamente.
Una volta era ritenuta una malattia rara, oggi non lo è più. È infatti in aumento e in Italia si stimano circa 40.000 nuovi casi all’anno, una incidenza quasi sovrapponibile a quella del tumore al seno.
Puo` insorgere in chi soffre di alterazioni del sistema linfatico, ma i casi aumentano soprattutto perché interessa dal 20% al 40% dei pazienti sottoposti a terapie oncologiche in cui si rende necessario intervenire con lo svuotamento dei linfonodi ascellari, inguinali e pelvici come per il tumore della mammella, tumori ginecologici, urologici, e melanomi. Così chi combatte con un tumore si trova anche a dover fare i conti con questa forma di invalidità.
Del linfedema si parla ancora molto poco perfino con chi deve sottoporsi a cure oncologiche. Questo significa che i pazienti non vengono educati in modo appropriato sui possibili trattamenti che, se messi in atto in fase iniziale, risultano invece essere piu` efficaci riducendone i sintomi anche fino al 70%.
Il LymphADay, giornata promossa in Italia dalla Beautiful After Breast Cancer Onlus (BABC), si celebra in molti paesi del mondo ed è nata per sensibilizzare pazienti, medici e media su questa malattia.
Ieri pomeriggio, martedì 6 marzo, nella Hall del Policlinico A. Gemelli di Roma, alle ore 16.00, gli specialisti che compongono il team multidisciplinare del Gemelli per la cura di questa patologia, moderati dalla giornalista e conduttrice di “Life”, Obiettivo Benessere Rai Radio1, Annalisa Manduca, hanno fatto il punto sulle nuove opzioni di trattamento che affiancano oggi la fisioterapia, una volta unica opzione per i malati che però vi si devono sottoporre a vita. Associata invece a recenti tecniche di ‘super-microchirurgia’ permette la riduzione del gonfiore e del dolore conseguenti la patologia fino al 70% dei casi.
L’incontro, promosso dalla professoressa Marzia Salgarello, Presidente BABC e responsabile del Centro per la terapia chirurgica del linfedema della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, ha visto gli interventi di numerosi esperti che in team partecipano al percorso di cura realizzato al Policlinico Gemelli: il ginecologo, Giovanni Scambia, il flebologo, Paolo Tondi, il medico nucleare, Alessandro Giordano e il medico di Riabilitazione e Medicina Fisica, Giampaolo Ronconi.
Dopo i video messaggi degli esperti mondiali della patologia con cui il Gemelli collabora, quali Isao Koshima (Giappone) Moustapha Hamdi (Belgio), Peter Neligan (USA), Jaume Masia (Spagna), del finlandese Sinikka Suominene (Finlandia), è stato presentato il cortometraggio Lympdhday 2018 realizzato dalla regista Agnese Rizzello, un film-documentario che raccoglie le testimonianze di alcuni pazienti, protagosisti del percorso terapeutico.
Il linfedema non è più solo un problema congenito raro come succedeva in passato, in Italia colpisce infatti 40.000 persone all’anno e ha una incidenza quasi sovrapponibile a quella del tumore del seno – ha spiegato Marzia Salgarello, Presidente BABC e responsabile del Centro per la terapia chirurgica del linfedema della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma: “Si tratta di una patologia cronica, progressiva e debilitante, causata dall’accumulo di linfa sotto la pelle degli arti superiori o inferiori. A causa della mancanza di drenaggio della linfa mani, braccia o gambe diventano progressivamente più gonfi provocando dolore e disagio. Il fenomeno interessa dal 20 al 40% di chi si è sottoposto a cure oncologiche, in particolare chi è stato operato di tumori al seno, ginecologici, urologici e melanoma e ha subito l’asportazione dei linfonodi, ghiandole strategiche per il drenaggio della linfa”.
Ancora oggi succede che chi si deve sottoporre a interventi oncologici dei linfonodi non viene informato della possibile insorgenza del linfedema – ha precisato Salgarello: “Affrontare questa patologia il prima possibile, invece, fa la differenza. Una volta che l’arto è gonfio e la patologia stabile con modificazioni patologiche dei tessuti, diventa più difficile da trattare sia con la super-microchirurgia che con la fisioterapia”.
La cosiddetta ‘super-microchirurgia’ permette di drenare di nuovo la linfa e ridurre il gonfiore fino al 70%. Lo attesta la nuova casistica italiana raccolta al Centro per la terapia chirurgica del linfedema del Policlinico Gemelli nei primi due anni di interventi, che sarà presentata al prossimo al congresso della Federazione Europea delle Società di Microchirurgia (EFSM), previsto per maggio 2018. Inoltre questo tipo di intervento migliora complessivamente la qualità della vita dal 50 al 100%, attesta anche una review mondiale pubblicata recentemente su Microsurgery.
La recente tecnica operatoria drenante affianca le classiche terapie fisioterapiche, migliorando i risultati in modo sensibile.
Il LYMPHADAY in Italia è promosso dalla Beautiful After Breast Cancer Onlus ed include una giornata di approfondimento sulla cura del linfoedema a cura di esperti, medici e testimonianze di pazienti.
Info su www.beautifulabc.it
Cos’è la BABC Beautiful After Breast Cancer italia, Onus
Chi siamo: L’associazione BABC senza scopo di lucro è nata nel 2015 ed è stata fondata da Marzia Salgarello, presidente della Onlus e direttore del UOC di Chirurgia plastica e ricostruttiva, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma e da Rossella Sgarzani, rappresentante italiano del Board internazionale della BABC e chirurgo plastico al Policlinico S.Orsola Malpighi di Bologna. Fanno parte del board di BABC anche Adriana Cordova, Professore Ordinario di Chirurgia Plastica dell’Università di Palermo e Liliana Barone, dirigente medico nella UOC di Chirurgia Plastica del Policlinico A.Gemelli di Roma.
La Onlus fa parte di un progetto internazionale: la fondazione BABC nasce infatti in Belgio come organizzazione internazionale multidisciplinare il cui obiettivo è di aiutare i pazienti che hanno avuto diagnosi di tumore al seno a ricostruire la propria vita.
A circa 1 donna su 9 viene diagnosticato il tumore al seno nel corso della propria vita, e circa la metà di queste donne prende in considerazione la possibilità di sottoporsi ad una ricostruzione mammaria.
La scarsa disponibilità di informazioni complete su tutte le opzioni che la chirurgia ricostruttiva offre, ma anche sui metodi non chirurgici per migliorare il proprio aspetto ed il proprio benessere psicofisico, può scatenare sentimenti di paura, confusione, disperazione ed impotenza.
Le attività della Onlus sono finalizzate a consentire l’accesso delle pazienti a tutte le informazioni necessarie. Attraverso l’organizzazione di eventi informativi si vuole ispirare le donne: è possibile avere una vita piena e ricca anche dopo i trattamenti per un tumore al seno.
BABC si prefigge di fornire informazioni, ma anche di trasmettere al personale medico e ai chirurghi l’importanza della ricostruzione mammaria e del benessere dopo una diagnosi di cancro, e di promuovere la divulgazione scientifica e la formazione per migliorare le tecniche ricostruttive disponibili.
il desiderio di ogni paziente di una vita piena e felice con una recuperata immagine corporea è il punto di partenza di BABC Onlus.
informazioni sul sito italiano www.BeautifulABC.it