Il Gemelli in prima linea per la Giornata Mondiale delle Epatiti

Questa mattina nella hall del Policlinico iniziative di sensibilizzazione e prevenzione.
Le epatiti virali rappresentano ancora una minaccia significativa per la salute pubblica. Per contrastare questa emergenza, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha partecipato attivamente alla Giornata Mondiale delle Epatiti, che si celebra oggi 28 luglio, con un’iniziativa patrocinata dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) che da anni promuove la prevenzione e la diagnosi precoce delle epatiti. L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione verso gli screening dell’Epatite B, C e Delta, sui quali è fondamentale far emergere il sommerso.
Presso l’ingresso del Policlinico, al 4° piano, è stata allestita una postazione informativa dedicata dove il team degli epatologi del Centro Malattie Apparato Digerente (CEMAD https://www.cemadgemelli.it/) ha fornito materiale informativo con contenuti testuali di approfondimento proiettati su uno schermo e finalizzati a chiarire l’importanza della prevenzione e della lotta contro le epatiti. Un’ulteriore postazione è stata allestita anche nella sala prelievi per massimizzare la portata dell’iniziativa.
Per tutta la durata dell’evento, personale medico specializzato si è alternato presso le postazioni per fornire informazioni dettagliate, rispondere a domande e chiarire ogni dubbio agli utenti sui temi legati alla prevenzione e al contrasto delle epatiti virali con l’obiettivo di rafforzare la consapevolezza pubblica e stimolare l’adozione di comportamenti preventivi, in linea con gli sforzi globali per l’eliminazione di queste infezioni.
L’iniziativa, fortemente voluta da Antonio Gasbarrini, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, è nata dalla convinzione che solo una corretta informazione possa spingere le persone a prendersi cura del proprio fegato. “L’epatite B e l’epatite C sono ancora una realtà ben presente nel nostro Paese – ha spiegato Antonio Gasbarrini -. Si tratta di due malattie diverse: per l’epatite B esiste una vaccinazione efficace, che rappresenta uno dei più grandi successi della sanità pubblica italiana. Per l’epatite C, invece, non abbiamo un vaccino, ma la disponibilità di farmaci antivirali ha consentito l’eradicazione del virus in oltre 500mila persone. Tuttavia, la battaglia non è ancora vinta. Si stima che nel nostro Paese ci siano ancora almeno 300mila persone positive al virus dell’epatite C, spesso inconsapevoli”.
“Portare lo screening e l’informazione tra le persone, nei luoghi in cui vivono e si curano, è fondamentale per superare le barriere della diagnosi precoce” – ha commentato Giuseppe Marrone, epatologo del Policlinico Gemelli e membro del Comitato Coordinatore AISF. “Questa iniziativa è nata proprio con l’intento di avvicinare la scienza alla popolazione, favorendo consapevolezza e accesso immediato ai percorsi di cura: è così che possiamo davvero cambiare la storia clinica delle epatiti virali”.
Questa iniziativa sottolinea il costante impegno del Policlinico Gemelli nella promozione della salute pubblica e nella diffusione di conoscenze cruciali per il benessere della comunità.
Vaccinazioni per le epatiti A e B, screening mirati per le forme B, C e Delta: far emergere il sommerso e avviare rapidamente al trattamento le persone infette è oggi una priorità di sanità pubblica. Sebbene per l’Epatite C le terapie odierne siano altamente efficaci e permettano l’eradicazione del virus in oltre il 95% dei casi, i dati AIFA post-Covid riportano una media di circa 12mila trattamenti l’anno, un ritmo non ancora sufficiente per eliminare il virus dall’Italia entro il 2030, come proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Per sostenere questo obiettivo cruciale, AISF e SIMIT auspicano con urgenza il rinnovo dei fondi per i programmi di screening per l’Epatite C, la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre 2025, e l’allargamento delle coorti d’età da sottoporre al test, al fine di raggiungere una platea più ampia di cittadini e intercettare il maggior numero possibile di casi non diagnosticati.


















