Simulato incidente radio-nucleare: al Gemelli la demo d’intervento del Progetto Eden-ENEA
Emergenza da incidente radio-nucleare, medici e personale con tute protettive al massimo grado di allerta, tutti al proprio posto per fronteggiare il rischio di contaminazione. La scena che hanno avuto davanti agli occhi i presenti al Gemelli, lo scorso 6 aprile, davvero legittimava a pensare che qualcosa di catastrofico fosse accaduto. In realtà si è trattato solo di una sofisticata simulazione: il Policlinico è stato teatro della demo radio-nucleare realizzata nell’ambito del Progetto europeo EDEN – End User Driven Demo for CBRNe (FP7). Diretta dal prof. Daniele Gui (Istituto di Clinica Chirurgica/UOC di Chirurgia d’Urgenza) e dal dott. Paolo Maurizio Soave (Istituto di Anestesiologia e Rianimazione), ha coinvolto numerose strutture della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, in particolare Polo Emergenza (DEA), Direzione Sanitaria, SITRA, Prevenzione e Protezione, Servizio Antincendio, Servizio Vigilanza, Radioterapia e Fisica Sanitaria. Nelle settimane che hanno preceduto l’esercitazione, il personale coinvolto ha seguito un percorso di formazione.
La demo è stata svolta nel quadro di una grande esercitazione organizzata dall’ENEA presso il Centro Ricerche di Casaccia. è stato simulato un incidente radio-nucleare: non appena ricevuto l’allarme, il DEA ha messo in moto il protocollo del caso, attivando un meccanismo di comunicazione a catena e una cabina di regia, con a capo il dott. Gennaro Capalbo della Direzione Sanitaria. è stata allestita la tenda di decontaminazione nel piazzale esterno dal Servizio Antincendio e alcuni operatori hanno indossato tute e maschere protettive. All’arrivo dell’ambulanza ENEA, la paziente simulata è stata sottoposta a valutazione clinica e del livello di contaminazione esterna, per essere poi trasferita al reparto protetto di Radioterapia. In base al copione, infatti, non poteva essere esclusa la possibilità che la paziente fosse vittima di una contaminazione interna da inalazione o ingestione di radionuclidi. Dopo il cessato allarme, i partecipanti e gli osservatori accreditati (Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e unità CBRNe del corpo militare ACISMOM) si sono confrontati in un debriefing.
Nel corso dell’esercitazione sono stati utilizzati strumenti innovativi di coordinamento e comunicazione per gli operatori del soccorso e dell’emergenza messi a punto nel contesto del Progetto EDEN. “Questo progetto - ha sottolineato il prof. Daniele Gui - viene realizzato grazie all’Unione Europea e cofinanziato attraverso il Settimo Programma Quadro. L’attività di ricerca ha prodotto risultati molto positivi che possono essere tradotti in migliore preparazione, interventi più rapidi e un coordinamento più efficace attraverso lo sviluppo non solo di nuove tecnologie applicate ma anche mediante protocolli e procedure integrate sperimentati sul campo.”
Prossimo appuntamento a fine settembre per una seconda e più ampia esercitazione. In questo caso, sarà simulata la fase ospedaliera del soccorso in caso di evento chimico.