Neurochirurgia infantile: tre importanti ricerche al congresso mondiale ISPN 2016 di Kobe
Tre ricerche su importanti patologie che possono colpire i bambini, a cui corrispondono altrettante pubblicazioni sulla prestigiosa rivista scientifica “Child’s Nervous System”, testimoniano la qualità e l’avanzamento degli studi dei neurochirurghi pediatrici dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico A. Gemelli. Le ricerche, qui sintetizzate con indicazione dei rispettivi obiettivi clinici e terapeutici, sono state presentate all’ultimo Congresso della Società Internazionale di Neurochirurgia Pediatrica ISPN 2016, che si è svolto a Kobe, in Giappone, dal 23 al 27 ottobre.
Da test cognitivi indicazioni sulla prognosi dei tumori cerebrali nel bambino
Una ricerca dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli svela la possibilità di predire la prognosi dei tumori cerebrali del bambino attraverso test cognitivi. I neuropsicologi e neurochirurghi pediatrici hanno rilevato che una valutazione neuro cognitiva in fase pre-operatoria permette di ipotizzare una prognosi rispetto alla natura istologica di tumori cerebrali in età pediatrica (che riguarda un caso di neoplasia su 4, i più frequenti dopo le leucemie). Ciò rende possibile fornire ai genitori ipotesi sulla prognosi del bambino, su quale sarà l’andamento della malattia, suggerendo le migliori strategie rispetto all'approccio neurochirurgico che si deciderà di adottare.
Lo studio è il risultato di un lavoro condotto dalla dott. ssa Daniela Chieffo, neuropsicologa e psicoterapeuta della UOC di Neuropsichiatria Infantile del Gemelli.
La ricercatrice ha effettuato una valutazione neuro cognitiva prima e dopo intervento in un campione di 116 piccoli pazienti affetti da tumori cerebrali, poi operati dagli specialisti dell’UOC di Neurochirurgia Infantile del Gemelli con istologia di Astrocitoma pilocitico, Medulloblastoma, Ganglioglioma, PNET, Glioblastoma. Queste neoplasie vengono trattate chirurgicamente e successivamente con protocolli neuro oncologici specifici rispetto all’istologia di ciascun paziente, rispettando protocolli internazionali.
“I risultati evidenziano che alcuni pazienti con diagnosi di tumore cerebrale presentano anche disordini specifici di entità diversa - spiega la dott.ssa Chieffo - . L’ipotesi è che il tumore a lento accrescimento provocherebbe più frequentemente una riduzione o un arresto dei circuiti responsabili del funzionamento cognitivo, rispetto a tumori più aggressivi che arrivano alla diagnosi prima che si determini un’alterazione dei circuiti responsabili delle funzioni cognitive superiori”.
Al Gemelli la banca del DNA per scoprire le cause della craniostenosi
I ricercatori del Gemelli hanno realizzato la più grande biobanca d’Europa per lo studio delle craniostenosi, che sono fra le più frequenti malformazioni craniche del bambino. Questa patologia è dovuta alla fusione e chiusura prematura di una o più suture del cranio, con conseguente deformità e compressione delle strutture cerebrali. I neurochirurghi pediatrici della Cattolica e del Gemelli hanno raccolto e studiato finora un campione di oltre 400 pazienti provenienti da tutto il territorio nazionale, realizzando così la più ampia biobanca di ricerca europea che raccoglie DNA, tessuti e cellule di pazienti con craniostenosi non sindromiche, ovvero non riferibili come associate a riconosciute sindromi genetiche, quindi tuttora senza causa nota. L’identificazione dei meccanismi sarà la base per mettere a punto nuovi trattamenti meno invasivi da un punto di vista chirurgico, con l’obiettivo di arrivare a possibili terapie molecolari.
L’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia Infantile del Gemelli è centro di riferimento nazionale per il trattamento chirurgico delle craniostenosi e fa parte dell’European Research Network per la ricerca sulle possibili cause di questa patologia congenita (responsabile dell’UOC di Neurochirurgia infantile è il prof. Massimo Caldarelli; coordinatore per il Gemelli presso l’European Research Network è il dott. Gianpiero Tamburrini). Il centro si avvale fra gli altri dell’elevata competenza professionale dell’UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale di cui è responsabile il prof. Sandro Pelo, e del Day Hospital di diagnosi e cura delle malattie rare (Responsabile prof. Giuseppe Zampino), oltre che dell’altrettanto consolidata collaborazione con le UOC di Otorinolaringoiatria (Responsabile prof. Gaetano Paludetti), l’UOC di Oculistica (dott.ssa Anna Dickmann e dott.ssa Annabella Salerni, Responsabile prof. Aldo Caporossi) e di Neuropsichiatria Infantile (Responsabile prof. Eugenio Mercuri).
In questo ambito dal 2010 viene portata avanti un’intensa attività di ricerca di base, finalizzata allo studio delle possibili basi genetiche delle craniostenosi non associate a riconosciute sindromi genetiche, in collaborazione con la dott.ssa Wanda Lattanzi, ricercatrice dell’Istituto di Anatomia Umana e Biologia Cellulare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Direttore prof. Fabrizio Michetti), e il suo gruppo. Le basi genetiche delle craniostenosi sono, infatti, note solo in parte. In particolare, le craniostenosi non associate a sindromi sono le forme più frequenti, ma proprio di queste non se ne conosce la causa.
Colpire in modo selettivo le proteine specifiche dei tumori cerebrali del bambino
Esistono diverse proteine specifiche dei tumori cerebrali che colpiscono i bambini, la cui identificazione sarà di grande utilità nella cura di queste malattie, oggi la seconda causa di mortalità per patologie oncologiche in età pediatrica (dopo le leucemie). La scoperta è messa a segno dal team della UOC di Neurochirurgia Infantile del Gemelli che, nel caso in specie, collabora con l’UOC di Oncologia Pediatrica (diretta dal prof. Riccardo Riccardi), con l’Istituto di Biochimica (diretto dal prof. Massimo Castagnola) e con il CNR (dott.ssa Claudia Desiderio), in sinergia con reti di ricerca internazionale, quale il Medulloblastoma Advanced Genomics International Consortium-MAGIC.
La ricerca presso l’Università Cattolica è principalmente focalizzata sugli studi di proteomica. Fino ad ora, sono state identificate diverse proteine specifiche che potranno rivelarsi di grande utilità: innanzitutto le ‘emorfine’ (in particolare, VV-7 e LVV-7), proteine in grado di sopprimere le cellule tumorali e bloccarne la proliferazione. Ma è stata anche identificata la protimosina α1 e le paratimosine: tipiche del medulloblastoma (il tumore cerebrale maligno più frequente nei bambini), proteine che sono in grado di stimolare la cellula tumorale e inibirne l’apoptosi (ovvero la morte programmata), favorendo così la progressione tumorale. La selezione di farmaci che abbiano queste proteine come bersaglio potrà potenziare notevolmente la cura del medulloblastoma.
Un'altra famiglia di proteine protagoniste della ricerca sono le timosine-β che hanno un ruolo analogo alle precedenti, ma sono state riscontrate in un tumore diverso, il craniofaringioma.
La prospettiva è quella di un miglioramento della sopravvivenza con l’obiettivo di terapie mediche integrate individualizzate.