Le parole della cura

Questa mattina all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede un confronto a più voci con la partecipazione di Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontifica Accademia per la Vita, e Giovanni Raimondi, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ospiti dell’Ambasciatore Pietro Sebastiani.
“Nell’accoglienza della fragilità, anche estrema, evocata dall’atto originario della cura, si costruisce il legame fondamentale che accomuna gli esseri umani: la nostra origine e la nostra destinazione sono sempre affidate alla cura della vita. E dunque, a un atto d’amore che resiste alla fragilità della nostra condizione mortale: senza abbandonarci ad essa. L’umano condiviso, nella radice che ci rende fratelli e sorelle in virtù della cura che ci custodisce dall’inizio alla fine, è proprio questo. Per meno, ogni pretesa e ogni promessa di rimanere umani, è violata irrimediabilmente” - così Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontifica Accademia per la vita, nella relazione di apertura del seminario “Le Parole della Cura” che si è svolto oggi presso l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
A seguire la relazione di Giovanni Raimondi, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS: “Quando sento parlare di umanizzazione delle cure – ha esordito il Presidente Raimondi nel suo intervento - di primo acchito penso che prima ancora che toccare la vita dei nostri ospedali è una questione che tocca anzitutto la vita mia e di ognuno di noi; ognuno di noi infatti ha provato sulla propria pelle, nel momento della sofferenza, propria o dei propri cari, il significato profondo, esistenziale di questa parola. Come ospedale cattolico ci preoccupiamo della persona nella sua integralità e del pieno rispetto della sua umanità non per aderire a un cliché confessionale, ma per un moto di prossimità al bisogno dell’altro che non è mai esclusivamente fisico, ma tocca sempre la sfera personale dei sentimenti e delle emozioni”.
Diverse sono le iniziative messe in atto dal Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS per dare sollievo ai malati adulti e pediatrici: dai laboratori di ceramica, ai concerti settimanali, alle proiezioni cinematografiche, alle realizzazioni quali il Gemelli Art, il Giardino terapeutico o le opere di street art ispirati all’idea della bellezza che sono cura.
All’incontro, aperto dal saluto dell’Ambasciatore Pietro Sebastiani e moderato dalla giornalista Isabella Ceccarini, hanno partecipato anche Gianpaolo Donzelli, Presidente Fondazione Meyer, Luigi Ciavattini, Associazione Davide Ciavattini ONLUS, Don Dante Carraro, Direttore Medici con l’Africa CUAMM.
Anche quando non c’è più possibilità di guarigione c’è sempre spazio per la cura. “Perché se è vero che si può dire che arrivati a un certo punto ‘la medicina non può fare altro’, è ancor più vero che non esiste un momento in cui ‘l’operatore sanitario e la struttura ospedaliera non possa fare altro’” – ha concluso il Presidente Raimondi.