La Nuova Carta degli Operatori Sanitari presentata il 6 febbraio presso la Santa Sede
È stata presentata in Vaticano, lo scorso 6 febbraio, la Nuova Carta degli Operatori Sanitari, che si rivolge non solo a medici, infermieri e ausiliari, ma anche a biologi, farmacisti, amministratori, legislatori in materia sanitaria che desiderano operare “in armonia con gli insegnamenti di Cristo, e con il Magistero della Chiesa”.
Si tratta di un’opera di revisione e attualizzazione della Carta degli Operatori Sanitari, il ‘vademecum’ teologico-morale-medico nato da un’intuizione del Cardinale Fiorenzo Angelini, il primo Presidente della pastorale della salute. Pubblicato per la prima volta nel 1995, il libro è stato rapidamente tradotto in 19 lingue e per quasi venti anni ha costituito il testo base per gli operatori sanitari. A presentare l’iniziativa, nella Sala Stampa della Santa Sede, sono intervenuti monsignor Jean-Marie Mupendawatu, segretario delegato del Dicastero e già segretario del pontificio Consiglio, e il prof. Antonio Gioacchino Spagnolo, ordinario di Bioetica all’Università Cattolica di Roma, tra gli esperti che hanno rinnovato la Carta.
“La Nuova Carta per gli Operatori Sanitari riafferma la sacralità della vita e la sua indisponibilità in quanto dono di Dio - ha affermato monsignor Mupendawatu. Gli operatori sanitari sono ministri della vita in quanto ne sono servi e sono chiamati ad amarla ed accompagnarla nel percorso esistenziale del generare - vivere - morire, trinomio tematico dell’Indice della Nuova Carta”.
“La Carta vuole sostenere la fedeltà etica dell’operatore sanitario, nelle scelte e nei comportamenti in cui prende corpo il servizio alla vita e questa fedeltà viene delineata seguendo le tappe dell’esistenza umana: generare, vivere, morire, quali momenti di riflessioni etico-pastorali - ha spiegato il prof. Spagnolo - . Sullo sfondo di questa sezione (la terza, n.d.r.) c’è la tutela della dignità del morire (art. 149), nel senso di rispettare il malato nella fase finale della vita, escludendo sia di anticipare la morte (eutanasia), sia di dilazionarla con il cosiddetto ‘accanimento terapeutico’”. “Certamente la Carta non può risultare esaustiva rispetto a tutti i problemi e alle questioni che si impongono nell’ambito della salute e della malattia - ha concluso il professore -, ma è stata realizzata al fine di offrire linee-guida il più possibile chiare per i problemi etici che si devono affrontare nel mondo della salute in genere in armonia con gli insegnamenti di Cristo, e con il Magistero della Chiesa".