Brown, pioniere della ricerca genetica sulla SLA accolto in visita al Centro NeMO Roma
Il prof. Robert H. Brown jr., neurologo, uno dei massimi studiosi dei meccanismi genetici di azione della SLA, è stato ospitato in visita al Centro Clinico NeMO nel Policlinico Gemelli. “Non avevo visto mai un centro simile: negli USA le persone che devono iniziare un trattamento di ventilazione non invasiva, non si appoggiano a dei centri medici - ha detto il professore -. La possibilità che avete nel Centro NeMO di ricevere un aiuto dal personale medico, fisioterapico ed infermieristico rappresenta un importante salto di qualità nell’assistenza in questo tipo di malattie”.
Durante la sua visita, Brown, ha avuto uno scambio di idee con i team clinico e di ricerca coinvolti sulla SLA, restando favorevolmente impressionato dalla organizzazione assistenziale del NeMO Roma, in cui le persone affette da malattie neuromuscolari, e in particola la da SLA, vengono seguite in tutte le fasi della malattia con particolare attenzione delle problematiche respiratorie e nutrizionali.
Il team coinvolto è formato dalle dottoresse Amelia Conte, Agata Katia Patanella e Emiliana Meleo; può contare inoltre su personale infermieristico altamente specializzato e su un gruppo di fisioterapisti con specializzazione anche in fisioterapia respiratoria. Grazie all’inserimento nel Policlinico Gemelli, il Centro NeMO può avvalersi della disponibilità di professionalità di alto livello come rianimatori, foniatri, chirurghi, otorinolaringoiatri, infettivologi e cardiologi: figure fondamentali nella gestione della complessità di queste malattie.
Sui programmi di ricerca il prof. Brown ha avuto un lungo scambio di informazioni con i giovani ricercatori Serena Lattante e Giuseppe Marangi, genetisti che da anni collaborano con il Direttore clinico del Centro Nemo Roma, prof. Mario Sabatelli.
“Sono convinto che nel giro di pochi anni riusciremo a curare la SLA”, ha affermato il prof. Brown, che è stato pioniere nell’intuire, ben prima di approdare alla sua scoperta, avvenuta nel 1993, del gene SOD responsabile della SLA?familiare, che la ricerca genetica potesse costituire la strategia per comprendere i meccanismi responsabili della SLA. “Individuare le cause genetiche della malattia è un punto di partenza fondamentale per porre le basi razionali di una terapia - ha concluso Brown -. La possibilità di interferire, con tecniche di ingegneria genetica, sui difetti individuati nel DNA come nel caso di mutazioni nei geni SOD1 e C9ORF72 appare molto concreta”.
In considerazione dell’elevato numero di persone affette da SLA seguite nel Centro NeMO, il prof. Brown ha invitato il prof. Sabatelli ad entrare a far parte del Northeast ALS Consortium (NEALS), il maggiore consorzio di ricercatori clinici di SLA al mondo.
Questa proposta rappresenta per il Centro NeMO una importante opportunità. La collaborazione internazionale per la sperimentazione di nuovi farmaci è una strategia ineludibile per arrivare al più presto all’individuazione di terapie.