Per l’avvio della Fondazione la visita del Segretario di Stato Vaticano
L’attività assistenziale del Policlinico “A. Gemelli”, comprensiva delle strutture amministrative che la supportano, dal 1° agosto è stata trasferita dalla gestione diretta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, il nuovo soggetto giuridico costituito dallo stesso Ateneo con l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi superiori.
Il nuovo assetto dell’attività clinica e assistenziale è stato definito alla luce di una comune volontà tesa a garantire sia un adeguato sviluppo del Policlinico “A. Gemelli” e delle sue riconosciute eccellenze, sia la salvaguardia di quel vincolo originario che lega la nascita dell’ospedale alla volontà di padre Gemelli di promuovere, attraverso l’attività sanitaria, l’avanzamento della ricerca scientifica e una cultura dell’assistenza clinica cristianamente ispirata e capace di testimoniare la centralità del malato e della persona sofferente nella pratica medica.
Per l’esercizio 2015 la Fondazione ha nominato un Consiglio composto dai professori Franco Anelli, Cesare Mirabelli, Marco Elefanti, Rocco Bellantone e presieduto dal dottor Giovanni Raimondi.
E proprio per l’avvio delle attività della Fondazione sabato 29 agosto la comunità del Policlinico Gemelli ha vissuto una giornata di gioia, di riflessione, di preghiera e di incoraggiamento, per la visita del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. Il Cardinale ha celebrato la Santa Messa nella hall del Policlinico dove ha incontrato degenti e familiari, medici e operatori sanitari del Gemelli in un clima di festa, calore e speranza per le sfide cui il Policlinico è chiamato.
Nella sua omelia il più stretto collaboratore di Papa Francesco, ha espresso l’auspicio che «anche il cammino iniziato da poco meno di un mese della nuova Fondazione che gestirà il Policlinico Gemelli si risolva in una sempre maggiore fedeltà alla volontà di Dio e si traduca nell’impegno di trattare tutti con quel rispetto, quell’accoglienza e quella delicatezza che esige la loro dignità di persone umane, create ad immagine e somiglianza di Dio».
La messa è stata l’occasione «per invocare la benedizione del Cielo sul cammino della nuova Fondazione per «affrontare al meglio le sfide imposte dal contesto sanitario in evoluzione».
Il cardinale Parolin ha portato il saluto di Papa Francesco, trasmettendo “il suo incoraggiamento”, e assicurando “la sua preghiera”.
Dopo la Messa il Cardinale, accompagnato dai vertici della Fondazione, ha visitato il Centro NEMO Roma del Gemelli, dove sono assistiti i malati di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), SMA (atrofia muscolare spinale) e altre importanti malattie neuromuscolari; ha proseguito la visita presso il reparto di Ostetricia e Neonatologia e la Terapia intensiva neonatale, trattenendosi a lungo con pazienti, familiari e personale sanitario.
A conclusione della visita, il Cardinale ha consumato il pasto presso la mensa aziendale del Gemelli insieme al personale del Policlinico, prima di far rientro in Vaticano.
L’omelia del Cardinale Parolin al Gemelli “Rispetto, accoglienza, delicatezza nelle cure”
La Santa Messa celebrata dal Cardinale Pietro Parolin è stata il momento centrale della visita al Policlinico Gemelli del Segretario di Stato della Santa Sede, in occasione dell’avvio dell’attività della Fondazione. Di particolare intensità l’omelia, di cui si riportano ampi stralci, pronunciata nella ricorrenza del martirio di San Giovanni Battista, alla cui testimonianza di fede il Cardinale ha più volte fatto riferimento.
“Celebriamo questa Eucaristia per invocare la benedizione del Cielo sul cammino della nuova Fondazione che, per “affrontare al meglio le sfide imposte dal contesto sanitario in evoluzione”, dal 1° agosto di quest’anno ha assunto la gestione del Policlinico Universitario Agostino Gemelli in autonomia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in particolare dalla Facoltà di Medicina, pur rimanendone parte integrante, soprattutto nei valori ispiratori e nelle finalità apostoliche e formative.
Saluto con cordiale deferenza S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica, e le Autorità qui presenti: il Magnifico Rettore prof. Franco Anelli; il Presidente della Fondazione dott. Giovanni Raimondi; il Direttore Generale del Policlinico, ing. Enrico Zampedri; il Consigliere d’Amministrazione e Direttore Amministrativo della Cattolica prof. Marco Elefanti; il Consigliere d’Amministrazione e Preside della Facoltà di Medicina, prof. Rocco Bellantone; il Consigliere d’Amministrazione, prof. Cesare Mirabelli; il Direttore Sanitario Aziendale, dott. Marco Bosio; il Direttore di Sede, dott. Fabrizio Vicentini.
Ringrazio vivamente per l’invito a presiedere questa celebrazione. Con lo stesso affetto saluto tutti voi che partecipate ad essa, i carissimi ammalati, anche quelli che ci seguono attraverso il circuito televisivo interno, e tutto il personale: Reverendi Cappellani, suore, medici, infermieri, amministrativi, tecnici, senza dimenticare coloro che per motivi di servizio non sono potuti venire. A tutti porto il saluto del Santo Padre Francesco, trasmetto il suo incoraggiamento, assicuro la sua preghiera.
L’ anno scorso, il 27 giugno, tutto era già pronto per accoglierlo, ma un’indisposizione gli impedì di realizzare l’incontro. Ma, come dice il proverbio latino: “Quod differtur non aufertur” (ciò che viene rimandato non viene tolto), per cui speriamo che questo incontro, prima o dopo, possa aver luogo. Intanto preghiamo, anche in questa S. Messa, per il Papa e il suo ministero, come egli continuamente ci chiede di fare.
(...)
Auspico che, alla luce della gloriosa testimonianza di San Giovanni Battista, anche il cammino iniziato da poco meno di un mese della nuova Fondazione che gestirà il Policlinico Gemelli si risolva in una sempre maggiore fedeltà alla volontà di Dio e si traduca nell’impegno di trattare tutti con quel rispetto, quell’accoglienza e quella delicatezza che esige la loro dignità di persone umane, create ad immagine e somiglianza di Dio, ed è pratica realizzazione di quella fraternità che deve caratterizzare la comunità dei discepoli di Gesù, nel loro sforzo di vivere quotidianamente il Vangelo.
(...)
L’ immagine del Buon Samaritano (Lc 10,31 ss), comunemente associata alla professione medica e alle professioni sanitarie in genere, rimane a tutt’oggi un riferimento piuttosto estrinseco e del tutto personale, con tutte le implicanze di carattere spirituale e morale del caso.
Ne è prova il fatto che di fronte alle crescenti responsabilità etiche, la cultura medica dei nostri giorni, figlia di un’idea di scienza e di progresso sempre buono e positivo e che rivendica assoluta libertà (cfr. Spe Salvi 16-18), tende a trasformare il medico sempre più in un tecnico che offre soluzioni al di fuori da ogni possibile orizzonte di senso e di visione dell’uomo.
Per accogliere la forza di cui sono portatori i deboli (Salvifici Doloris 31) c’è bisogno di una profonda conversione e di un cambiamento di mentalità che comincia con il coniugare insieme il bisogno di salute dell’uomo con quello della sua salvezza. L’ esperienza di oltre cinquant’anni di attività sanitaria del Policlinico “Gemelli” si fonda sul considerare il malato “soggetto attivo e responsabile dell’opera di evangelizzazione e di salvezza” (Christifideles laici n. 54). La promozione dei valori spirituali apre all’accettazione del limite e alla composizione dei conflitti e alla giusta ed equilibrata complementarità. Soprattutto oggi c’è bisogno di riscoprire quanto sia salutare anche per l’economia e per i modelli organizzativi sociali e sanitari ispirarsi alla solidarietà insegnataci da Gesù nella parabola del Buon Samaritano (cfr. Salvifici Doloris 29).
La centralità del malato ha una valenza anche sociale ed economica e richiede che si investano risorse per perseguire i valori riassunti nel comandamento dell’amore del prossimo. Con la sua testimonianza di vita, il malato allarga lo spazio di Dio e per Dio nella storia, annuncia il Vangelo in modo credibile e autentico, invoglia a rinnovare la scelta per Cristo sofferente e ad amare la propria vita, fino ad abbracciare tutti i dolori dell’uomo”.
La Santa Messa celebrata dal Cardinale Pietro Parolin è stata il momento centrale della visita al Policlinico Gemelli del Segretario di Stato della Santa Sede, in occasione dell’avvio dell’attività della Fondazione. Di particolare intensità l’omelia, di cui si riportano ampi stralci, pronunciata nella ricorrenza del martirio di San Giovanni Battista, alla cui testimonianza di fede il Cardinale ha più volte fatto riferimento.
“Celebriamo questa Eucaristia per invocare la benedizione del Cielo sul cammino della nuova Fondazione che, per “affrontare al meglio le sfide imposte dal contesto sanitario in evoluzione”, dal 1° agosto di quest’anno ha assunto la gestione del Policlinico Universitario Agostino Gemelli in autonomia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in particolare dalla Facoltà di Medicina, pur rimanendone parte integrante, soprattutto nei valori ispiratori e nelle finalità apostoliche e formative.
Saluto con cordiale deferenza S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica, e le Autorità qui presenti: il Magnifico Rettore prof. Franco Anelli; il Presidente della Fondazione dott. Giovanni Raimondi; il Direttore Generale del Policlinico, ing. Enrico Zampedri; il Consigliere d’Amministrazione e Direttore Amministrativo della Cattolica prof. Marco Elefanti; il Consigliere d’Amministrazione e Preside della Facoltà di Medicina, prof. Rocco Bellantone; il Consigliere d’Amministrazione, prof. Cesare Mirabelli; il Direttore Sanitario Aziendale, dott. Marco Bosio; il Direttore di Sede, dott. Fabrizio Vicentini.
Ringrazio vivamente per l’invito a presiedere questa celebrazione. Con lo stesso affetto saluto tutti voi che partecipate ad essa, i carissimi ammalati, anche quelli che ci seguono attraverso il circuito televisivo interno, e tutto il personale: Reverendi Cappellani, suore, medici, infermieri, amministrativi, tecnici, senza dimenticare coloro che per motivi di servizio non sono potuti venire. A tutti porto il saluto del Santo Padre Francesco, trasmetto il suo incoraggiamento, assicuro la sua preghiera.
L’ anno scorso, il 27 giugno, tutto era già pronto per accoglierlo, ma un’indisposizione gli impedì di realizzare l’incontro. Ma, come dice il proverbio latino: “Quod differtur non aufertur” (ciò che viene rimandato non viene tolto), per cui speriamo che questo incontro, prima o dopo, possa aver luogo. Intanto preghiamo, anche in questa S. Messa, per il Papa e il suo ministero, come egli continuamente ci chiede di fare.
(...)
Auspico che, alla luce della gloriosa testimonianza di San Giovanni Battista, anche il cammino iniziato da poco meno di un mese della nuova Fondazione che gestirà il Policlinico Gemelli si risolva in una sempre maggiore fedeltà alla volontà di Dio e si traduca nell’impegno di trattare tutti con quel rispetto, quell’accoglienza e quella delicatezza che esige la loro dignità di persone umane, create ad immagine e somiglianza di Dio, ed è pratica realizzazione di quella fraternità che deve caratterizzare la comunità dei discepoli di Gesù, nel loro sforzo di vivere quotidianamente il Vangelo.
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L’ immagine del Buon Samaritano (Lc 10,31 ss), comunemente associata alla professione medica e alle professioni sanitarie in genere, rimane a tutt’oggi un riferimento piuttosto estrinseco e del tutto personale, con tutte le implicanze di carattere spirituale e morale del caso.
Ne è prova il fatto che di fronte alle crescenti responsabilità etiche, la cultura medica dei nostri giorni, figlia di un’idea di scienza e di progresso sempre buono e positivo e che rivendica assoluta libertà (cfr. Spe Salvi 16-18), tende a trasformare il medico sempre più in un tecnico che offre soluzioni al di fuori da ogni possibile orizzonte di senso e di visione dell’uomo.
Per accogliere la forza di cui sono portatori i deboli (Salvifici Doloris 31) c’è bisogno di una profonda conversione e di un cambiamento di mentalità che comincia con il coniugare insieme il bisogno di salute dell’uomo con quello della sua salvezza. L’ esperienza di oltre cinquant’anni di attività sanitaria del Policlinico “Gemelli” si fonda sul considerare il malato “soggetto attivo e responsabile dell’opera di evangelizzazione e di salvezza” (Christifideles laici n. 54). La promozione dei valori spirituali apre all’accettazione del limite e alla composizione dei conflitti e alla giusta ed equilibrata complementarità. Soprattutto oggi c’è bisogno di riscoprire quanto sia salutare anche per l’economia e per i modelli organizzativi sociali e sanitari ispirarsi alla solidarietà insegnataci da Gesù nella parabola del Buon Samaritano (cfr. Salvifici Doloris 29).
La centralità del malato ha una valenza anche sociale ed economica e richiede che si investano risorse per perseguire i valori riassunti nel comandamento dell’amore del prossimo. Con la sua testimonianza di vita, il malato allarga lo spazio di Dio e per Dio nella storia, annuncia il Vangelo in modo credibile e autentico, invoglia a rinnovare la scelta per Cristo sofferente e ad amare la propria vita, fino ad abbracciare tutti i dolori dell’uomo”.