‘Medicina personalizzata’: gli specialisti del Gemelli ne delineano perimetro e sviluppi
Pubblicato il libro ‘La medicina personalizzata fra ricerca e cura’ edito da Franco Angeli
Medicina Personalizzata’ è un mantra, quasi uno slogan dentro il quale si riversano le speranze di poter offrire a ogni paziente la migliore terapia possibile, adattata su misura ai suoi geni e al suo fenotipo, ma anche alle sue esigenze e preferenze. Un mondo da costruire giorno per giorno e che investe, oltre all’area della terapia, anche quelle della prevenzione e della diagnosi. Un mondo che è anche una delle mission caratterizzanti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS che, dal 2018, è stata riconosciuta dal Ministero della Salute ‘Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico’ proprio per le discipline ‘Medicina Personalizzata’ e ‘Biotecnologie Innovative’. Da questi presupposti nasce il volume ‘La medicina personalizzata fra ricerca e cura’ pubblicato per i tipi di Franco Angeli nella collana Medi-Care, studiata per giovani medici, specializzandi e operatori del settore. Una dotta e piacevole lettura, anche per i non addetti ai lavori, che vogliano approfondire l’argomento e conoscerne le declinazioni attuali e future nelle varie branche della medicina. I curatori del libro sono il professor Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, il dottor Alfredo Cesario, Open Innovation Manager presso la stessa Fondazione e presidente dell’Associazione Italiana di Medicina e Sanità Sistemica (ASSIMSS) e la dottoressa Marika D’Oria, health communication officer della Open Innovation Unit di Fondazione Gemelli IRCCS.
Professor Giovanni Scambia, quali sono gli asset che il Policlinico Gemelli ha messo a disposizione per fare ricerca in Medicina Personalizzata?
Dal 2018, la Direzione Scientifica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha attivato un programma rivolto alla valorizzazione, connessione e strutturazione di tutte le attività di ricerca che si svolgono presso la Fondazione.
In particolare, il programma della Direzione Scientifica prevede di aumentare la quantità di ricerche di qualità, specialmente nelle discipline per le quali la Fondazione è stata riconosciuta come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) dal Ministero della Salute:Medicina Personalizzata e Tecnologie Biomediche Innovative. Questo programma ha l’obiettivo di:
- definire le attività di ricerca con maggior precisione;
- ottenere risultati di qualità maggiormente investibili ai fini del trasferimento tecnologico;
- garantire una ricaduta assistenziale ad alto impatto nei percorsi di miglioramento della Cura del Cittadino e della sua Qualità di Vita.
Uno dei progetti più importanti per il raggiungimento di questi esiti è la costituzione di un parco scientifico e tecnologico, il Gemelli Science and Technology Park (G-STeP), che riunisce gli asset tangibili (strumenti, laboratori, tecnologie ecc.) e intangibili (conoscenze scientifiche, saperi tecnici, competenze specialistiche, ecc.) presenti all’interno della Fondazione.
G-STeP si compone di 21 research core facility che hanno la funzione di organizzare ed erogare tecnicamente l’offerta del parco scientifico e tecnologico in modo omogeneo.Il punto di forza di G-STeP è quello di offrire servizi di ricerca e sviluppo per ricercatori, aziende, start-up e imprese, mettendo a disposizione i laboratori, garantendo un servizio specialistico di consulenza e avendo un’attenzione particolare per il trasferimento tecnologico degli outcome di ricerca.
La mission di questo progetto è creare e sostenere opportunità che possano ampliare e superare concretamente l’attuale orizzonte delle scienze e delle conoscenze sulla Medicina Personalizzata e sulle Tecnologie Biomediche Innovative. Essere il primo parco scientifico e tecnologico creato all’interno di un contesto IRCCS, dove fare ricerca diventa un’opportunità unica per curare meglio, è ciò che contraddistingue il “Gemelli Science and Technology Park”.
Dottor Alfredo Cesario in che modo è possibile favorire l’innovazione della ricerca per una Medicina Personalizzata?
La ricerca in Medicina Personalizzata richiede al mondo sanitario di aprirsi a nuovi linguaggi, metodi e tecnologie per poter affrontare le moderne sfide della sanità. Per fare questo, l’innovazione nei contesti sanitari deve essere accompagnata gradualmente da un modello innovativo esclusivamente interno all’organizzazione (closed innovation) ad un modello aperto alla cross-fertilizzazione con altre realtà, come il mondo industriale, assicurativo, farmaceutico eccetera (open innovation). Ciò comporta, per il ricercatore, l’accesso ad un Value Network, ovvero ad una piattaforma di contatti leader nelle più disparate aree di innovazione, per poter co-creare e co-sviluppare con loro delle soluzioni preventive, diagnostiche, terapeutiche e telemedicali che abbiano un impatto concreto ed efficace sulla salute dei cittadini.
Per facilitare il passaggio da “closed” a “open” innovation (in termini di ricerca e cura), la Fondazione sta sviluppando un percorso virtuoso di cross-fertilizzazione con altre realtà attraverso la propria Value Network non-lineare di contatti, valori e risorse tangibili e intangibili (piattaforma OI). La piattaforma OI del Policlinico è costituita da un gruppo di lavoro trasversale ed eterogeneo a cui partecipano stakeholder diversi (es. case farmaceutiche, start up, centri di ricerca, università, ospedali ecc.), i quali cooperano sinergicamente per valorizzare e accelerare le idee di ricerca in una fase pre-competitiva (cioè prima di essere messe sul mercato). per farle evolvere ed estendere all’esterno. Questo ambiente è chiamato Gemelli Life Science Incubator (GeLSI).
Dottoressa Marika D’Oria come improntare la formazione dei professionisti sanitari al cambiamento epistemologico introdotto dalla Medicina Personalizzata, intesa come ‘innovazione delle 4P’ (posizione, paradigma, processo, prodotto)?
La medicina tende necessariamente a progredire per garantire cure sempre più efficaci e sostenibili per i pazienti. Diventa quindi necessario formare i professionisti sanitari attuali e quelli di domani ai progressi della Medicina Personalizzata (MP) perché il suo ingresso nel mondo sanitario diventa imprescindibile. Formare alla MP significa, quindi, improntare dei percorsi formativi volti a far comprendere che:
- La MP chiama il professionista sanitario ad assumere una postura chiara nei confronti della persona e del suo stato di salute: il paziente non solo viene visto nella sua globalità ma anche nella sua profondità, eterogeneità, complessità e unicità (posizione);
- La MP implica l’adozione di una nuova forma mentis per i professionisti sanitari ma anche per i ricercatori: è essenziale far apprendere nuovi linguaggi (es. terminologie legate al mondo dei Big Data) e competenze trasversali, oltre che specialistiche, proprio perché ci stiamo aprendo all’integrazione di più saperi se vogliamo avvicinarci a comprendere la complessità del paziente (paradigma);
- La MP, grazie alle scienze omiche, l’intelligenza artificiale e le tecnologie biomediche innovative, chiama necessariamente in causa nuovi strumenti, tecniche e modalità di fare ricerca e cura, per cui l’aggiornamento professionale è un pilastro fondamentale per conoscerle e saperle gestire (processo);
- Infine, la MP produce soluzioni preventive, diagnostiche e terapeutiche che superano naturalmente ciò che si conosce già, al fine di curare meglio i pazienti. Pertanto, la formazione continua dei professionisti sanitari sullo stato dell’arte in MP è rilevante per comprendere limiti e possibilità di tali soluzioni, al fine di poterli utilizzare al meglio (prodotto).
Maria Rita Montebelli