Epilessia, nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche dagli studi dell’Istituto di Neurologia del Policlinico Gemelli
L’uso dei telefoni cellulari non determina interferenze cliniche significative sui pazienti epilettici, mentre in caso di epilessia farmaco resistente una quota significativa di soggetti che ne soffrono sono candidati a trattamenti immunomodulanti. Inoltre alcuni studi stanno iniziando a dimostrare una possibile efficacia della Stimolazione Magnetica Transcranica nel controllo dell’epilessia.
Sono alcuni dei risultati dei più recenti studi condotti dai ricercatori dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, diretto dal professor Paolo Maria Rossini, resi noti in occasione della ‘Giornata Nazionale per l’Epilessia’ organizzata dalla Lega Italiana contro l'Epilessia (LICE) e dalla Fondazione Epilessia LICE-ONLUS, che si è celebrata ieri, domenica 3 maggio 2015.
L’attività di ricerca sull’Epilessia dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica si sviluppa su diverse linee, che hanno il comune obiettivo di ottimizzare la comprensione dei meccanismi fisiopatologici e, di conseguenza, l’iter diagnostico-terapeutico.
L’Epilessia è un disordine neurologico molto comune ed estremamente eterogeneo. Tale condizione clinica consiste in una predisposizione a sviluppare ricorrenti crisi epilettiche (episodi improvvisi e transitori, caratterizzati da manifestazioni motorie, sensoriali, mentali, durante le quali il soggetto colpito può avere o meno un’alterazione della coscienza). Le diverse forme di Epilessia hanno differenti cause. È difficile effettuare stime precise sulla reale diffusione dell’Epilessia, poiché identificare le persone potenzialmente affette da Epilessia è estremamente complesso. L’epilessia è, comunque, uno dei disturbi neurologici più comuni (prevalenza media: 4-10 casi/1.000abitanti/anno). Si stima che 350.000-500.000 persone siano affette da Epilessia in Italia. Tale disordine è più frequente in età infantile ed avanzata e, quindi, può interferire con le normali attività in epoche cruciali della vita. Tale condizione clinica ha, pertanto, un impatto socio-economico enorme. Una corretta gestione diagnostico-terapeutica è in grado di migliorare notevolmente tutti gli outcome di salute e benessere per il paziente e può minimizzare l’impatto dell’epilessia sulle attività scolastiche/formative, sociali, lavorative, affettive e ricreative. Circa due terzi dei soggetti affetti da Epilessia ottengono un discreto controllo delle manifestazioni mediante farmaci antiepilettici (Anti Epileptic Drugs - AEDs). Altri approcci terapeutici –meno diffusi ed anche meno certi nella loro efficacia e comunque riservati ai casi che non rispondono a AEDs- includono la terapia chirurgica dell’epilessia (volta non solo a rimuovere il focus epilettogeno), la stimolazione del nervo vago, ed altre metodiche di stimolazione cerebrale.
Due recenti studi, entrambi pubblicati dalla prestigiosa rivista Clinical Neurophysiology dall’équipe del professor Paolo Maria Rossini, Ordinario di Neurologia presso l’Ateneo del Sacro Cuore, cui hanno partecipato i neurologi Catello Vollono e Giacomo della Marca, hanno esplorato, mediante particolari ed innovative tecniche di analisi elettroencefalografica, i meccanismi fisiopatologici alla base delle epilessie focali. Il primo di tali studi ha, inoltre, escluso che l’utilizzo dei telefoni cellulari da parte dei pazienti epilettici, determini interferenze cliniche rilevanti.
Un’altra ricerca pubblicata dalla rivista European Journal of Neurology, ha avuto come oggetto le epilessie farmaco-resistenti ed ha dimostrato che una quota significativa di pazienti il cui disturbo non è ben controllato dalla terapia farmacologica convenzionale, individuabili mediante la ricerca di specifici anticorpi diretti verso strutture neurali, sono candidati a trattamenti immunomodulanti.
Il Professor Rossini ha, inoltre, recentemente partecipato alla stesura delle Linee guida terapeutiche della Stimolazione Magnetica Transcranica, una metodica neurofisiologica che, oltre a possedere un notevole e riconosciuto potenziale nello studio dei meccanismi fisiopatologici in numerosissime condizioni neurologiche, inizia a dimostrare una possibile efficacia anche nell’epilessia.
In conclusione, le attuali linee di ricerca sull’Epilessia dell’Università Cattolica sono orientate verso il miglioramento e l’individuazione di strumenti diagnostici più accurati e sensibili, una maggiore comprensione dei meccanismi fisiopatogenetici alla base del disturbo ed, infine, l’individuazione di nuovi target terapeutici in particolari forme di epilessia.