Dal dialogo tra infettivologi e geriatri la gestione efficace delle persone con HIV che si avviano alla terza età
Dialogo e interrelazione tra due specialità quali l’infettivologia e la geriatria sono stati al centro, il 5 e 6 febbraio scorsi a Roma, del workshop “1st Geriatric HIV Summit. Future challenges in the HIV management of elderly”, in cui sono stati esplorati i tanti aspetti, in qualche modo comuni, rappresentati da “aspettativa di vita” intesa come “aspettativa di vita sana”, strumenti di misurazione dell’età funzionale rispetto all’età biologica, disturbi neurocognitivi, sviluppo di programmi di intervento per migliorare l’aspetto funzionale e qualità di vita, applicazione pratica di tali modelli.
“Il workshop ha messo a fuoco temi strettamente connessi con l’invecchiamento della popolazione di soggetti HIV positivi in terapia antiretrovirale che, nel corso di questi ultimi anni, è andata grandemente aumentando e che, per questo, deve ricevere da parte dei clinici il massimo dell’attenzione dal momento che l’infezione da HIV si coniuga in questi soggetti a una fragilità legata all’età” - afferma il prof. Roberto Cauda, direttore dell’Istituto di Clinica delle malattie infettive dell’Università Cattolica di Roma, dell’UOC di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli e coordinatore del workshop insieme al prof. Roberto Bernabei, ordinario di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica di Roma e direttore Polo Scienze dell’Invecchiamento, Neurologiche, Ortopediche e della testa-collo della Fondazione Policlinico A. Gemelli.
“Sono cambiamenti epidemiologici - aggiunge la dott.ssa Antonella Cingolani, ricercatrice di Clinica delle Malattie infettive dell’Università Cattolica - Policlinico A. Gemelli e promotrice del workshop - a fronte dei quali gli infettivologi, che hanno in cura le persone con infezione da HIV, devono riconoscere e gestire in maniera adeguata questo nuovo aspetto della malattia da HIV; in particolare, devono tenere in considerazione la possibilità di patologie legate all’invecchiamento - precisa la dott.ssa Cingolani -, con la conseguente necessità di assumere farmaci per ipertensione, patologie renali, cardiovascolari, osteoporosi, che possono interferire con i farmaci antiretrovirali”.
Oggi è quindi necessario, per ottimizzare la salute globale dei soggetti HIV positivi, applicare quei principi di geriatria che possono concretamente contribuire non solo a preservare l’aspetto sanitario, ma anche quello sociale di questa popolazione che invecchia.
Il workshop offre la possibilità di riflettere su questi argomenti e creare gruppi di lavoro futuri in grado di lavorare insieme alla creazione di un Network nazionale.
“Attraverso il contributo di specialisti e opinion leader sia infettivologi che geriatri, nazionali e internazionali - auspica la dott.ssa Cingolani - il workshop offre l’opportunità di riflettere e condividere conoscenze ed esperienze, anche grazie alla presenza di comunità di pazienti. C’è anche l’obiettivo ambizioso di gettare le basi per la formazione di giovani medici sia infettivologi che geriatri per creare team interdisciplinari di gestione del soggetto anziano con infezione da HIV”.