Così la tecnologia aiuta a diagnosticare la presenza di malattie neurodegenerative
Nella società occidentale, l’incremento della popolazione anziana rappresenta uno dei fenomeni più rilevanti dal punto di vista epidemiologico. Conseguenza diretta della maggiore aspettativa di vita, è una più elevata probabilità di sviluppare una malattia neurodegenerativa a carattere progressivo, come la demenza
(in primis la malattia di Alzheimer) o la malattia di Parkinson. Le metodiche di neuroimaging hanno un ruolo
fondamentale nel rilevare i cambiamenti cerebrali associati all’invecchiamento e allo sviluppo della demenza o della malattia di Parkinson. Alla Risonanza Magnetica e alla Tomografia Computerizzata, si affiancano, in un ruolo di complementarietà, le tecniche medico nucleari di imaging funzionale/neurochimico, come la Tomografia Computerizzata ad Emissione di Fotone Singolo (SPECT) con traccianti di “perfusione” e traccianti “recettoriali”. La SPECT, che consente di ottenere immagini tridimensionali della distribuzione di un tracciante radioattivo nel cervello, è una metodica diagnostica non invasiva e di tipo funzionale. L’indagine fornisce “mappe” che riflettono lo stato emodinamico o biochimico delle diverse regioni cerebrali in condizioni normali o patologiche. Strumento di ricerca ampiamente consolidato in ambito scientifico, la SPECT cerebrale viene da anni eseguita presso la U.O.C. di Medicina Nucleare del Policlinico A. Gemelli, diretta dal prof. Alessandro Giordano, da un team di medici nucleari esperti in “Neurologia Nucleare” coordinati dalla dr.ssa Daniela Di Giuda. La SPECT offre notevoli vantaggi, come la semplicità d’uso, l’innocuità del metodo, l’esecuzione in regime ambulatoriale, la ripetibilità e riproducibilità delle immagini ottenute, l’affidabilità dei risultati, la mancanza di effetti collaterali e la bassa dose di radiazioni ricevuta dal paziente. Mediante SPECT cerebrale con traccianti di “perfusione” è possibile valutare in maniera qualitativa e semiquantitativa il flusso ematico regionale, parametro correlato al fabbisogno metabolico e all’attività neuronale. Le fasi iniziali delle demenze sono caratterizzate da un danno funzionale con alterazioni microscopiche; la SPECT è in grado di identificare i cambiamenti precoci e più fini dei circuiti nervosi, alla base dei deficit cognitivi. L’ampia disponibilità di attrezzature e il costo relativamente contenuto dell’esame, ne hanno favorito la diffusione nella pratica clinica. L’indagine viene oggi utilizzata soprattutto per la diagnosi precoce di malattia di Alzheimer e per la differenziazione dagli altri tipi di demenza degenerativa. La SPECT integra le informazioni derivanti dalla valutazione clinicoanamnestica, dai test neuropsicologici e dal neuroimaging morfologico.
La SPECT cerebrale con traccianti “recettoriali” per il sistema dopaminergico svolge un ruolo fondamentale nell’ambito dei disturbi del movimento e, in particolare, nell’inquadramento e nella gestione dei pazienti con malattia di Parkinson o parkinsonismi degenerativi. Tra i traccianti radioattivi disponibili, quello attualmente più utilizzato è 123I-FPCIT (DaTscan™), che ha come “target” la fibra dopaminergica presinaptica nigro-striatale.
L’ esame ha lo scopo di rilevare il temporaneo accumulo del tracciante nei corpi striati, fornendo informazioni sulle alterazioni biochimiche che si verificano in queste strutture implicate nella regolazione del movimento. Tali informazioni sono utili al fine di un corretto inquadramento diagnostico delle condizioni del paziente, orientando efficacemente la scelta del trattamento terapeutico.
La SPECT con DaTscan™ è indicata in tutte le situazioni cliniche in cui per il Neurologo è importante sapere se c’è perdita delle terminazioni dopaminergiche nello striato. In particolare, assume un ruolo determinante nella diagnosi di parkinsonismo in tutti quei pazienti, sempre più spesso valutati in fase precoce di malattia, il cui quadro clinico non è ancora tipicamente delineato.
Una metodica diagnostica non invasiva e di tipo funzionale grazie alla quale si individuano le alterazioni microscopiche che sono alla base delle demenze
SPECT, ultima frontiera in neurologia nucleare
I recenti progressi della “Neurologia Nucleare” sono legati alla disponibilità di apparecchiature sempre più sofisticate, come ad esempio il sistema ibrido SPECT-TC di ultima generazione installato nell’agosto 2014 presso la U.O.C. di Medicina Nucleare del Policlinico A. Gemelli. Tale apparecchiatura, integrando l’informazione funzionale della SPECT con quella morfologica della Tomografia Computerizzata a bassa dose del cranio, consente di visualizzare con elevata accuratezza anatomica le zone caratterizzate da alterata funzionalità cerebrale. Grazie all’evoluzione della componente hardware e all’implementazione di sofisticati e innovativi algoritmi di ricostruzione degli studi SPECT, il sistema ibrido è in grado di garantire un significativo miglioramento della qualità delle immagini. Sono oggi disponibili specifici software analitici che permettono il confronto delle informazioni ottenute nel singolo paziente con quelle ricavate da una popolazione di soggetti sani. I software attualmente utilizzati presso il Policlinico A. Gemelli includono lo Statistical Parametric Mapping (SPM), il NEUROSTAT e il Basal Ganglia Matching Tool. Tali strumenti migliorano la sensibilità e la specificità della SPECT cerebrale nella diagnosi delle malattie neurodegenerative.