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16.05.2013
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Favismo: non sono le fave le sole colpevoli |
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Si chiama favismo e la terminologia induce a credere che aver mangiato le fave od altri legumi sia l'unica causa delle gravi conseguenze indotte dalla carenza nel sangue di un importante enzima, la G6PD (enzima ubiquitario particolarmente importante per i globuli rossi).
La glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD), è un enzima ubiquitario che è particolarmente importante per i globuli rossi (GR) poiché garantisce a tali cellule, attraverso la sintesi di una molecola, detta NADPH, il potenziale antiossidante (stato redox) e la capacità di detossificazione cellulare da metaboliti in grado di indurre la formazione di radicali liberi dannosi. Dal momento che le mutazioni della G6PD sono particolarmente distribuite in alcune aree geografiche, per la popolazione Italiana è possibile organizzare il test genetico in due livelli di analisi: quella di I livello, cioè la ricerca delle mutazioni più frequenti nell’area Mediterranea, che fornisce una copertura del rischio pari a circa il 96-97%) e quella di II livello (sequenziamento completo dell’intero gene), che si esegue in presenza di negatività al test di I livello ma di una sintomatologia suggestiva. Non a caso, il gene G6PD è stato recentemente annoverato tra quelli da impiegare negli studi di farmacogenetica, proprio per le reazioni avverse che possono verificarsi nei soggetti carenti dopo la somministrazione di alcuni farmaci. Il ricorso a procedure diagnostiche molto approfondite sotto il profilo dello studio biochimico-clinico e molecolare, permette di escludere la condizione di carenza, evitando improvvise crisi emolitiche dopo ingestione di farmaci o di alimenti potenzialmente a rischio: il luogo comune, infatti, che sia solo l’ingestione di fave (in un periodo limitato dell’anno) a provocare la sintomatologia andrebbe sfatato, in quanto nella black-list della Associazione Italiana Favismo compare un elenco molto lungo di sostanze considerate a rischio sia per i maschi carenti che, talvolta, anche per le donne portatrici sane di mutazioni che, in alcune particolari condizioni, soprattutto con l’aumentare dell’età, potrebbero manifestare i sintomi se esposte a uno o più fattori di stress per il globulo rosso. La conoscenza dello stato di portatore potrebbe essere utile anche in gravidanza soprattutto al fine di un miglior inquadramento delle crisi emolitiche e delle iperbilirubinemie del neonato.
Poiché la maggior parte dei Laboratori non è in grado di effettuare lo screening allargato di I livello o lo screening di secondo livello, è importante rivolgersi ai Centri di Riferimento, come il Policlinico Gemelli, dove presso l’U.O.S di Diagnostica Molecolare Clinica (Servizi di Analisi I e Analisi Ormonali) è possibile effettuare la diagnostica completa delle principali enzimopatie del globulo rosso. Presso il Laboratorio del Gemelli ha sede il coordinamento internazionale delle attività di censimento delle mutazioni genetiche del gene G6PD per l’aggiornamento continuo del database genetico della Università di Leiden. Casi clinici peculiari
Nel Centro è stato individuato un caso di parto anticipato in una donna che, dopo esposizione ad elevate concentrazioni di vapori di ipoclorito, aveva manifestato malessere a tal punto da rivolgersi ad un pronto soccorso dove si era provveduto all’anticipazione del parto. In tale contesto, l’inquadramento clinico di un deficit di G6PD è stato difficile, in quanto la madre escludeva qualunque tipo di familiarità per tale condizione e presentava tutti i test di screening biochimici nella normalità, mentre il neonato presentava tutte le caratteristiche ematochimiche di una emolisi cronica. Solo il riscorso al test molecolare di II livello ha permesso di identificare una nuova mutazione, non ereditata, che è la seconda descritta al mondo che interessa una regione dell’enzima altamente conservata tra le specie. Per effetto di tale difetto molecolare, l’enzima è affetto da instabilità biochimica e strutturale gravi a tal punto da rendere il quadro clinico estremamente complesso. A chi rivolgersi I test di diagnostica biochimica e molecolare per i deficit enzimatici del globulo rosso si eseguono presso il Servizio Analisi I e U.O.S. Diagnostica Molecolare Clinica (dal lunedi al sabato).Contatti ed informazioni: prof. Ettore Capoluongo (ecapoluongo@rm.unicatt.it); dr. Angelo Minucci (angelo.minucci@rm.unicatt.it) - tel. 06.30154250-4222 Nella foto, da sinistra: Cecilia Zuppi (Primario Serv. Analisi Ormonali e Biologia Molecolare Clinica), Ettore Capoluongo (responsabile U.O.S. Diagnostica Molecolare Clinica), Bruno Giardina (Direttore del Dipartimento), Angelo Minucci (Servizio Analisi I).
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